Quel sonno che manca. I giovani hanno acquisito abitudini sbagliate, difficili da correggere

La “questione sonno”, fisiologica nell’età adolescenziale, purtroppo si è aggravata dopo i mesi di ritiro in casa a causa della pandemia.

Quel sonno che manca. I giovani hanno acquisito abitudini sbagliate, difficili da correggere

Gli adolescenti dormono poco, meno di sei ore a notte. Vanno a letto molto tardi, fanno fatica ad addormentarsi, hanno un sonno poco profondo e spesso disturbato da frequenti risvegli. La “questione sonno”, fisiologica nell’età adolescenziale, purtroppo si è aggravata dopo i mesi di ritiro in casa a causa della pandemia. I giovani hanno acquisito abitudini sbagliate, difficili da correggere.

Gli effetti della carenza di sonno sono evidenti: difficoltà ad alzarsi al mattino e sonnolenza per tutto l’arco della giornata con ripercussioni anche nello svolgimento delle abituali attività quotidiane. Non è infrequente per molti insegnanti trovarsi a dover sollecitare l’attenzione di alunni che tenderebbero a rannicchiarsi e addormentarsi sui banchi di scuola.

Negli Stati Uniti, dove il problema si è manifestato già da qualche anno, alcuni istituti hanno deciso di posticipare l’orario delle lezioni, oppure di inserire alle prime ore discipline che favoriscano il risveglio, come gli sport o le attività laboratoriali.

Al di là delle possibili soluzioni “pratiche”, dormire poco fa male. Ci sono studi che affermano che la ripetuta mancanza di sonno provochi effetti negativi sullo sviluppo cerebrale. Alcuni studiosi sono convinti che la cronica diminuzione del sonno nella prima adolescenza possa influire sulla connettività cerebrale nell’adulto, dormire favorisce la plasticità neuronale.
Ritardare più del dovuto il momento di andare a letto può, inoltre, determinare la comparsa di un vero disturbo del ritmo sonno-veglia.

La deprivazione di sonno causa anche deficit di attenzione e apprendimento, influenza in modo negativo la capacità degli adolescenti di prendere decisioni e li espone al rischio di incidenti stradali, abuso di tabacco, alcol e sostanze psicotrope, perfino di ideazioni suicidarie e autolesioniste.
Ma quali sono le cause di questa crescente insonnia tra giovani e giovanissimi? Parzialmente possono essere attribuibili alla variazione del ritmo circadiano (sonno/veglia), tipico di questa età: il rilascio della melatonina (ormone del sonno) nell’età adolescenziale subisce dei ritardi e quindi i ragazzi non accusano stanchezza fino a tarda sera.

Alle cause fisiologiche, seguono le cosiddette cause ambientali come l’abuso dei dispositivi tecnologici e della rete. Esiste una forte correlazione tra disturbi del sonno (quantità inadeguata, scarsa qualità ed eccessiva sonnolenza diurna) e utilizzo di smartphone e social network soprattutto nelle ore serali. I ricercatori spiegano che la luce blu  dei dispositivi digitali e l’utilizzo continuo degli auricolari influenzino negativamente il sonno e mettono in guardia su possibili danni fisiologici , riguardanti la vista e l’udito. L’esposizione al gaming, inoltre, incide sullo sviluppo di specifiche aree cerebrali. Anche gli stress emotivi sono influenzati dalla tecnologia e dalla rete.
La tendenza a fare le ore piccole online ha un nome: si chiama “vamping” ed è strettamente connessa alla cosiddetta Fomo (Fear of missing out), ovvero l’ansia di perdersi quello che fanno gli altri e la paura di esserne tagliati fuori.

Anche le serie, disponibili a qualsiasi ora sulle piattaforme dedicate, incollano gli occhi dei ragazzi sullo schermo luminoso fino a notte inoltrata. Il format a puntate, invoglia a fare scorpacciate di episodi senza tenere conto dell’orario.

Sui disturbi del sonno incidono anche le cattive abitudini alimentari, come consumare cibo a tarda sera o eccedere nel consumo di caffè, energy drink o sostanze eccitanti. Riguardo le bevande “energetiche” si evidenzia una certa superficialità anche da parte delle famiglie. Molti adolescenti ne abusano, utilizzandole per “tenersi svegli” magari mentre preparano una interrogazione o un esame. In alcuni Paesi europei si sta discutendo se proibire queste bevande agli adolescenti, in altri sono state già vietate ai minori di 18 anni.

Sarebbe infine utile fare una riflessione sul legame tra l’insonnia sempre più diffusa e la solitudine che “incapsula” i nostri adolescenti, in orari sia diurni che notturni. Una solitudine che esaspera malesseri e senso di angoscia e che trova nei media digitali un efficace anestetico.

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Fonte: Sir