Rapporto Coop: consumi fermi e rischio inflazione dei prezzi

Ventisette milioni di italiani hanno dovuto fare rinunce nel 2021. Nonostante una previsione di incremento del Pil a +6%, non c'è ripresa dei consumi. Ed è in corso l'aumento speculativo dei prezzi delle materie prime

Rapporto Coop: consumi fermi e rischio inflazione dei prezzi

Il Pil in Italia cresce, ma non i consumi. Anzi, circa 5 milioni di italiani prevedono di dover fare sacrifici quando si recheranno al supermercato. Nel 2021 inoltre 27 milioni di italiani sono stati costretti a fare delle rinunce (sia in ambito alimentare che in altri tipi di consumi) e 18 milioni ne prevedono il perdurare nel tempo. È quanto emerge dal Rapporto Coop 2021 presentato questa mattina a Milano. “Lo scenario delineato nel Rapporto 2021 ci restituisce un'Italia indubbiamente trasformata dalla pandemia con aspetti positivi che incoraggiano, ma anche con segnali che rivelano ancora l'esistenza di pesanti incognite e di forti disuguaglianze -afferma Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia-. Il post Covid per molte persone coincide con il tempo delle rinunce su aspetti importanti dell'esistenza”.

Nonostante la previsione di una crescita del Pil dell'Italia a più 6%, non “ci sarà nell'immediato un'altrettanto rapida ripresa dei consumi -si legge nel rapporto-. D'altronde in quell'auspicato rimbalzo in avanti a rimanere al palo è proprio l'occupazione che cresce sì ma troppo lentamente (1,8% nel primo semestre 2021).

Un ulteriore fattore di preoccupazione è l'aumento del costo delle materie prime. “Ci stanno arrivando richieste di aumento dei prezzi a listino dal 5 all'8 per cento -ha sottolineato Maura Latini- L'incremento dei prezzi delle materie prime è solo in parte fisiologico, c'è anche tanta speculazione, anche geo-politica e non è pensabile che a pagare siano solo i consumatori”. Sulla stessa lunghezza d'onda anche Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e di Ancc-Coop (Associazione nazionale cooperative di consumatori): “Si profila una situazione in cui la domanda interna resta bassa, mentre si rischia di far pagare al consumatore i forti aumenti delle materie prime e dell'energia. L'inflazione da costi esterni può avere effetti depressivi importanti sulla congiuntura economica”

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)