Regolarizzazione braccianti. Asgi al Governo: “Meglio permessi rinnovabili e per tutti i settori”

L’associazione chiede una misura non per settori e che favorisca una reale integrazione sul territorio con il rilascio dei permessi di soggiorno rinnovabili e convertibili. Trucco: “Così duplice obiettivo: garantire la tutela della salute collettiva e ridare dignità alle persone”

Regolarizzazione braccianti. Asgi al Governo: “Meglio permessi rinnovabili e per tutti i settori”

Regolarizzare le persone straniere senza distinzione di settore e rilasciando permessi di soggiorno rinnovabili. E’ la proposta dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) che entra così nel dibattito sulla regolarizzazione dei migranti stranieri presenti in Italia. Pensata fino ad ora per ovviare alla mancanza di manodopera straniera in agricoltura, a causa delle restrizione negli spostamenti dovute all’emergenza sanitaria per coronavirus. 

Esponenti del governo parlano di un decreto che dovrebbe servire ad impiegare nei campi le persone straniere già presenti sul territorio. Non una sanatoria, quindi, rivolta a tutti gli irregolari già nel nostro paese. Secondo Asgi, però, solo attraverso una regolarizzazione delle persone migranti che preveda il rilascio di un permesso di soggiorno per lavoro o per “ricerca occupazione" rinnovabile, sarà possibile dare visibilità giuridica e dignità a coloro che vivono in Italia in condizioni irregolari o con permessi di tipo precario. L’associazione ha inviato al Governo e ai ministeri una proposta di regolarizzazione sottoscritta da centinaia di associazioni e di persone di ambiti sociali differenti in cui sottolinea l'importanza di una misura non per settori e che favorisca una reale integrazione sul territorio con il rilascio dei permessi di soggiorno rinnovabili e convertibili. La proposta, se approvata, supera la regolarizzazione limitata a determinati settori produttivi, come indicato dalla bozza governativa, e la amplia per tutti coloro che vivono in Italia sia in condizione di irregolarità ma anche di precarietà giuridica, come i richiedenti asilo, dando il diritto al singolo cittadino straniero di presentare la richiesta di emersione.

Si vuole così "svincolare la regolarizzazione dal contratto di lavoro, consapevoli del grave fenomeno del “traffico” dei contratti che ha contraddistinto tutte le precedenti regolarizzazioni” afferma l'avvocata Nazzarena Zorzella. " Non è la sola ipotesi prevista, in quanto è senz’altro delineata anche la possibilità di far emergere il lavoro in nero, ma si è ritenuto importante indicare l’ulteriore ipotesi, alternativa, che permetta il rilascio di un permesso per “ricerca occupazione”, previsto dall’originario Testo Unico immigrazione, d.lgs. 286/98, ma abrogato nel 2002 dalla legge Bossi-Fini, nonostante fosse l’unico meccanismo che non costringeva al farraginoso meccanismo del decreto flussi ed evitando pertanto il crearsi di ampie sacche di irregolarità. Si tratta di una proposta che considera i diritti di tutte le persone che vivono in Italia “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3 Costituzione) - spiega - Un’occasione per prefigurare una società più uguale, evitando che, dall’emergenza sanitaria astrattamente “democratica”, possa uscire una società ancora più escludente e divisiva".

"Riteniamo" afferma il presidente Asgi, Lorenzo Trucco "che sia necessario agire unitariamente per dare più forza ad una proposta che risponda al duplice obiettivo di garantire la tutela della salute collettiva (possibile se tutte le persone che vivono in Italia hanno accesso al Servizio sanitario nazionale e sono giuridicamente visibili, così da potere accedere al monitoraggio sanitario che verosimilmente verrà attuato nelle prossime settimane, per garantire la salute collettiva) e per riconoscere dignità alle centinaia di migliaia di persone straniere che, prive di permesso di soggiorno per lavoro, sono esposte a maggiori rischi di sfruttamento e di emarginazione sociale". 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)