Roberta Metsola celebra l’ateneo patavino come Università Europea

Lo spirito europeista impregna l’atmosfera di palazzo Bo durante la cerimonia per gli 800 anni dell’Università di Padova. L’Ateneo viene celebrato dalla Presidentessa del Parlamento Europeo Roberta Metsola come baluardo dei valori comuni dell’Unione.

Roberta Metsola celebra l’ateneo patavino come Università Europea

All’inaugurazione dell’ottocentesimo anno accademico dell’Università di Padova è presente anche la Presidentessa del Parlamento Europeo Roberta Metsola. Il suo intervento comincia con le congratulazioni a un’Università che definisce “vostra e nostra”, italiana ed europea. Lo spirito europeista che si respira nell’Aula Magna di Palazzo Bo il 19 maggio caratterizza l’atmosfera in cui si susseguono i discorsi, tra gli altri, anche della rettrice Daniela Mapelli e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’Università di Padova e l’Europa vengono definite da Metsola come due motori dello stesso spirito: quello dell’impegno per la realizzazione di libertà e democrazia. In un contesto internazionale che è segnato di questi tempi da avvenimenti minacciosi, in primis l’invasione russa dell’Ucraina, questa è una sfida che non possiamo perdere.

L’Europa, spiega Roberta Metsola, non è solo un’espressione geografica ma un insieme di valori, basati sulla cultura europea che proprio il mondo accademico nel corso dei secoli ha contribuito a formare. L’Ateneo di Padova con i suoi ottocento anni di storia ha avuto un ruolo di primo piano in questo senso e continua ad averlo oggi. L’Università di Padova viene descritta dalla Presidentessa come un esempio, come lo specchio di quegli ideali che l’Europa nel suo processo di integrazione si è sforzata di mettere al centro. La vocazione internazionale dell’Ateneo patavino è riconosciuta dalle istituzioni dell’Unione e in questa sede è proprio la Presidentessa del Parlamento Europeo ad esprimerne l’orgoglio. Questo riconoscimento non pare essere casuale, ma la conseguenza dell’impegno costante di un’università che, come sottolinea Metsola, ha saputo rimanere “giovane e dinamica” rinnovandosi nel tempo.

Si parla anche di una cultura europea che affonda le sue radici ben prima dell’istituzione dell’Unione e che si presenta come il suo presupposto. Uno sguardo al passato che serve per imparare da esso a reagire alle difficoltà del presente, per proteggere il nostro futuro. La Presidentessa si appella all’unità di un’Europa che deve rispondere con all’unisono a chi, come Putin, ne minaccia i valori fondamentali. La solidarietà verso il popolo ucraino che si sta battendo per la libertà chiama anche a compiere dei sacrifici, come l’ipotesi della messa al bando di gas e petrolio russo, perché i sacrifici di oggi servono a preservare la libertà di domani. Lo shock prodotto da questa feroce guerra d’invasione spinge l’Unione Europa ad affermare con ancora maggiore vigore la sua ragion d’essere, sottolinea Metsola, che è la difesa della pace.

Quest’obiettivo non è scontato in un continente che storicamente è stato votato alla guerra, dentro e fuori dai suoi confini. In una celebrazione che guarda ad ottocento anni di storia e che cerca in questi otto secoli le sue radici culturali non si può dimenticare, per esempio, che l’Europa dell’illuminismo è stata anche l’Europa del colonialismo. È necessario ricordare che le istituzioni accademiche europee votate alla libertà di pensiero e alla tensione verso la conoscenza sono state anche le istituzioni che hanno fatto dell’orientalismo un paradigma di ricerca e di sapere. Questa consapevolezza critica ed autocritica viene trasmessa di docente in alunno tra le cattedre dell’Università di Padova ed è questa una delle prove della libertà che l’Ateneo vuole promuovere. Anche grazie a questo gli studenti tra i banchi e nelle aule parlano per esempio dei respingimenti, alle porte dell’Europa dei diritti e della democrazia, di quei migranti che percorrono la rotta balcanica.

Soprattutto facendo i conti con i lati oscuri della nostra storia e del nostro presente possiamo imparare, fermo stando l’orgoglio per i lumi che quella stessa storia ci ha lasciato in eredità. I comuni valori europei, condivisi dall’Università di Padova, sono ciò che per la Presidentessa Roberta Metsola, per la rettrice Daniela Mapelli e anche per il Presidente Sergio Mattarella siamo chiamati a realizzare. Nella determinazione a farlo, ma anche nella consapevolezza che la strada è più lunga di quanto a volte immaginiamo, potrebbe stare la speranza di riuscirci davvero.

Francesca Campanini

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