Rohingya, dopo il ciclone il covid: il dramma dell'“l’etnia più perseguitata al mondo”

Dopo la fuga dal Myanmar e i campi profughi sovraffollati del Bangladesh, ora si trovano ad affrontare le conseguenze del devastante ciclone Amphan, l’arrivo del coronavirus e il  trasferimento forzato sull’isola di Bhasan Char

Rohingya, dopo il ciclone il covid: il dramma dell'“l’etnia più perseguitata al mondo”

Non trova pace quella che l’Onu considera “l’etnia più perseguitata al mondo”. Dopo la fuga dal Myanmar e i campi profughi sovraffollati del Bangladesh, infatti, i Rohingya si trovano ora ad affrontare le conseguenze del devastante ciclone Amphan, l’arrivo del coronavirus e il  trasferimento forzato sull’isola di Bhasan Char.
Il ciclone. Quello che ha colpito nei giorni scorsi anche l’area di Cox’s Bazar, dove vivono più di 700mila sfollati Rohingya, è stata definito dal servizio meteorologico bengalese “la tempesta più forte del ventunesimo secolo che si è abbattuta sul Golfo del Bengala”. Tra le altre cose, “ha danneggiato più di cento case nei campi di Ukhia, facendo rimanere senza un riparo circa 400 rifugiati”, ha dichiarato Mohammed Sajjad Hossain, portavoce dell'area per l'Unhcr.
L’isola sperduta. A questa situazione si somma l’emergenza per i circa 300 Rohingya salvati in mare e portati qualche settimana fa sull’isola di Bhasan Char, dove il governo di Dacca prevede di ospitare 100mila rifugiati. Una sistemazione molto precaria, stando alle preoccupazioni espresse a più riprese da varie organizzazioni internazionali. “Tenere i rifugiati Rohingya su una piccola isola durante un ciclone è pericoloso e disumano” e “la nostra paura che Bhashan Char diventasse un centro di detenzione galleggiante è diventata concreta”, ha detto il direttore asiatico di Human Rights Watch (Hrw), Brad Adams.
Senza libertà. Sull’isola, stando a quanto dichiarato dai Rohingya intervistati da Hrw, i rifugiati non possono muoversi liberamente, né sono garantiti loro cibo, acqua e assistenza medica in modo adeguato. Inoltre, si legge su un documento di Human Rights Watch, “i rifugiati sull'isola hanno affermato che i soldati hanno minacciato e picchiato i rifugiati maschi, compresi i bambini, mentre li interrogavano sui trafficanti che li trasportavano”. Dal canto suo, il ministro delle catastrofi del Bangladesh, Enamur Rahman, ha parlato di Bhasan Char come di una “super città” con strutture per cibo, acqua, cure mediche ed elettricità.
Covid-19. L’ultima preoccupazione in ordine cronologico è quella del nuovo coronavirus. La settimana scorsa, infatti, sono stati scoperti 21 casi accertati di Covid-19 nel campo di Katupalong, ma trattandosi di una zona estremamente sovraffollata si teme che il contagio possa viaggiare in fretta. Nell’area, infatti, ci sono 34 campi e in alcune zone la densità di popolazione raggiunge le 40mila persone per chilometro quadrato. Con tutto quel che questo significa in termini di condizioni igieniche.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)