Scuola al via l’11 settembre. La campanella che fa ben sperare

Circa 500 studenti in meno ogni anno, ma per Roberto Natale c’è un risvolto positivo: classi meno numerose e un impatto più incisivo su tutta la didattica. Scuola al via l’11 settembre Pur in assenza dell’assessore regionale competente (Elena Donazzan è in Europa) il mondo dell’istruzione ha provveduto a sistemare docenti, presidi e direttori dei Servizi generali e amministrativi

Scuola al via l’11 settembre. La campanella che fa ben sperare

Mentre qualche politico ha colto l’occasione estiva per parlare di ius scholae – la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana a conclusione di un ciclo di studi nel nostro Paese – e mentre sui social tra i ragazzi e non solo crescevano aspettative e speranze attorno alla bufala sul posticipo dell’apertura dell’anno scolastico a causa delle temperature troppo elevate, gli uffici regionali hanno predisposto tutto il possibile per garantire un avvio regolare delle lezioni e un anno scolastico nella norma, pur in assenza dell’assessore regionale competente, visto che Elena Donazzan ha lasciato vacante (da fine luglio…) il suo ruolo di assessore alla Formazione e all’istruzione dopo l’elezione a parlamentare europea. Diversi i grandi lavori in corso soprattutto negli istituti superiori nel Padovano che hanno goduto di importanti finanziamenti per lo più legati al Pnrr. Molti studenti del Marconi inizieranno l’anno in via Cave per l’importante opera di efficientamento sismico della sede centrale e continueranno a essere ospitate nei patronati di Abano e Caselle a Selvazzano diverse classi dell’alberghiero Pietro d’Abano, in cui sono a pieno regime tre cantieri (nuovi spazi laboratoriali, miglioramento sismico e nuova palestra). A livello regionale molto è stato fatto per coprire i ruoli apicali, presidi e direttori servizi amministrativi. Dopo che il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto Marco Bussetti ha firmato la nomina dei reggenti il 30 agosto, si è di fatto completato l’assetto dirigenziale degli istituti scolastici. Molti docenti sono stati immessi in ruolo dopo il superamento di concorso e prima dell’11 settembre, quando suonerà la prima campanella dell’anno scolastico 2024-2025, dovrebbero essere nominati i supplenti sulle cattedre ancora vacanti. Tutte le 560 scuole del Veneto avranno un preside, secondo il direttore Bussetti, anche se ben 138 istituti saranno guidate da un preside in prestito: 26 a Padova, 25 a Venezia, 24 a Verona, 23 a Treviso, 22 a Vicenza, 13 a Belluno e 5 a Rovigo. Il piano di accorpamento degli istituti procederà con un taglio di altre dieci scuole autonome all’avvio del prossimo anno scolastico. La notizia forse più importante per la gestione delle scuole è la nomina di 143 nuovi direttori dei Servizi generali e amministrativi (Dsga), una figura centrale, anche se spesso poco visibile, nella vita delle scuole e seconda per importanza solo al dirigente scolastico. È il Dsga, infatti, che coordina le attività amministrative e contabili e organizza le attività di tutto il personale non docente. L’intero contingente assegnato al Veneto dal ministero è stato nominato coprendo quasi la metà delle sedi disponibili (151 sono ancora scoperte, quindi nel 27 per cento delle scuole i compiti amministrativi saranno assegnati a un facente funzione) facendo diventare 409 in Veneto i funzionari con funzione di direzione delle segreterie scolastiche. «Partiamo con la fiducia di chi sa che è stato fatto tutto per un avvio d’anno scolastico migliore possibile – È ottimista Roberto Natale, Dirigente dell’Ufficio scolastico di riferimento per le province di Padova e Rovigo – Aver reclutato i Dsga, che sono figure fondamentali per le scuole, aver immesso in ruolo centinaia di nuovi docenti che saranno coadiuvati dai supplenti che stiamo nominando in questi giorni garantisce che sarà tutto pronto per l’avvio di settembre. Nonostante la decrescita della popolazione studentesca – perdiamo ogni anno circa 500 alunni in Veneto, con un calo che tocca ormai tutti gli ordini scolastici – il numero dei docenti non cala e questo garantisce classi meno numerose e un positivo impatto sulla didattica». Gli alunni nelle scuole statati in Veneto saranno 549.304, divisi in 27.211 classi e accompagnati da 48.299 insegnanti. Superano i centomila alunni le province di Verona (104.424), Vicenza (104.350), Padova (102.495), Treviso (102.429), arriva a 90.959 la provincia di Venezia, mentre hanno numeri più ridotti le province di Rovigo (23.797) e Belluno (20.850). Sul fronte demografico, i numeri ridotti di certi istituti vengono per ora coperti dalle deroghe permesse in via straordinaria e gestite con fondi Pnrr, fondi che non ci saranno più dal 2026. L’aspettativa, secondo Roberto Natale, è quella di un anno scolastico non dissimile dagli altri, senza novità che creano incertezze e con la definitiva archiviazione di ogni procedura legata ai tempi della pandemia. «Credo che si vedranno anche i positivi effetti delle importanti risorse che nella scuola sono state riversate grazie al Pnrr interessando diversi ambiti. Risorse che hanno permesso di aumentare la qualità dei servizi offerti agli studenti e alle loro famiglie attraverso il rinforzo delle competenze di base e disciplinari con corsi specifici, il sostegno alla formazione dei docenti che potranno migliorare il loro approccio didattico e di migliorare le strutture scolastiche. Importanti interventi sono stati fatti in ambito edilizio, in collaborazione con gli enti locali, ma anche negli arredi ripensati per una didattica innovativa. Uno studio che l’Università di Padova sta conducendo metterà in evidenza l’impatto positivo di un’occasione straordinaria». E la notizia che per il caldo le scuole avrebbero aperto il 1° ottobre, è arrivata anche da voi? «Da noi è arrivato solo il caldo!» chiude il direttore con una battuta.

Il calendario dell’anno scolastico

Inizia mercoledì 11 settembre l’anno scolastico 2024-2025 che terminerà sabato 7 giugno per le scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione e sabato 28 giugno per le scuole dell’infanzia. Oltre alle chiusure tradizionali (domeniche, solennità dei Santi, Immacolata, 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno e feste dei santi patroni), e per le vacanze di Natale (dal 23 al 6 gennaio), Pasqua (dal 17 al 21 aprile) e carnevale (dal 3 al 5 marzo), la Giunta regionale ha deciso la sospensione delle lezioni anche per sabato 2 novembre, sabato 26 aprile e venerdì 2 e sabato 3 maggio 2025.

Mancata nomina assessore, gli studenti protestano

Giovedì 29 agosto, gli studenti da tutto il Veneto si sono ritrovati sotto la sede del Consiglio regionale per denunciare con forza la mancata nomina dell’assessore all’Istruzione, dopo l’elezione europea di Elena Donazzan. «Oltre 40 giorni per la nomina di un assessore significano una sola cosa, che questa Regione ancora una volta dimostra che le necessità di studenti e famiglie vengono sempre dopo di tutto – sono le parole di Marco Nimis, coordinatore della Rete degli studenti medi del Veneto – È un momento particolarmente complesso per gli studenti, mancano le borse di studio all’università, cresce il caro libri per gli studenti delle superiori, e intanto la crisi mette in ginocchio le famiglie. Le scuole, l’istruzione e il diritto allo studio evidentemente non sono una priorità se sono disposti a lasciarci senza risposte così a ridosso del rientro a scuola».

Docente, professione ancora appetibile, almeno in Veneto
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Salgono in cattedra 1.353 docenti di ruolo in Veneto, 583 arrivano dalle graduatorie concorsuali e 770 dalle graduatorie provinciali per le supplenze. Secondo i dati dell’Ufficio scolastico del Veneto, una volta pubblicate le graduatorie, entro il 10 dicembre, si avranno 2.700 nuovi insegnanti, facendo arrivare a 4.414 i nuovi docenti stabilizzati nel 2024- 2025. Dovrebbe calare vistosamente il ricorso a personale supplente, garantendo ad alunni e studenti una maggiore continuità didattica. Una bella sorpresa è data dal fatto che non mancano i candidati e in tutti i concorsi il numero di aspiranti docenti è superiore a quello dei posti disponibili. Sottolinea Marco Bussetti, direttore generale dell’Usr del Veneto: «Non è un percorso facile quello che porta a essere docenti. Le prove concorsuali sono impegnative, per cui esprimo ammirazione per quanti scelgono questo percorso».

Il protocollo delle scuole cattoliche. Più collaborazione per tutelare gli studenti
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Un passo ulteriore per rendere tutti gli istituti scolastici luoghi sicuri per alunni e studenti, nei quali la comunità educante esprima al meglio le sue capacità di accogliere, valorizzare e aiutare a crescere tutte e tutti. Sono gli obiettivi del protocollo “Scuola sicura” che la Fidae, la Federazione istituti attività educative, ha predisposto in occasione dell’avvio del prossimo anno scolastico. Un documento elaborato durante l’estate pensando in particolare alle scuole cattoliche che potrebbe diventare modello. Partendo dalle normative vigenti, in particolare la Legge 70 del 2024 e le linee nazionali di orientamento sul bullismo e cyberbullismo del 2021, riprendendo le linee guida per la tutela dei minori nelle scuole cattoliche adottate dall’Ufficio scuola della Cei nel 2022, il protocollo si fonda su quattro principi base: la centralità del minore, l’essenzialità della prevenzione che passa attraverso una continua sensibilizzazione, la collaborazione tra scuola, famiglia e istituzioni e infine trasparenza e responsabilità nel gestire le procedure e gli interventi. «Il documento che si rivolge alle scuole cattoliche ma che riteniamo fondamentale per tutto il sistema scolastico nazionale mira a garantire la massima tutela dei minori e promuovere un ambiente educativo sicuro e rispettoso», spiega Virginia Kaladich, presidente nazionale Fidae. Nelle 29 pagine del documento si affronta la sicurezza a scuola nel senso più ampio. Dalla protezione dagli abusi sessuali e non sessuali da parte del personale scolastico al contrasto al bullismo e al cyberbullismo, dall’intervento degli istituti a supporto del minore in caso di abuso in famiglia alla tutela della privacy dei minori, dalla sicurezza di tutti gli ambienti scolastici alla verifica dei mezzi di trasporto e delle strutture per le gite. «Da anni siamo impegnati nel contrasto a ogni forma di abuso sui minori» – continua la presidente Kaladich – e con questo documento guidiamo tutte le scuole cattoliche verso un sistema di tutela conforme alla legislazione italiana, alle indicazioni delle autorità ecclesiastiche e alle migliori prassi internazionali». Il protocollo Scuola sicura della Fidae prevede momenti di formazione per chi nella scuola lavora, monitoraggi continui, nomina di referenti, procedure, moduli di segnalazione, provvedimenti e sanzioni, questionari di soddisfazione. Secondo l’avvocato Emanuele Montemarano, che ha coordinato i lavori di stesura di Scuola sicura, «il documento rafforza la tutela di minori e giovani adulti nelle scuole cattoliche perché contiene una guida completa rispetto a tutte le misure da adottare sia in via preventiva che a fronte di episodi critici». Per le scuole che rispetteranno con precisione le indicazioni del protocollo la Fidae ha previsto un’attestazione di conformità che potrà essere pubblicizzata alla comunità scolastica.

Scuole paritarie, ne chiudono 18 in Veneto

Sono sempre meno le scuole paritarie in Veneto. Se all’apertura del nuovo anno sono state autorizzate cinque nuove scuole, due per l’infanzia, una primaria e due superiori, ed è stata prevista una nuova articolazione, le cessazioni sono diciotto. Non riapriranno a settembre tre scuole in provincia di Belluno (due dell’infanzia e una primaria), sei in provincia di Padova (cinque dell’infanzia di cui tre parrocchiali e la primaria dell’istituto Clair), due dell’infanzia a Venezia e una a Rovigo, quattro nel vicentino (tre dell’infanzia e una superiore), due nel Veronese (una dell’infanzia e una superiore).

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