Scuole chiuse e meno risorse: così la pandemia mette a rischio bambine e ragazze

Dossier  di Terre des Hommes. Aumenta nel mondo per le bambine il rischio di essere sottoposte a mutilazioni genitali femminili, matrimoni e gravidanze precoci. “Oltre 13 milioni di spose bambine tra 2020 e 2030”. La “brusca frenata” dell’accesso all’istruzione

Scuole chiuse e meno risorse: così la pandemia mette a rischio bambine e ragazze

Aumenta nel mondo per le bambine il rischio di essere sottoposte a mutilazioni genitali femminili, matrimoni e gravidanze precoci, a causa della chiusura delle scuole e della riduzione dei fondi destinati a porre fine a queste pratiche. E’ la denuncia contenuta nel nuovo dossier La Condizione delle Bambine e le Ragazze nel Mondo” della nona edizione della Campagna Indifesa di Terre des Hommes. Una fotografia delle “drammatiche conseguenze che la pandemia di Coronavirus sta avendo sulle fasce più vulnerabili della popolazione mondiale, in particolare sulle bambine e sulle ragazze”.

“Oltre 13 milioni di matrimoni precoci tra 2020 e 2030”

Secondo il dossier ogni anno 12 milioni di ragazze sotto i 18 anni sono costrette a sposarsi, spesso con uomini molto più grandi di loro, ma “si teme che in questo clima di insicurezza economica nel prossimo decennio la cifra possa crescere, con un incremento di altri 13 milioni di spose bambine”. Oggi, sottolineano gli osservatori, il problema è più acuto in Asia meridionale, Africa Sub-Sahariana e in determinate zone dell’America Latina e dei Caraibi (Cuba, Honduras, Nicaragua), ma anche alcune aree dell’Europa e degli Stati Uniti non ne sono esenti. L’Agenzia delle Nazioni Unite per la popolazione, ricorda Terres des Hommes, rileva che l’epidemia di Covid-19 sta costringendo ong e governi a interrompere le proprie campagne contro i matrimoni precoci e che “la recessione economica mondiale già in atto sta avendo un grande impatto sui livelli di povertà nei paesi a basso reddito, in cui il matrimonio minorile è prevalente”.

“Almeno 200 milioni di ragazze e donne mutilate” 

Nel 2020 ben 4,1 milioni di bambine potrebbero essere sottoposte a mutilazioni genitali, di cui 290mila ragazze in Somalia, che resta il paese con il più alto tasso al mondo (98% della popolazione femminile locale infibulata). L’inizio del 2020 registrava una conquista: la pratica è stata dichiarata illegale in Sudan, uno dei Paesi dell’Africa sub-sahariana con un’altissima percentuale di donne mutilate da giovanissime (87% tra i 14 e i 49 anni). Nel mondo almeno 200 milioni di ragazze e donne sono state mutilate nei 31 Paesi che forniscono questi dati, ma difficile definirne un numero certo. 

La “brusca frenata” dell’accesso all’istruzione

La diffusione della pandemia globale e le conseguenze delle misure di sicurezza adottate dai governi per contenere i contagi, come la quarantena e la chiusura di ogni attività, hanno dato una brusca frenata all’accesso all’istruzione tout court, in modo particolare nei Paesi in via di sviluppo e tra le fasce di popolazione più svantaggiate di quelli industrializzati, o nelle campagne, mettendo gravemente a rischio il diritto all’istruzione delle bambine. L’Unesco1 - l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura - ha stimato che a fine marzo 2020 erano circa 743 milioni le bambine e le ragazze impossibilitate ad andare a scuola a causa del lockdown e di queste, 111 milioni vivevano nei Paesi meno sviluppati, “dove già normalmente andare a scuola è rappresenta una sfida”.

Nel mondo “mancano” più di 142 milioni di donne

“Nascere donna è ancora una disgrazia in molti Paesi del mondo e la scelta di fronte alla notizia del sesso del feto del bambino può pendere negativamente quando il cordone ombelicale è attaccato ad una femmina”, sottolinea il rapporto. Lo dicono anche i numeri: se nel 2010 mancavano 126 milioni di donne e ragazze per cause che possono includere, ad esempio, l’eccesso di mortalità femminile e la selezione del sesso prenatale, oggi mancano più di 142 milioni di donne. “Il fenomeno è cresciuto a partire dagli anni Novanta, quando alcune aree del mondo, come l’India, hanno visto fino al 25% di nascite maschili in più rispetto a quelle femminili. – si legge - L’aumento della selezione del sesso è allarmante in quanto riflette il persistente stato di inferiorità, anche numerica, di donne e ragazze. Il conseguente squilibrio di genere ha anche un effetto dannoso sulle società. I fenomeni di aumento della violenza sessuale e della tratta vengono, infatti, collegati anche alle pratiche di selezione di genere”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)