Sea Watch attracca a Lampedusa, comandante ai domiciliari

Nella notte l’imbarcazione è entrata nel porto siciliano senza l’autorizzazione delle autorità. Sbarcati i migranti a bordo, ma per la nave della ong scatterà il sequestro e una sanzione. Esulta Salvini: “Giustizia è fatta”. Il sostegno alla comandante sui social: “Siamo al tuo fianco"

Sea Watch attracca a Lampedusa, comandante ai domiciliari

ROMA - All'una e mezza di questa notte la Sea Watch è entrata nel porto di Lampedusa senza l'autorizzazione delle autorità italiane. I 40 migranti che erano a bordo sono stati sbarcati e sono scesi anche i cinque parlamentari del centrosinistra che si trovavano a bordo. La comandante Carola Rackete, sottoposta a fermo con l'accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio, ora è ai domiciliari. Per il ministro dell'interno Matteo Salvini quello di Rackete è stato "un comportamento criminale, ha messo a rischio la vita degli agenti della guardia di finanza”. Il ministro dell’Interno ha poi esultato su Twitter: “Comandante fuorilegge arrestata. Nave pirata sequestrata. Maxi multa alla ong straniera. Immigrati tutti distribuiti in altri Paesi europei. Missione compiuta”. Sempre sul social network, Salvini ha aggiunto: “Vergogna per il silenzio del governo olandese. Tristezza per i parlamentari italiani a bordo di una nave che non ha rispettato le leggi italiane, attaccando addirittura una motovedetta delle nostre Forze dell’Ordine. Giustizia è fatta". Secondo fonti del Viminale, in applicazione del dl sicurezza bis per la Sea Watch scatteranno il sequestro amministrativo e la sanzione pecuniaria da 20 mila euro che potrà arrivare, se non pagate entro i termini, a 50 mila euro. "Sono stato un buon profeta" dicendo che il caso Sea Watch diventava competenza della magistratura, "ma non perché avessi avuto una soffiata ma semplicemente perché da giurista e avendo contezza della violazione compiuta prefiguravo delle responsabilità penali. Adesso spetta alla magistratura applicare le nostre leggi. Ci sono, che piacciano o non piacciano". Così il premier Giuseppe Conte sull'arresto della comandante di Sea Watch Carola Rackete, al termine del G20."Io sono responsabile del governo, a me spetta la responsabilità di far applicare le leggi", ha aggiunto Matteo Orfini, deputato del Pd affida a Facebook la descrizione di quanto accaduto nella notte. "I migranti sono sbarcati finalmente. Dopo 16 giorni - scrive Orfini -. Carola Rackete, la capitana della Sea Watch è stata arrestata durante la notte, in favore di telecamere, tra la folla e le sirene accese. Le si contesta la manovra con cui ha forzato il blocco. Attendiamo il processo come è giusto che sia ma io una cosa posso dirvela: quei 42 migranti io li ho visti, ci ho parlato”. Secondo Orfini, “non potevano rimanere su quella nave un secondo in più - continua -. La situazione era insostenibile. Per giorni si è promesso uno sbarco imminente. Per giorni si è mentito. Quando stavamo a bordo abbiamo ripetutamente avvertito il governo, sollecitando a sbloccare una situazione che stava diventando esplosiva. Ogni volta abbiamo ricevuto rassicurazioni, ma poi nulla accadeva. Il governo ha scelto di far crescere la tensione, ha scelto di giocare una partita squallida sulla pelle di 42 esseri umani. C'era l'accordo per la redistribuzione dei migranti, eppure non sono stati fatti sbarcare 'in 5 minuti' come aveva promesso Salvini. Sarebbero ancora sulla nave se la Sea Watch non avesse forzato”. Sui social, intanto, tanti i messaggi a sostegno della comandante della Sea Watch. “Chi salva vite e si batte per il rispetto dei diritti e della dignità delle persone viene arrestato - si legge sul profilo ufficiale su Twitter di Open Arms -, chi lascia uomini, donne e bambini in mare per giorni gode dell'immunità parlamentare. Siamo al tuo fianco, Carola Rakete. Forza”. Anche Emergency si schiera al fianco di Carola Rackete: “Tutta la nostra solidarietà a Sea Watch e alla capitana Carola Rackete. Hanno difeso i diritti umani dei migranti contro la disumanità”. “Ancora una volta il nemico è chi soccorre e chi fa quello che governi e istituzioni europee non fanno - scrive su Twitter la piattaforma Mediterranea Saving Humans -, violando tutte le leggi e le convenzioni: tutelare i diritti umani. Un ennesimo atto della guerra contro le navi della società civile”. Di “macchia indelebile di disonore a carico di uno stato che calpesta il principio del soccorso in mare, fingendosi invaso da un equipaggio generoso e da migranti inoffensivi”, invece, parla Gad Lerner, ancora su Twitter. Infine, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris che sui social scrive: “Nell'Italia devastata da corruzioni e mafie, dove le deviazioni istituzionali sono sistema, ora arrestano Carola, comandante coraggiosa della Sea Watch, per il reato di umanità. È un dovere salvare vite umane in mare, è un reato farle morire. In Italia è il rovescio!”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)
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