Sea Watch, blitz dei parlamentari: "Sbarchino tutti immediatamente"

Questa mattina i parlamentari Nicola Fratoianni, Riccardo Magi e Stefania Prestigiacomo insieme al sindaco di Siracusa e membri di alcune ong hanno raggiunto l’imbarcazione, nonostante i divieti. “Raccoglieremo testimonianze su abusi subiti in Libia”

Sea Watch, blitz dei parlamentari: "Sbarchino tutti immediatamente"

ROMA - Una delegazione composta da tre parlamentari (Nicola Fratoianni, Riccardo Magi e Stefania Prestigiacomo), dal sindaco di Siracusa Francesco Italia, medici e avvocati, la portavoce di Sea Watch Italia Giorgia Linardi e Alessandra Sciurba di Mediterranea Saving Humans questa mattina ha raggiunto in gommone la Sea Watch 3 ferma al largo di Siracusa ed è salita a bordo per verificare le condizioni di vita dei migranti bloccati sull’imbarcazione da oltre una settimana. “L'operazione si è realizzata nonostante l'illegale divieto comunicato ieri pomeriggio dalle autorità - spiega una nota di Mediterranea Saving Humans -, che avrebbe impedito ai parlamentari di svolgere quell'attività ispettiva che è loro prerogativa costituzionale. Le motovedette che presidiano la nave Sea-Watch-3 sono intervenute per bloccare il gommone ma sono arrivate troppo tardi”.

Secondo quanto riportato da Mediterranea Saving Humans, la delegazione ha incontrato i 47 migranti salvati a bordo della nave, verificando le loro condizioni fisiche e psicologiche. Inoltre, la delegazione ha “raccolto le loro testimonianze sugli abusi e le vere e proprie torture subite nei campi di detenzione in Libia - spiega la nota -. La delegazione, infine, documenterà tutte le legittime motivazioni a sostegno della richiesta di sbarco immediato per tutte le persone a bordo”. L’iniziativa è stata raccontata sui social anche dai parlamentari che hanno raggiunto la Sea Watch. "Con un gommone abbiamo raggiunto la Sea Watch 3 e siamo saliti a bordo nonostante i divieti per esercitare i nostri diritti e doveri di parlamentari - ha scritto su Twitter Riccardo Magi, deputato di +Europa -. Siamo qui per verificare le condizioni dei passeggeri e dell'equipaggio. Chiediamo che siano fatti sbarcare tutti immediatamente”. 

Lo stesso Magi, sempre su Twitter, aveva raccontato anche il divieto di salire a bordo. "A me e ad altri parlamentari è stato impedito di salire a bordo della Sea Watch per verificare le condizioni dei passeggeri e dell’equipaggio - ha scritto Magi su Twitter -. Di fatto è stato impedito a dei parlamentari italiani l'esercizio delle proprie prerogative sul territorio nazionale. Questo è gravissimo e va ben oltre le questioni legate al governo dell'immigrazione. Assistiamo a un rimpallo di responsabilità tra autorità marittima e prefettura. Insisteremo perché siano garantite prerogative costituzionali di chi rappresenta i cittadini italiani e tutelati i diritti fondamentali delle persone a bordo della nave”. Anche  il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali aveva denunciato il divieto imposto ai parlamentari. "Le autorità italiane continuano ad impedire a me e ad altri parlamentari di salire a bordo. Si tratta di una scelta grave e immotivata - ha reso noto Fratoianni -. Chiedo al Presidente Fico di attivarsi per garantire a membri della Camera dei Deputati che presiede di esercitare le loro prerogative costituzionali". 

"Siamo saliti nonostante il divieto insopportabile e inaccettabile delle autorità che fino a ieri ci hanno ripetuto che non potevamo salire a bordo". Noi invece, abbiamo "fatto quello che andava fatto per verificare le condizioni e chiedere che i 47 ostaggi possano sbarcare". Lo dice il deputato di Leu Nicola Fratoianni, in diretta video su facebook dalla Sea watch 3. Il parlamentare spiega di aver parlato con alcuni di loro. Si tratta di "persone che hanno vissuto traumi terribili" e che "ci hanno mostrato le cicatrici delle torture" che hanno subito. Sono "persone che stavano per morire e che invece sono state salvate. Ora hanno il diritto di sbarcare in un porto sicuro”.

Sulla Sea Watch 3, intanto, sono intervenuti anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini e Danilo Toninelli, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Salvini, in una nota, fa sapere di avere “elementi concreti per affermare che, mettendo a rischio la vita delle persone a bordo, il comandante e l'equipaggio della Ong Sea Watch 3 abbiano disubbidito a precise indicazioni che giorni fa li invitavano a sbarcare nel porto più vicino (non in Italia!), prove che verranno messe a disposizione dell'autorità giudiziaria. Se così fosse, saremmo di fronte ad un crimine e ad una precisa volontà di usare questi immigrati per una battaglia politica, un fatto gravissimo”. Per Toninelli, la Sea Watch 3 “si è mossa in totale autonomia in mare Sar libico, senza attendere la Guardia Costiera di Tripoli - scrive sul suo profilo Facebook -. Avrebbe poi potuto puntare da subito verso la Tunisia per cercare riparo dal maltempo incombente, ma ha preferito girare la prua in direzione Lampedusa". Secondo Toninelli, la SeaWatch “ha deciso di sfidare il mare, puntando verso le coste siciliane che si trovano a oltre 100 miglia da Lampedusa. E dunque mettendo irresponsabilmente a repentaglio la salute e la vita dei naufraghi. Siamo di fronte a una violazione della legge del mare, secondo cui chi naviga in quelle condizioni dovrebbe fare rotta verso le acque più vicine dove trovare ridosso”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)