Sistema di accoglienza e integrazione: beneficiari in calo, ma i minori stranieri soli aumentano

Rapporto Anci-Cittalia. Sono 18.269 i nuovi beneficiari nel 2020. Nonostante il numero complessivo degli accolti sia leggermente diminuito rispetto al 2019 (-2.314), netto aumento dei minori stranieri non accompagnati (5.680). Il profilo del beneficiario ritrae un uomo (8 su 10), single, giovane (75,6% ha tra i 18 e i 40 anni), arrivato in Italia via mare dall’Africa sub-sahariana occidentale o giunto dai Paesi asiatici

Sistema di accoglienza e integrazione: beneficiari in calo, ma i minori stranieri soli aumentano

Ancora numeri e caratteristiche dell’accoglienza da parte di comuni ed enti locali, numeri contenuti nel Rapporto annuale Siproimi/Sai di Anci e Cittalia, presentato questa mattina.

Gli inserimenti in accoglienza e i beneficiari accolti

Nel 2020 il Servizio centrale del SIPROIMI/SAI ha predisposto l’inserimento in accoglienza per 18.269 nuovi beneficiari. Per l'anno in esame è particolarmente rilevante il dato relativo ai 2.927 inserimenti predisposti in favore di minori stranieri non accompagnati, 1.411 provenienti da sbarco, 817 dal territorio e 699 dalla prima accoglienza (FAMI).
L'andamento dei beneficiari accolti ricalca sostanzialmente il trend dei posti: nel 2020 sono stati accolti complessivamente 37.372 persone (contro i 39.686 del 2019) in 31.324 posti (nel 2019 erano 33.625).
La maggior parte dei beneficiari (83%) è stato accolto all’interno di progetti ordinari, il 15,2% nei progetti per minori stranieri non accompagnati e il restante 1,8% nei progetti per disabili e disagio mentale. Nonostante il numero complessivo dei beneficiari accolti sia leggermente diminuito rispetto al 2019 (-2.314, ovvero -5,8%), si segnala il netto aumento dei MSNA che si attestano a 5.680. “La diminuzione degli accolti è da imputarsi a diverse concause quali, in particolare, la diminuzione dei posti finanziati per le categorie ordinarie e per il disagio mentale/assistenza sanitaria specialistica e prolungata, la diminuzione degli arrivi sul territorio nazionale e gli effetti dovuti al cambiamento delle tipologie di beneficiari ammessi all’accoglienza nel Sistema di Protezione, così come stabilito nel decreto legge n. 113/2018, convertito in legge n. 132/18, che aveva escluso dall’ingresso nel SIPROIMI/SAI i titolari di protezione umanitaria/speciale e i richiedenti protezione internazionale”, si ricorda.

I beneficiari accolti

Le persone accolte nel corso dell’anno 2020 all’interno dei progetti della rete SIPROIMI/SAI sono state complessivamente 37.372. Sono uomini 8 persone accolte su 10 e il 75,6% degli accolti appartiene alla fascia di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Il profilo prevalente del beneficiario ritrae un giovane uomo, single, arrivato in Italia via mare dall’Africa sub-sahariana occidentale (Nigeria e Mali) o giungendo dai Paesi asiatici (Pakistan e Bangladesh), che è stato accolto in un appartamento e che, nella maggioranza dei casi, esce dal Sistema per la naturale conclusione del suo percorso d’accoglienza. Come già anticipato, dei circa 38 mila beneficiari, l’83% è stato accolto nei progetti ordinari, il 15,2% nei progetti per minori stranieri non accompagnati e il restante 1,8% nei progetti per disabili e disagio mentale.

Nel corso del 2020 sono stati 102 i Paesi dai quali sono giunti i beneficiari accolti nel SIPROIMI/SAI (perlopiù africani e asiatici), ma quasi il 70% provengono da 10 nazioni sostanzialmente riassumibili in tre cluster geografici: i paesi dell’Africa Sub-Sahariana (79,6%), suddivisa nell’area occidentale (Nigeria, Gambia, Mali, Guinea, Senegal, Costa D’Avorio) e in quella orientale (Somalia); i paesi asiatici (16,5%): Pakistan e Bangladesh; i paesi della cintura del Mediterraneo, ed in particolare, la Tunisia (3,9%). La Nigeria, confermando il trend degli anni precedenti, rimane in assoluto il primo paese di origine dei beneficiari con 7.124 persone accolte, pari al 19,1% del totale. Un beneficiario su cinque proviene da questo Paese, ma rispetto al 2019 si osserva un lieve decremento (-14,7%).
Al secondo posto per paese di provenienza ritroviamo il Pakistan, nazionalità che ha registrato nell’ultimo anno un incremento del 16,7% e a seguire il Mali (-18,5%), il Bangladesh (+144,2%) e il Gambia (-46,2%). Rispetto al passato, nel 2020 è continuata la flessione di accolti provenienti da Eritrea ed Etiopia, mentre si sono confermati gli altri Paesi rientranti tra i primi 20 più rappresentati nei progetti di accoglienza (a eccezione del Marocco che nel 2019 era in diciannovesima posizione). Tra questi anche il Pakistan, in seconda posizione con il 9,5%, il quale risulta essere anche il primo Paese per le domande di asilo presentate in Italia nel 2020. Contestualmente, si registra la novità di persone accolte provenienti dalla Tunisia (+410%, da 288 nel 2019 a 1.471 nel 2020) e l’incremento di coloro che giungono dal Bangladesh. “La crescita di queste nazionalità è direttamente correlata alle caratteristiche dei flussi migratori che hanno caratterizzato l’anno in oggetto – si afferma nel Rapporto -. I tunisini sono, infatti, stati primi per nazionalità negli arrivi in Italia nel 2020 (11.471, pari al 38%), seguiti dai Bangladesi (4.141, pari al 12%). Allo stesso modo l’incidenza di questi due Paesi così come di Albania ed Egitto è da collegare all’aumento nel SIPROIMI/SAI di minori stranieri non accompagnati provenienti da queste realtà, i quali rappresentavano oltre il 60% dei minori soli censiti e presenti in Italia alla fine del 2020”.

I beneficiari minorenni e le donne

Passando all’analisi delle nazionalità dei beneficiari minorenni (accompagnati e non), la composizione dei primi venti Paesi rimane pressoché la stessa, ma rispetto all’anno precedente la differenza è nel loro ordinamento.
La Nigeria si attesta sempre al primo posto con 1.742 minorenni, pari al 24,5%, mentre salgono al secondo posto i minori provenienti dal Bangladesh (568 beneficiari, 8%), al terzo i minori giunti dalla Siria (520 beneficiari, 7,3%) e al quarto quelli dalla Tunisia (501 minorenni, 7,1%).
“A livello generale i 7.106 minorenni accolti nel 2020 coprono il 19% dei beneficiari complessivi e come nel 2019 circa la metà dei beneficiari accolti nel SIPROIMI/SAI provenienti dalla Siria ha meno di 18 anni e afferiscono a nuclei familiari numerosi entrati nel Sistema attraverso il programma di resettlement, mentre i minori albanesi, tunisini e bangladesi sono perlopiù minori soli non accompagnati”, si afferma.
L’analisi della nazionalità delle beneficiarie di sesso femminile offre ulteriori spunti di riflessione. Circa la metà delle beneficiarie (3.604, ovvero il 46,4% sul totale delle donne accolte) proviene dalla Nigeria, alle quali seguono nettamente distanziate coloro che provengono dalla Costa d’Avorio (569, 7,3%), dalla Siria (6%), dalla Somalia (5,3%) e poi a scendere tutte le altre nazioni, in primo luogo quelle dell’Africa Sub-Sahariana. Complessivamente, le beneficiarie di sesso femminile si attestano a 7.761 unità, pari al 20,8% del totale. Questa quota percentuale sale in maniera significativa nel caso degli accolti provenienti dalla Nigeria ove le donne rappresentano il 50,6% del totale, o della Siria (40,5%), così come della Costa d’Avorio (32,8%) o Somalia (22,4%).

“Seppur la composizione di genere dei beneficiari veda sempre una predominanza storicamente attestata della componente maschile (79,2%), l’incremento della presenza femminile all’interno dei progetti del SIPROIMI/SAI nel 2020 (+1,3% rispetto al 2019) conferma il trend di costante crescita, registrata a partire dal 2016 – si afferma nel Rapporto -. Questo può ricondursi a due fattori: il cambiamento delle caratteristiche dei flussi migratori, successivamente alle cosiddette ‘primavere arabe’, con un sensibile aumento delle persone di sesso femminile, soprattutto negli arrivi via-mare; e l’avvio nel settembre 2015 di un programma strutturale di Resettlement da parte del Ministero dell’Interno, che ha comportato un piano di arrivi protetti in via prioritaria riservato a nuclei familiari (in particolare Siriani ed Eritrei) provenienti da Libano, Sudan e Libia”.

Tra i primi dieci Paesi di provenienza della popolazione di sesso femminile si sono registrati anche Siria ed Eritrea (anche a causa del fatto che sono prevalentemente di queste nazionalità i nuclei familiari rientranti nel programma di Resettlement), nonché Camerun, Iraq e Marocco, non presenti tra le prime dieci nazionalità del genere maschile.

“Un’attenzione particolare va riservata alle beneficiarie di nazionalità nigeriana le quali, come già detto, sono giunte a rappresentare quasi la metà (46,4%) dell’intero contingente femminile accolto nel corso del 2020. Il costante incremento delle presenze nigeriane avvenuto nell’ultimo quinquennio è, infatti, molto spesso correlato a condizioni di fragilità e vulnerabilità, nonché a situazioni di vittimizzazione legate al fenomeno dello sfruttamento e della tratta, così come ad episodi di violenza subiti durante il viaggio migratorio”, si afferma.

Confermando la tendenza già riscontrata negli ultimi anni, anche nel 2020, la prevalenza di beneficiari accolti nel SIPROIMI/SAI è di giovane età. Se per il 19% si è trattato di minori (in famiglia e non accompagnati), più in generale si rileva come il 75,6% degli accolti sia di età compresa tra i 18 e i 40 anni ed in particolare la componente maggiormente rappresentata è quella dei giovani adulti dal momento in cui risultano essere il 41,9% i beneficiari appartenenti alla fascia di età 18-25 anni.

A proposito dell’analisi combinata di età e genere è interessante evidenziare come nelle prime due classi d’età si crei un disallineamento: nella fascia 0-17 anni la componente femminile ha una quota maggiore di minorenni (28,5% delle donne contro 16,5% di uomini), mentre la componente maschile è più concentrata nella classe d’età dei giovani adulti (45,0% degli uomini contro il 30% delle donne nella fascia 18-25). Viceversa, il dato delle ultime due classi d’età (26-40 e oltre i 40 anni) disaggregato per genere è più allineato.

Nel 2020 sono stati complessivamente accolti 7.106 minori, pari al 19%. Questo valore ha registrato una crescita significativa nell’ultimo quinquennio: si è partiti dall’11% del 2016, per poi salire al 13,3% nel 2018, fino a registrare un aumento di 6 punti percentuali nell’ultimo biennio. A tal proposito vale la pena evidenziare che i minorenni che rientrano nella categoria dei “non” accompagnati si attestano al 36,7% del totale dei minorenni accolti, mentre il restante 63,3% è costituito dai minori “accompagnati”. Tale incremento è legato in buona parte alle modifiche normative intercorse a partire dalla fine del 2018: il SIPROIMI/SAI è infatti diventato il sistema privilegiato di presa in carico di tutti i minori non accompagnati presenti sul territorio nazionale.

I beneficiari rientranti nella categoria “MSNA” accolti nel 2020 sono stati complessivamente 5.680 (+19,5% rispetto al 2019, di cui 2.609 maggiorenni (pari al 54,1%). Una quota rilevante dei minori non accompagnati è prossima alla maggiore età e ciò comporta, in concreto, la prosecuzione nella presa in carico all’interno dei progetti SIPROIMI/SAI per ulteriori 6 mesi per i neomaggiorenni nonché fino al ventunesimo anno di età se destinatari di un provvedimento di proseguo amministrativo da parte del Tribunale per i minorenni. La prosecuzione della presa in carico dei neomaggiorenni (attraverso lo strumento del prosieguo amministrativo sino, potenzialmente, al 21esimo anno di età del minore) è finalizzata al completamento del percorso di accoglienza integrata e all’acquisizione di strumenti utili alla loro futura autonomia.

Il dato sui MSNA conferma il costante incremento degli accolti che è andato crescendo parallelamente all’ampliamento dei progetti e dei posti specificatamente dedicati a questa categoria di beneficiari. Nel corso del 2020 i posti dedicati ai MSNA sono stati 4.437 distribuiti su 148 progetti e in tale computo sono inclusi anche i progetti di seconda accoglienza finanziati dal Fondo FAMI 2014–2020 e che includono 206 posti dedicati specificatamente all’accoglienza di minori con particolari fragilità quali disagio psichico, vulnerabilità sanitarie, problemi di tratta.

Coerentemente con quanto si osserva a livello nazionale rispetto al fenomeno dei MSNA, per quanto riguarda la distribuzione di genere, è assolutamente prevalente la componente maschile, che nel 2020 ammonta specificatamente a 5.527 beneficiari, pari al 97,3% degli accolti. Per quanto concerne invece le principali nazionalità dei MSNA, si segnalano innanzitutto i minori provenienti dal Bangladesh (914 minori, pari al 16,1%) e dall’Albania (684 minori, 12%), a cui seguono i tunisini (10%), gli egiziani (9,5%) e i pakistani (7,3%). Rispetto al 2019, come anticipato sopra, i minori tunisini e bangladesi fanno registrare l’incremento maggiore, a cui seguono gli albanesi e i pakistani: da questi quattro Paesi è proveniente quasi il 48% degli accolti.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)