Spesa sanitaria per la prevenzione: da dieci anni taglio alle risorse

Inchiesta del mensile Altreconomia: le Regioni dal 2009 non hanno destinato il 5% della loro spesa sanitaria come avrebbero dovuto. In totale sono mancati oltre 10 miliardi di euro ad attività e strutture che oggi sarebbero state utili per affrontare meglio il Covid-19

Spesa sanitaria per la prevenzione: da dieci anni taglio alle risorse

Prevenzione addio: in Italia in dieci anni sono stati sottratti al settore oltre 10 miliardi di euro. Una scelta pagata a caro prezzo nella pandemia. È quanto emerge dall’inchiesta di copertina del numero di dicembre di Altreconomia. Firmata da Giovanna Borrelli e Francesco Sparano, l’inchiesta sulla spesa sanitaria delle Regioni mostra come nell’ultimo decennio, a differenza di quanto previsto dall’intesa con lo Stato nel dicembre 2009, le Regioni non abbiano destinato il 5% della propria spesa sanitaria ad attività di prevenzione tra cui rientrano i programmi di contact tracing e screening, le attività di sorveglianza e controllo delle malattie infettive e la prevenzione di malattie croniche.

Secondo i dati del ministero della Salute ottenuti da Altreconomia, dal 2008 al 2018 la spesa in prevenzione è sempre stata inferiore al 5% del totale della spesa sanitaria. A livello nazionale non si è mai superato il 4,5%: si va dal 4,09% del 2012 al 4,44% del 2017. Risultato: in questi dieci anni sono stati sottratti alla prevenzione e spesi in altre attività sanitarie circa 10,2 miliardi di euro.

Nel 2018 sono stati spesi in prevenzione circa 5,5 miliardi di euro, l’equivalente del 4,37% della spesa sanitaria complessiva. Le Regioni che raggiungono l’obiettivo del 5% sono pochissime. Nel 2018 solo tre hanno superato questa soglia, mentre sette hanno speso meno del 4%. La maggior parte delle risorse destinate alla prevenzione è stata utilizzata per pagare stipendi, effettuare ispezioni o rilasciare certificazioni e questo ha comportato l’insufficienza di fondi per programmi specifici, come è apparso evidente nelle difficoltà che le Regioni hanno incontrato nel monitoraggio dei contagi da Covid-19.

In questa cornice è ricostruita la vicenda del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) istituito presso l’Istituto superiore di sanità: è stato smantellato nel 2015 durante la presidenza all’Iss di Walter Ricciardi che oggi è consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza Covid-19. “Tutto il settore della prevenzione nel corso degli anni ha subito tagli pesanti. Si sono accorpati molti servizi territoriali, così i dipartimenti di prevenzione che avevano un bacino di utenza di una certa dimensione si sono poi trovati ad avere un bacino molto più grande”, racconta Stefania Salmaso, che ha diretto il Cnesps dal 2004 al 2015. In tutte le Regioni sono diminuite le Asl e i dipartimenti di prevenzione: si è passati da 197 Asl e 170 dipartimenti di prevenzione nel 2000 a 99 Asl nel 2020 e 99 dipartimenti di prevenzione nel 2017 (ultimo dato disponibile).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)