Stati generali natalità. Istat: “L’obiettivo? 500mila nati nel 2031: iniezione di futuro”

La curva dei nati è in continua discesa dal dopoguerra a oggi. Il presidente Blangiardo: “Serve invertire la rotta con una triangolazione tra famiglie, imprese e politica. Cambiare anche la cultura”

Stati generali natalità. Istat: “L’obiettivo? 500mila nati nel 2031: iniezione di futuro”

Dal dopoguerra a oggi la curva dei nuovi nati in Italia è in continua discesa, sia in termini assoluti che in termini di tasso di natalità. Nel 2020 il numero si attesta su 404 mila, nel 2021 il confine dei 400 mila sarà superato al ribasso. Per questo, per rilanciare il paese bisogna pensare a politiche mirate sulla natalità, per arrivare a 500mila nascite in dieci anni, nel 2031. Lo ha sottolineato Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istituto nazionale di Statistica, intervenendo oggi agli Stati generali della natalità organizzati all’auditorium conciliazione di Roma. 

La situazione generale

Dopo il periodo glorioso del baby boom, infatti, “oggi siamo di fronte a nuovo precipizio” interrotto solo da una parziale risalita all’inizio degli anni 2000 dovuta all’ arrivo dei migranti e ai ricongiungimenti familiari - spiega Blangiardo. “Questo vuol dire arrivare a metà secolo con 350mila nati in un paese di 60 milioni abitanti. Le previsioni sul futuro è che ci stiamo incamminando sul percorso più pessimistico”.  

Questo scenario apre a una serie di criticità, innanzituto perchè le persone con almeno 90 anni sono passate da 200mila negli anni ‘90 a 800mila oggi. Saranno 1 milione tra dieci anni. “Parlare di sanità che garantisca una sopravvivenza dignitosa a questo enorme numeri anziani è una sfida importante” sottolinea il direttore dell’Istat -. Il secondo elemento riguarda il mercato del lavoro e le pensioni, cioè la differenza tra popolazione attiva e over 65. In questo caso si è passati da un rapporto di 26 a 100 negli anni passati a 39 a 100, che in qualche decennio potrebbe arrivare oltre 60 a 100. “Il problema degli equilibri del sistema previdenziale sono estremamente delicati e importanti” continua ancora Blangiardo. Infine il terzo fattore è relativo alla popolazione, cioè al totale degli abitanti. “Dal 2014 al 2019 l’Italia ha perso 705mila residenti, parliamo del periodo prima dell’effetto Covid19 - spiega - Con la pandemia nel 2020 la diminuzione della popolazione è di quasi 400mila unità. Nel 2019 ci sono stati cinquemila comuni che hanno perso popolazione su 7000 totali, più della metà. Questo significa meno consumi, meno Pil, spopolamento delle aree montane e interne, con una serie di problemi immaginabili”. 

Il presidente dell’Istat ha posto l’accento anche sulla sostenibilità generazionale: “ci sono più bisnonni che pronipoti, in mille comuni il numero di bisnonni è addirittura doppio rispetto a quello dei pronipoti. Ben vengano gli  anziani ma ci deve essere equilibrio”.

Come invertire la rotta?

Interpretando il messaggio dei numeri Blangiardo ha ricordato le esperienze di altri paesi europei, come la Germania, la Polonia, la Slovacchi che in pochi anni sono riusciti a invertire la rotta. “Questi esempi ci dicono che si può fare - sottolinea -. Prendiamo un obiettivo: 0,6 figli per donna in più in dieci anni. Non sarà facile, dobbiamo remare controcorrente perché i matrimoni sono dimezzati e il potenziale riproduttivo andrà progressivamente a essere più debole. Se nonostante questo riusciamo a realizzare questo obiettivo si potrebbe salire a oltre 517 mila nati nel 2031, è sarebbe un’iniezione di vitalità. Non è impossibile”. 

Come si arriva a 500mila nuove nascite? “Serve una dovuta triangolazione che coinvolga tutti gli attori:  le famiglie, il privato sociale e le imprese - aggiunge -. C’è un mondo imprenditoriale sensibile, ci sono idee e progetti di sostegno che si possono realizzare. Ma c’è bisogno anche di risorse. Tutto questo va inserito nel giusto contesto, quello delle norme). Qualcosa si sta già facendo, continuiamo in questa direzione. Ricordando, infine anche l’importanza della cultura che dia il giusto valore ai bambini. Sono il nostro futuro, ci garantiscono la continuità. Se riusciamo a fare questa triangolazione i 500mila nati non saranno un sogno ma una realtà possibile”. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)