Sudan, “in atto genocidio e massacro. Subito corridoi umanitari”. Appello di Amsi

L'associazione dei medici di origine straniera in Italia, insieme all'Unione medica euro-mediterranea, si rivolge a Commissione europea, Onu e governo italiano: “14 ospedali bombardati, 19 evacuati. Sequestrati 2 laboratori biologici e virologici, con grande rischio di una guerra biologica. Feriti e cadaveri in strada”

Sudan, “in atto genocidio e massacro. Subito corridoi umanitari”. Appello di Amsi

 E' in atto un genocidio, ma non solo: c'è il rischio concreto di una guerra biologica, così come è probabile la diffusione di colera: sono solo alcune delle drammatiche notizie sul Sudan riferite da Umem (Unione medica euro-mediterranea), Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia) e Comai (Comunità del mondo arabo in Italia ), che seguono con attenzione fin dall'inizio il conflitto in Sudan, grazie al contatto diretto del Presidente Foad Aodi con i medici locali e i rappresentati delle associazioni in Sudan.

“La situazione, come già stato ampiamente illustrato, è drammatica dal punto di vista sanitario e umanitario, in un Paese dove già si soffriva la mancanza di tutto da questo punto di vista, peggiorato molto a seguito della pandemia”, riferiscono le associazioni, in un appello indirizzato a Commissione europea, Onu e governo italiano. Il presidente Foad Aodi, membro della commissione Salute Globale FNOMCeO, ribadisce “la solidarietà al popolo e alla comunità sudanese in Italia” e riferisce alcuni dati e notizie che arrivano dal Paese: “Più di 500 morti e 4500 feriti, ma il bilancio sicuramente è più alto rispetto a ciò che è dichiarato; più del 71% degli ospedali è fuori uso, la maggioranza di questi nella capitale Khartoum. 14 sono stati bombardati, 19 evacuati. Solo 22 ospedali sono operativi, ma con grande difficoltà e mancanza di medici e materiale sanitario. Inoltre, sono stati sequestrati due laboratori biologici e virologici, con grande rischio di una guerra biologica. Mancano cibo, acqua, elettricità, farmaci e ambulanze e ci sono gravi difficoltà di trasporto. Numerosi feriti e cadaveri si trovano in strada e l'impossibilità di trasportarli accresce il rischio di diffusione del colera. Più di 1687 cittadini arabi e stranieri evacuati dal Sudan sono arrivati in Arabia Saudita (sono sudanesi e di altre 26 nazionalità)”.

Aodi si rivolge dunque a tutti i Paesi europei, all'Onu, alla Commissione Europea, al governo italiano e alla Lega Araba, affinché attivino corridoi sanitari e umanitari, tutelino gli ospedali e inviino delegazioni di medici specialisti (Medici d'urgenza, Ortopedici, chirurghi, pediatri, ginecologi e anestesisti ) e infermieri. Occorre inoltre tutelare tutti i cittadini di origine straniera nel Sudan, compresi gli studenti arabi, yemeniti ed iracheni i quali chiedono aiuto da giorni”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)