Summit sulla sicurezza alimentare, “fame aumentata, affrontare subito le cause”

Due gli eventi organizzati dagli Stati Uniti: una riunione a livello ministeriale il 18 maggio e un dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza il giorno successive. Azione contro la fame: “È essenziale che la buona volontà e gli impegni avanzati durante questa settimana si traducano in azioni immediate e durature”. Le proposte delle organizzazioni umanitarie

Summit sulla sicurezza alimentare, “fame aumentata, affrontare subito le cause”

“In questi giorni, i leader mondiali rivolgeranno la loro attenzione alla crisi alimentare globale nel corso di due eventi organizzati dagli Stati Uniti: una riunione a livello ministeriale il 18 maggio e un dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza il giorno successivo. L'obiettivo generale di questi appuntamenti è quello di catalizzare l'azione sulla sicurezza alimentare globale e sulla resilienza, concentrandosi sui legami critici tra conflitti e fame, compreso l'impatto della guerra in Ucraina”. A ricordare I 2 appuntamenti è Azione contro la fame, che afferma: “Come organizzazioni umanitarie e di sviluppo che operano in tutto il mondo per prevenire e rispondere a livelli di insicurezza alimentare senza precedenti e all'imminente minaccia di carestia che ci troviamo ad affrontare oggi, elogiamo gli Stati Uniti per aver portato in cima all’ordine del giorno questa crisi urgente durante la loro presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Esortiamo i governi a cogliere questa opportunità per assumere impegni concreti e sostanziali e rispondere ai bisogni identificati dai Paesi colpiti, dalla società civile e dalle persone che soffrono la fame”.
Azione contro la fame ricorda che la sicurezza alimentare globale è peggiorata costantemente negli ultimi anni. “Secondo il Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari del 2022, quasi 193 milioni di persone si sono trovate in condizioni critiche di insicurezza alimentare nel 2021, con un aumento di 40 milioni di persone rispetto al precedente record raggiunto nel 2020 – ricorda -. Si prevede che i livelli già preoccupanti di insicurezza alimentare si manterranno o addirittura si aggraveranno quest'anno; l'impatto della crisi ucraina sui sistemi alimentari globali, inoltre, non potrà che contribuire a questo peggioramento. La crisi alimentare a livello globale coinvolge soprattutto le persone vulnerabili ed emarginate, che hanno poche possibilità di gestire ulteriori difficoltà. Tra di loro troviamo donne e ragazze che, nonostante il ruolo chiave che svolgono nella produzione e nella preparazione del cibo, spesso sono le ultime a poter mangiare e ricevono meno cibo durante i periodi di insicurezza alimentare acuta; inoltre, sono a maggior rischio di subire violenza di genere e varie forme di sfruttamento e abuso e spesso sono escluse dalle conversazioni su come affrontare l'insicurezza alimentare”.
Il conflitto in corso in Ucraina e i conseguenti sconvolgimenti sui mercati rispetto a cibo, carburante e fertilizzanti hanno esacerbato una crisi alimentare già esistente, aggiunge Azione contro la fame, causata da conflitti, cambiamenti climatici, Covid-19 e pressioni economiche, in particolare in contesti già colpiti da crisi umanitarie. “Per recuperare le persone che sono sull'orlo della fame, creare sistemi alimentari sostenibili e prevenire future crisi alimentari, abbiamo bisogno di soluzioni complete che riescano ad affrontare la moltitudine di fattori e influenze dell'insicurezza alimentare”.
E continua: “I finanziamenti umanitari globali finalizzati a prevenire e a rispondere all'insicurezza alimentare sono fondamentali e la comunità internazionale deve considerare questo momento come un punto di svolta per evitare la catastrofe. Tuttavia, gli aiuti da soli non sono sufficienti a porre fine alla crisi. I donatori devono migliorare nello sfruttare i meccanismi di finanziamento a lungo termine per anticipare l'aumento dei livelli di fame a livello globale e promuovere la resilienza. I Paesi devono impegnarsi, in modo collegiale, in attività diplomatiche e di cooperazione orientate a proporre politiche commerciali, economiche, climatiche, dei sistemi alimentari e di protezione sociale basate sui diritti, evitando misure commerciali restrittive che rischiano di far precipitare altri milioni di persone in una situazione di grave insicurezza alimentare”.
A tal fine, per Azione contro la fame sia Paesi che donatori, organizzazioni multilaterali e gli altri interlocutori che cercano di affrontare l'insicurezza alimentare globale, compresa la fame causata dai conflitti, dovrebbero adottare le seguenti misure concrete: “In primo luogo, privilegiare la diplomazia inclusiva per affrontare le cause profonde dell'insicurezza alimentare e sostenere misure politiche che tutelino la possibilità delle persone povere e vulnerabili di accedere al cibo e ai mezzi di sussistenza. Ciò include la necessità di mantenere aperti i porti e i flussi commerciali, di mitigare le pressioni sulla bilancia dei pagamenti, di sostenere la protezione sociale e le reti di sicurezza, di favorire la produzione alimentare nazionale e un'equa distribuzione della terra che dia potere ai piccoli produttori, comprese le donne. È necessario, inoltre, supportare la protezione dei civili e dei loro beni durante i conflitti, mantenere l’impegno a finanziare le azioni per il clima stabilite dall’Accordo di Parigi e rendere operativa il Santiago Network”.
In secondo luogo, “occorre salvaguardare e potenziare i finanziamenti dedicati a rispondere all’impatto a breve, medio e lungo termine della crisi della sicurezza alimentare. I donatori dovrebbero aumentare gli aiuti per gli appelli umanitari globali, mantenere gli impegni per gli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (Aps) ed evitare di reindirizzare aiuti destinati a crisi preesistenti per rispondere alle nuove emergenze, tra cui la crisi ucraina e le risposte interne ai rifugiati. Si dovrebbe cercare di indirizzare gli aiuti alle organizzazioni locali, comprese quelle guidate da donne, che lavorano già nelle loro comunità per dare risposte alla fame. Inoltre, i donatori dovrebbero ampliare i finanziamenti stabili e pluriennali per i programmi umanitari, di sviluppo e di costruzione della pace nell’ottica di promuovere la resilienza, assicurando che i fondi e i programmi siano coerenti, coordinati e in grado di modificare le disuguaglianze di genere”.
Terzo: “E’ necessario adattare le modalità di assistenza alimentare - compresi contanti, buoni di acquisto, assistenza alimentare sotto forma di cibo, mezzi di sussistenza e sostegno all'agricoltura - a ciascun contesto. Sebbene l'obiettivo generale dell'assistenza sia quello di salvare immediatamente delle vite, un'attenta considerazione delle modalità di aiuto può contribuire ad aumentare la resilienza agli andamenti del mercato globale. I donatori dovrebbero anche riconoscere che contanti e buoni possono raggiungere le persone affamate in difficoltà più rapidamente rispetto al sostegno all’acquisto di beni essenziali nel breve termine. È fondamentale aumentare il supporto a piccoli agricoltori e pratiche agricole sostenibili, come l'agroecologia e l'energia rinnovabile per la produzione agricola, in modo tale da incrementare i mezzi di sussistenza e aiutare gli agricoltori a far fronte all'aumento dei prezzi del carburante e alle difficoltà nell’ottenere fertilizzanti ed altri fattori di produzione”.
Infine, per Azione contro la fame “il Consiglio di Sicurezza deve affrontare la fame causata dai conflitti, implementando in modo completo le Risoluzioni n° 2417 - del 2018 - e n° 2573 - del 2021 - del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il monitoraggio e la segnalazione del rischio di carestia e di insicurezza alimentare nei Paesi colpiti da conflitti armati devono avvenire con più sistematicità e vanno intraprese con rapidità le azioni finalizzate ad accertare le responsabilità di chi viola il diritto umanitario internazionale. Non possono essere tollerati impedimenti all’accesso all’assistenza umanitaria, l'uso della fame come arma di guerra e gli atti di violenza che minaccia no o danneggiano i civili o distruggono infrastrutture civili fondamentali, siano essi intenzionali o meno. Gli Stati Membri, e in particolare i donatori, devono rafforzare la loro attività diplomatica umanitaria per prevenire le violazioni del diritto internazionale umanitario e rispondere a questi incidenti quando si verificano”.
“Ci auguriamo che questi importanti incontri servano come primo passo per uno sforzo globale orientato ad affrontare le cause e l'impatto umanitario della crisi alimentare globale. È essenziale che la buona volontà e gli impegni avanzati durante questa settimana si traducano in azioni immediate e durature – conclude Azione contro la fame -. A tal fine, esortiamo il governo degli Stati Uniti e gli altri Stati Membri partecipanti a mantenere alta l'attenzione su questa crisi e a promuovere la responsabilità, individuando opportunità per dare continuità, tenere alto l'impegno e verificare i progressi compiuti. Il vertice dei leader del G7 a giugno e l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre sono momenti fondamentali di grande visibilità per concentrare l'attenzione globale su questa crisi e promuovere azioni mirate. Il mondo non può aspettare una dichiarazione di carestia per agire. A quel punto sarà troppo tardi. Esortiamo la comunità internazionale a potenziare al massimo le risorse, la diplomazia e la politica nell'ottica di prevenire la perdita di vite umane su larga scala a causa della fame e per promuovere una sicurezza alimentare duratura per milioni di persone in tutto il mondo”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)