Terremoto Albania. Profka (Shis-Avsi): “Ci rialzeremo con la forza delle nostre famiglie e dei nostri bambini”

Si aggrava il bilancio dei morti e feriti dopo il sisma del 26 novembre: le vittime sono oltre 40 e i feriti circa 900. Sul campo, tra i soccorsi anche Shis, ong partner locale dell'ong italiana Avsi. L'impegno di Shis e Avsi è rivolto in particolare ai bambini traumatizzati ospitati nei campi sfollati. La Caritas Albania prosegue i suoi sopralluoghi nei centri colpiti

Terremoto Albania. Profka (Shis-Avsi): “Ci rialzeremo con la forza delle nostre famiglie e dei nostri bambini”

“Primo obiettivo: aiutare i bambini rimasti senza casa – e ospitati temporaneamente nelle tendopoli che vengono allestite in queste ore nelle città e villaggi più colpiti – a riprendersi dal trauma e a superare questo momento difficile”.

Roberta Profka è la direttrice di “Shis” (Associazione Internazionale per la Solidarietà), ong albanese, partner locale di Avsi. Al telefono, mentre con il suo team di lavoro si muove tra Durazzo, Tirana e Thumana per organizzare con le Istituzioni locali il lavoro a fianco dei bambini e delle loro famiglie, parla di queste ore drammatiche dopo il sisma del 26 novembre. Una competenza maturata in questo campo frutto di una ventennale collaborazione con Avsi che ha portato l’ong albanese e quella italiana a promuovere molteplici progetti e attività educative e di doposcuola come quelle nel centro diurno “Piccolo Principe”, nella periferia di Tirana. Inoltre, grazie al programma di sostegno a distanza, Avsi sostiene circa 700 bambini e le loro famiglie nelle 9 regioni più povere del Paese.

La situazione si fa sempre più difficile, le scosse continuano e a tutto questo si è aggiunta anche la pioggia. I morti sono saliti a 42 e i feriti a 900 – spiega la direttrice -. La popolazione viene assistita con cibo e vestiti, grazie agli aiuti che stanno arrivando da tanti Paesi. Da parte nostra siamo impegnati con i bambini a dare loro tutta l’assistenza psicologica necessaria. Impossibile quantificare il loro numero perché ci sono famiglie che hanno lasciato il campo di prima accoglienza per trasferirsi dai loro parenti. Il nostro intervento prevede l’animazione, giochi, studio e somministrazione di pasti caldi, coperte, kit sanitari. Ma soprattutto stiamo pensando ad un impegno prolungato nel tempo, perché le criticità adesso sono evidenti ma più avanti queste faranno sentire i loro effetti traumatici sulla psiche di questi bambini. Dobbiamo farci trovare pronti.

Inoltre ci sono tantissimi palazzi crollati a causa del terremoto, a Durazzo, a Tirana, a Thumana e in tanti altri piccoli villaggi. Molte le scuole inagibili e il rischio che i bambini possano perdere la scuola è altissimo. Dobbiamo pensare anche a questo aspetto. Abbiamo creato, di concerto con le istituzioni, un team di ingegneri e tecnici per valutare lo stato delle scuole.

L’Albania potrà rialzarsi da questa tragedia con la forza delle proprie famiglie e dei loro figli.

Noi – conclude Profka – faremo l’impossibile per essere al loro fianco e per questo chiediamo l’aiuto di tutti”.

Caritas Albania. Nel frattempo arrivano segnalazioni di gravi criticità da Caritas Albania che con le sue squadre di emergenza sta monitorando la situazione in altri centri, come Laç, una frazione del comune di Kurbin, sulla strada che collega Tirana a Scutari. Secondo quanto riportato dalla Caritas tantissimi sono i palazzi inagibili e sarebbero circa 2000 gli abitanti rimasti all’addiaccio. Mancano coperte, materassi e tende. Le autorità di Kurbin si stanno adoperando al massimo con il personale comunale impegnato a tempo pieno. Piena emergenza anche nel piccolo comune di Shijak (Governatorato di Durazzo). Anche qui tante le case distrutte e inagibili, con le famiglie sfollate ospitate nelle scuole locali. Sopralluoghi della Caritas sono stati effettuati anche a Pezës, Vaqarrit e Ndroqit. Caritas Albania sta inoltre diffondendo elenchi aggiornati di famiglie, aziende e hotel che mettono a disposizione stanze e alloggi per le persone sfollate. Sono numerose anche le parrocchie che si sono attivate in queste ore, nonostante i danni subiti, per venire incontro alla popolazione. Anche sul fronte degli aiuti i problemi non mancano. Secondo fonti locali oggi nei pressi dello stadio di Durazzo decine di persone hanno circondato, dando vita ad una vera e propria ressa, le auto di volontari che continuano a portare aiuti. Altre decine di uomini e donne si sono accalcate lungo le inferriate di una scuola dove da arrivano da ieri derrate alimentari e generi di prima necessità. Una situazione difficile. Questa mattina, infine, Caritas Albania, con il supporto di Caritas Italiana ha incontrato il clero della diocesi di Durazzo-Tirana, con mons. George Anthony Frendo, presidente dei vescovi albanesi. Scopo della riunione mettere in campo ogni iniziativa volta a venire incontro ai bisogno della popolazione.

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Fonte: Sir