Turchia. Il giornalista Murat Cinar, a Padova, racconta il Paese di fronte alla crisi Ucraina: "Legame di 10 miliardi di dollari con Mosca"

Murat Cinar “giornalista in bilico tra Italia e Turchia”, redattore di Pressenza Italia, ospite dei Giuristi Democratici ad un incontro al Centro Universitario di via Zabarella, racconta la situazione delicatissima in cui si trova il suo Paese.

Turchia. Il giornalista Murat Cinar, a Padova, racconta il Paese di fronte alla crisi Ucraina: "Legame di 10 miliardi di dollari con Mosca"

Fa parte della NATO, è un regime “personalizzato” e paga una crisi economica devastante. 

La Turchia di Recep Tayyip Erdogan ha provato a mediare nella guerra ucraina, tuttavia lo scenario è eloquente: «Le sanzioni sono impensabili, perché più del 40% del fabbisogno del gas e il 37% del grano dipendono da Mosca e la prima centrale nucleare turca sarà costruita dai russi. Il legame economico è pari a 10 miliardi di dollari l’anno. Inoltre sono stati avviati più di 2000 progetti edili turchi in Russia, per un valore di 80 miliardi di dollari. Senza dimenticare i rapporti tra i servizi segreti russi e turchi, oltre al sistema missilistico S400, che Ankara ha comprato da Mosca per oltre 2 miliardi dollari» spiega Murat Cinar “giornalista in bilico tra Italia e Turchia”, redattore di Pressenza Italia, ospite dei Giuristi Democratici ad un incontro al Centro Universitario di via Zabarella.

Nel 2023 si tornerà a votare, tuttavia in Turchia detta legge il Sultano dell’AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo), 68 anni, già sindaco di Istanbul, presidente dal 2014. «La democrazia c’è con giornalismo libero e giustizia indipendente. Gli oppositori riempiono le galere turche, mentre i tribunali sono stati affidati a semplici laureati in legge scelti dal potere. E di oltre 2.000 iniziative parlamentari dell’opposizione solo 11 sono state discusse e nessuna approvata…» sintetizza Cinar.

Emblematico il caso di Nursel Aydogan, più volte deputata di HDP. Ingegnere alimentare, si è battuta per i curdi e rappresentava la città di Amed/Diyarbakir, sul confine siriano. Dopo il fallito golpe del 2016, durante lo stato d’emergenza è stata arrestata. Ha perso l’immunità parlamentare ed è stata condannata a 4 anni. «Dopo 6 mesi sono stata scarcerata. Immediatamente mi sono recata a Izmir per rifugiarmi in Grecia. Lì ho visto in tv che era stato emesso un nuovo mandato di cattura: pochi giorni dopo sono arrivata in Germania, dove vivo tuttora da rifugiata politica, eletta in consiglio comunale».

Cinar offre uno sguardo particolare sulla guerra: «La Turchia ospita oltre 20 mila cittadini ucraini. Tra loro centinaia di tatari, in maggioranza donne e bambini. Un personaggio che trova spazio nei media è  Refat Chubarov, l’ex deputato del parlamento ucraino, e attuale presidente della Mejlis dei tatari in Crimea. Sostiene che dal 2014 i tatari sono vittime di assimilazione, minacce, arresti e intimidazione». Infine, la crisi economica: svalutazione della lira turca, disoccupazione diffusa, bilancio statale in tilt. «Tuik, cioè l’Istat turco, ha annunciato un’inflazione del 61%, il valore più alto degli ultimi vent’anni. Ma gli osservatori indipendenti parlano del 132%...» afferma Cinar.

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