Ucraina, il Movimento europeo di azione nonviolenta cerca 5 mila attivisti

Sono oltre trenta le organizzazioni che si sono unite per dare vita al progetto che consiste in una operazione umanitaria per compiere operazioni di evacuazione, in particolare dei più fragili, che non hanno i mezzi per fuggire dal conflitto

Ucraina, il Movimento europeo di azione nonviolenta cerca 5 mila attivisti

Sono oltre trenta organizzazioni e si sono unite per un progetto concreto di pacificazione ed aiuti umanitari che porta il nome di Movimento Europeo di Azione Nonviolenta. “Vogliamo portare la forza trasformatrice della nonviolenza attiva dentro lo scenario del conflitto – si legge in una nota - , non più idealmente, ma concretamente, attraverso la mobilitazione di massa di migliaia di civili europei in Ucraina. L’affermazione della nonviolenza attiva nell’attuale contesto europeo, come valore fondante delle nostre nazioni e come pratica quotidiana di risoluzione dei conflitti, può esserci solo con la testimonianza coerente di un movimento fisico verso l’Ucraina”.

Ci rivolgiamo a tutta la società civile europea perché esiste una via diversa di risoluzione del conflitto in corso – prosegue la nota - . Crediamo, infatti, che la società civile nonviolenta europea ed ucraina debbano essere parti attive dei negoziati in corso. Ciò a cui stiamo assistendo in questi mesi è una progressiva tacitazione di qualsiasi altra ipotesi risolutiva del conflitto che non sia di tipo militare: l'assassinio e la tortura dei civili costringono migliaia di persone a rimanere nascoste nei rifugi, nelle chiese, nei teatri, terrorizzate e in assenza di cibo, acqua e medicinali.

Di fronte a questa barbarie, la nostra proposta è di organizzare, in collaborazione con le società civili ucraine, una massiccia Azione Nonviolenta, una grande operazione umanitaria nei luoghi del conflitto. Intendiamo organizzare l’entrata in massa di pullman di volontari disarmati diretti in Ucraina al solo fine di compiere operazioni di evacuazione, in particolare dei più fragili, di concerto con le organizzazioni ucraine che sono già impegnate nelle attività di soccorso ai connazionali più sofferenti. Tentare di mettere in salvo, in territorio europeo, le migliaia di persone che in Ucraina oggi vorrebbero allontanarsi dal conflitto ma non ne hanno i mezzi e le occasioni, sarà lo scopo centrale della nostra azione nonviolenta, in collaborazione con le organizzazioni della società civile ucraina”.

In particolare, “vogliamo metterci a disposizione della liberazione e tutela dei sofferenti psichici che oggi sono intrappolati nelle decine di ospedali psichiatrici ucraini. Il nostro impegno per la salute mentale servirà anche a sottolineare che è la guerra a rimanere l’unica vera pazzia cui non dedicare attenzione. Noi, pur comprendendo la resistenza armata degli Ucraini e non volendo sminuire con questa azione il lavoro diplomatico che gli Stati Europei stanno mettendo in atto in questi giorni così difficili ed angoscianti, intendiamo affermare la possibilità che si debba aggiungere una nuova via di intervento nel conflitto in corso, quella via che può arrivare dalla società civile, che è pronta a marciare in massa ed in modo nonviolento a favore della nazione aggredita e che intende essere parte dei negoziati. Conosciamo il pericolo che potrebbe scaturire dalla presenza di civili europei disarmati nelle zone di conflitto, ma riteniamo che le ragioni di prudenza non siano sufficienti a fermare il Progetto ‘Movimento Europeo di Azione Nonviolenta’ (Mean).”.

“Siamo coscienti dei pericoli personali a cui la nostra azione nonviolenta ci espone e dichiariamo preventivamente che eventuali aggressioni contro i componenti del nostro progetto di Movimento Europeo di Azione Nonviolenta non debbano in alcun modo essere interpretate dai governi europei come atti di guerra contro le nostre nazioni di origine”.

Conclude la nota: “Alla società Civile Europea chiediamo di aderire all’appello per il progetto di un Movimento Europeo di Azione Nonviolenta; partecipare alla campagna di People Raising per arrivare al coinvolgimento di minimo 5000 attivisti volontari, invitando i propri attivisti nonviolenti ad iscriversi sulla piattaforma https://perunnuovowelfare.it/movimento-europeo-di-azione-nonviolenta/ ; partecipare con l’invio di personale esperto nella mediazione culturale e linguistica ucraina e russa e con personale esperto in organizzazione logistica e pronto soccorso; partecipare a una campagna di crowdfunding per la raccolta di somme pari ai costi del noleggio dei pullman ed alle spese logistiche della Azione Nonviolenta; impegnarsi a coinvolgere nel territorio delle nazioni europee che aderiscono all’appello gruppi di sostegno in patria al progetto Mean; impegnarsi ad organizzare un’operazione di costante educazione alla nonviolenza ed alla riconciliazione rivolta in particolare agli adolescenti ucraini ospiti nei territori europei, anche nella forma dei centri estivi. Nei prossimi giorni organizzeremo la prima delegazione di incontro con la società civile Ucraina per la condivisione della Azione Nonviolenta”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)