Unhcr, nel 2018 assistiti 10,5 milioni di rifugiati

Il dato è stato diffuso nel Global health review annuale dell'Agenzia Onu. Nel 2018 cala il tasso di mortalità dei bambini rifugiati di età inferiore ai 5 anni. "La maggior parte dei rifugiati accolta in regioni in via di sviluppo in cui i servizi di base sono già sotto pressione"

Unhcr, nel 2018 assistiti 10,5 milioni di rifugiati

ROMA - Nonostante il livello senza precedenti raggiunto dai continui esodi forzati nel mondo, lo scorso anno circa 10,5 milioni di rifugiati hanno ricevuto assistenza sanitaria grazie a programmi di sanità pubblica dell'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, e di altri partner. Il dato è stato diffuso nel Global health review annuale dell'Agenzia Onu. Il rapporto mette in evidenza le misure in materia di assistenza sanitaria, nutrizione e accesso ai servizi idrici e igienico-sanitari adottate a favore di rifugiati, richiedenti asilo e comunità ospitanti in 51 Paesi d'accoglienza. "La maggior parte dei rifugiati, l'84 per cento, è stata accolta in regioni in via di sviluppo in cui i servizi di base sono già sotto pressione" ha dichiarato George Okoth-Obbo, assistente Alto Commissario per le operazioni dell'Unhcr. "Di conseguenza - ha proseguito il responsabile - i sistemi sanitari nazionali devono essere più che mai sostenuti per garantire ai rifugiati e alle comunità locali l'accesso a cure salvavita e assistenza sanitaria di base".

Dal rapporto emerge che tra i progressi registrati nel 2018 vi è il calo del tasso di mortalità dei bambini rifugiati di età inferiore ai 5 anni, un importante indicatore dell'impatto delle misure sanitarie in contesti di emergenza. I tassi di mortalità registrati per questi bambini sono migliorati, passando da una media di 0,4 casi ogni 1.000 al mese nel 2017, a 0,3 casi su 1.000 nel 2018. Ciò è avvenuto nonostante lo scorso anno si siano registrati continui arrivi di rifugiati provenienti da luoghi come il Myanmar, il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo nei Paesi confinanti. Secondo il report dell'Unhcr diffuso ieri, in 37 Paesi ospitanti, la maggior parte dei rifugiati ha accesso a vaccinazioni e cure per la tubercolosi, l'Hiv e la malaria al pari dei cittadini. 
Nell'80 per cento dei Paesi in cui l'Unhcr sostiene le attività nel settore sanitario, il 90 per cento delle donne rifugiate ha partorito in strutture dotate di personale qualificato - la misura più efficace per ridurre la mortalità materna e neonatale e la morte del feto. Nel corso dell'anno, gli operatori e i partner dell'Unhcr hanno dovuto far fronte a diverse epidemie, come quelle di difterite e casi sospetti di morbillo in Bangladesh, o di colera e febbre emorragica virale in Kenya e Uganda. Anche la malnutrizione rimane un problema molto preoccupante per la salute dei rifugiati: persistono elevati livelli di anemia e rachitismo rispetto a quanto registrato nel corso dell'anno precedente, a causa dell'insicurezza alimentare. (Sir/DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)
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