Usa, Trump ordina la riapertura dei luoghi di culto. La decisione dopo il calo nei sondaggi

L’ordine perentorio del presidente Donald Trump di riaprire già da questo fine settimana tutti i luoghi di culto ha scatenato le polemiche e le prese di posizione contrarie di diversi governatori. Decisivo sull’intervento di ieri è stata la pubblicazione del sondaggio del Pew Research Center che vedeva un calo di gradimento verso il presidente da parte dei protestanti evangelici bianchi, il collegio elettorale più vicino a Trump. L’annuncio presidenziale ha costretto i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie deputati alla crisi del Covid-19, ad accelerare i tempi di pubblicazione delle linee guida per le comunità di fede

Usa, Trump ordina la riapertura dei luoghi di culto. La decisione dopo il calo nei sondaggi

(da New York) Riaprire immediatamente le chiese, le sinagoghe, le moschee e tutti i luoghi di culto “perché essenziali e perchè forniscono servizi essenziali”. L’ordine perentorio del presidente Donald Trump ha acceso la conferenza stampa di ieri pomeriggio alla Casa Bianca, creando un’ennesima frattura con i governatori e i sindaci.

Il presidente degli Stati Uniti ha invitato le autorità statali a riaprire gli edifici di culto già durante questo weekend,

dove gli americani celebrano il Memorial day, il giorno di omaggio a tutti i militari caduti in guerra. L’annuncio presidenziale totalmente inatteso, anche se preannunciato da commenti durante incontri privati e visite pubbliche, ha costretto i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie deputati alla crisi del Covid-19, ad accelerare i tempi di pubblicazione delle linee guida per le comunità di fede, anche se non poche diocesi si erano già munite di indicazioni simili consultando medici ed esperti locali. “Alcuni governatori hanno ritenuto essenziali i negozi di liquori e le cliniche abortive, ma non le chiese e gli altri luoghi di culto”, ha ribadito Trump ai giornalisti, tacciando le decisioni degli amministratori come “ingiustizia”. Non sono ancora chiari i termini legali che autorizzano un presidente ad intervenire direttamente su un territorio, se però la Casa Bianca si muovesse per far rispettare le riaperture nonostante la contrarietà dei funzionari locali, si arriverebbe ad uno scontro costituzionale sulle libertà sancite dal primo emendamento,

tra cui quella di culto.

Alcuni governatori, come quello di Rhode Island, hanno fatto già sapere che ignoreranno la decisione presidenziale e manterrano la data di apertura degli edifici religiosi il 30 maggio, la vigilia di Pentecoste. Il sindaco di Chicago ha affermato che la sua città ignorerà la richiesta di Trump e lo stesso per New York. Preoccupano i dati registrati dalle aperture delle chiese nel Sud. In Texas e in Georgia due chiese riaperte hanno dovuto richiudere dopo appena due settimane perchè i membri erano tutti positivi al Covid. Le minacce di Trump non si sono fermate neppure davanti ai numeri dei dipartimenti medici e ha ribadito che i luoghi di culto sono importanti ed essenziali e devono riaprire “proprio ora, in questo fine settimana.

Se i governatori non lo faranno rimuoverò i governatori. L’America in questo momento ha bisogno di più e non di meno preghiere”.

Il supporto presidenziale alla riapertura dei luoghi di culto si era già manifestato lo scorso 25 aprile, quando aveva incontrato alcuni vescovi cattolici, in videoconferenza, per parlare di come, le scuole cattoliche stavano affrontando la crisi del Covid e i rischi di chiusura connessi all’esclusione dai sussidi statali.

Decisivo sull’intervento di ieri è stata la pubblicazione del sondaggio del Pew Research Center che vedeva un calo di gradimento verso il presidente da parte dei protestanti evangelici bianchi, il collegio elettorale più vicino a Trump.

Avvicinandosi la fine del terzo mese di lockdown, gli americani in generale hanno espresso una fiducia calante nei confronti della gestione presidenziale della crisi e tra i cattolici sudamericani ben 7 su dieci si sono espressi negativamente, mentre il 34% ha giudicato molto povera la risposta alla crisi.

Bisogna precisare che la maggioranza delle chiese, dopo le prime settimane di totale chiusura, hanno riaperto per la preghiera personale, mentre vari leader cattolici in molti stati, tra cui Florida, Georgia, Ohio, Pennsylvania, Texas e Wisconsin, hanno già annunciato da tempo le linee guida su come riapriranno le chiese, nei giorni prossimi a Pentecoste. Non pochi hanno organizzato adorazioni eucaristiche nei parcheggi, come anche le confessioni dalle macchine. Chi invece ha deciso di ignorare i suggerimenti di chiusura e ha continuato il culto, si è trovato contagiato e parecchi tra sacerdoti e ministri evangelici sono morti perchè non hanno tenuto conto dei dispositivi di sicurezza.

Tutte le disposizioni per i luoghi di culto includono il non toccarsi per lo scambio della pace, niente canti e di restare a distanza di almeno 6 piedi (circa 1.80m.) gli uni dagli altri. I vescovi dell’Illinois hanno ribadito in un’esortazione a considerare i protocolli di sicurezza come esercizio di cittadinanza responsabile.

“Ogni cattolico dovrà assumersi la responsabilità personale del bene comune e della propria sicurezza”

affermano tutte le linee guida, mentre il cardinale Cupich di Chicago auspica che le parrocchie riaperte non creino “una seconda ondata di contagio, sperperando così i guadagni ottenuti attraverso il nostro sacrificio di questi lunghi giorni”. Intanto ci si prepara a celebrare la Pentecoste in chiesa, con una presenza solo del 25% dei fedeli che l’edificio potrebbe ospitare. Sarà questo il “new normal – la nuova normalità” a cui tutti dovremmo abituarci.

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Fonte: Sir