Venezuela, nelle cave dell’Arco Minero comandano le organizzazioni criminali

Con l’aiuto delle forze armate, i cosiddetti “sindicatos” sono riusciti a dominare la regione, imponendo le proprie regole ai minatori che devono sottostare a condizioni disumane

Venezuela, nelle cave dell’Arco Minero comandano le organizzazioni criminali

Nelle cave dell’Arco Minero, in Venezuela, comandano le organizzazioni criminali. Con l’aiuto delle forze armate, infatti, sono riuscite a dominare la regione, imponendo le proprie regole ai minatori che devono sottostare a condizioni disumane. A dirlo è l’Alto commissariato Onu per i diritti umani nel rapporto su "Indipendenza del sistema giudiziario e accesso alla giustizia per le vittime di violazioni dei diritti economici e sociali nell’Arco Minero".

La denuncia. Le Nazioni Unite parlano di sfruttamento lavorativo, lavoro minorile, sfruttamento della prostituzione, violenza di genere, reati contro ambiente e popoli indigeni. Responsabili di questa situazione sono i cosiddetti “sindicatos”, gruppi criminali che hanno messo le mani sull’attività mineraria della zona, nello stato di Orinoco. Per raggiungere questo obiettivo, hanno corrotto le forze armate e il risultato è che tutto si svolge in totale impunità.

La situazione. I turni di chi lavora in miniera, peraltro senza usare protezioni, durano 12 ore. E la paga è sempre decurtata dai padroni di turno: il 10-20% va ai gruppi criminali, mentre il 15-30% è dovuto a chi detiene il mulino dono si frantumano le pietre per estrarre oro o altri minerali. Caso a parte è poi quello delle donne: secondo l’Alto commissariato, il traffico di esseri umani per sfruttare la prostituzione è in aumento da quattro anni a questa parte.

Le testimonianze. Chi ha parlato con gli uomini dell’Onu ha raccontato di una paura generalizzata nella zona e di punizioni contro chi va contro il sistema imposto dai criminali: sparano sulle mani, tagliano le mani, picchiano e, in alcuni casi, uccidono. Tanto che si parla di corpi gettati in antiche cave.

Nelle miniere e negli alloggi dei lavoratori non ci sono acqua, corrente e neppure servizi igienici. Questo favorisce la diffusione della malaria tra minatori e indigeni. Che sono colpiti anche dal forte uso di mercurio, impiegato per separare l’oro, e dai fumi tossici prodotti nella lavorazione.

Nessun colpevole. L’Alto commissionario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha dichiarato che “nonostante la notevole presenza di forze di sicurezza e militari nella regione e gli sforzi intrapresi per contrastare le attività criminali, le autorità non sono state in grado di indagare e perseguire violazioni dei diritti umani e abusi e crimini legati all'estrazione mineraria”.

L’articolo integrale di Luigi Spera, “Attività mineraria in Venezuela: la lunga mano della criminalità, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)