Di viaggi mancati e progetti futuri

Doveva essere una primavera in movimento, ricca di emozioni, stimoli, piaceri. Si è trasformata nel “viaggio immobile”, una ricerca di nuovi orizzonti interiori, di ripensamenti, aggiornamenti. E adesso si vive la “fase 2” aspettando il vento giusto per ripartire.

Di viaggi mancati e progetti futuri

«Il modo migliore per scoprire l’isola di Manhattan è guardarla dall’acqua, girandole intorno con il traghetto della Circle Line…» È scritto sulla copertina della guida di New York che ho comprato verso la fine di gennaio. La frase mi ha catturata e, con la speranza di stupire mia figlia, ho pensato fosse una buona idea studiarmela prima di partire insieme per la “Grande mela”. Un sogno. Dal 13 al 21 maggio io e lei, dopo tanti anni, in vacanza insieme. Solo noi due nell’ombelico del mondo. Aspettavamo questa occasione da tre anni e questo maggio, finalmente, la congiuntura astrale dei lavori ci consentiva di staccare insieme e goderci un’avventura che pregustavo magnifica. Invece, grazie a questo perfido virus, non solo il viaggio è rimandato di almeno un anno, ma noi due non ci abbracciamo da mesi e ne passeranno altri prima di poterlo fare. 

Doveva essere una primavera in viaggio. Ne avevo programmati ben tre e non era mai successo. A marzo sarebbero state le capitali imperiali del Marocco, a maggio New York e la prima settimana di giugno il trekking sull’isola di Karpathos. Tre mete leggendarie per me. In Marocco ci devo andare dal Natale 1983 quando dissi no a quel viaggio che poi diventò lo spunto per la trama del film “Marrakech express” sceneggiato da tre padovani che spiccarono il volo: Carlo Mazzacurati, Enzo Monteleone e Umberto Contarello. 

New York invece, è una meta sognata da sempre ma mai raggiunta, in attesa del compagno di viaggio perfetto che mi avrebbe seguita nella ricerca di tutte le suggestioni raccolte nel tempo grazie a film, foto, libri. So che lei sarebbe - sarà - una compagna perfetta perché sa assecondarmi ma anche stopparmi se mi allargo.

A Karpathos, l’isola greca che non c’è perché fuori dalle rotte principali, ci voglio andare da quando la chiamavamo ancora Scarpanto, memoria della conquista italiana, e i voli diretti li aveva solo “Nouvelles Frontieres”. Senza motivo alcuno è rimasta lì. Una meta non raggiunta.

Invece questa primavera son rimasta a studiare il giardino seguendo le sfumature di verde che cambiavano di settimana in settimana, cucinando sempre piatti diversi per non tirar via pranzi e cene come se fossero solo cibo pronto, seguendo a pezzi e bocconi le evoluzioni del covid-19. Succede anche che sono una donna fortunata e il lavoro non mi ha mai abbandonata quindi la “fase 2” non mi coglie impreparata. Ripartirò. A breve, quando saremo tutti pronti, quando non ci sarà pericolo per nessuno. 

E intanto anche la tortora ha completato la cova e tra poco i pulcini proveranno a volare. Buona strada a tutti.

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