Questa casa non è un albergo, è una democrazia parlamentare

La convivenza può essere complicata, per questo in famiglia abbiamo deciso di darci dei ruoli definiti, costituendo un vero e proprio governo d’emergenza.

Questa casa non è un albergo, è una democrazia parlamentare

Per superare l’emergenza, serve organizzazione così anche la famiglia Salmaso, la più libertaria delle compagini domestiche, s’è data dei ruoli chiari e ben definiti.

Come in tutti i regimi parlamentari che si rispettino, anche fra noi tre è scaturita una sorta di sospensione delle polemiche di palazzo: fino alla fine della quarantena, basta discussioni sul menù del giorno, sulle faccende domestiche o sulla gestione dei rifornimenti. Tutto è stato razionalizzato, contingentato, calcolato con elvetica precisione da un triumvirato appositamente istituito.

La scorta di pellet è settimanale, ad esempio, con un sacco extra per le emergenze. Nella dispensa trovano posto in egual misura scatolette di tonno e di piselli ma non di carne, perché non è certo agosto e i tempi non così amari da tollerare la gelatina.

Mia madre ha avocato a sé i poteri del Viminale, aggiungendo al Ministero dell’interno l’aggettivo di pulitissimo. Col suo aspirapolvere non conosce ostacoli nonostante il povero elettrodomestico, comprato durante una mostruosa svendita online, risultasse sfiatato fin dalla prima accensione.

Mio padre invece è uomo di mediazione, così l’abbiamo nominato agli Esteri: tiene i contatti con zie, cugini e amici del paese, preferibilmente in videochat. 

Si occupa anche degli approvvigionamenti e della fureria, insomma va a comprare il pane e tiene la lista per il supermercato.

Io invece, dopo aver declinato il dicastero allo sport per evidente incompatibilità, ho ripiegato sulle poste e telecomunicazioni. Ho così appeso un cartello ai citofoni indicando al postino dove suonare, onde evitare gli incidenti dell’estate scorsa quando lo sbattitore elettrico, ordinato sempre online, vagò per tutta la Valle ospite del furgone di un corriere che aveva letteralmente smarrito la via.

Mi sono poi premunito di ordinare generi di conforto indispensabili al sostentamento della truppa: una raccolta di Maigret, una di Padre Brown e una di Don Camillo oltre ad un altrimenti introvabile mazzo di carte trevisane per alternare alle partite a dama - dove perdo sistematicamente contro mio padre - lo scopone scientifico.

Consegna prevista per fine mese, ma noi rimaniamo ottimisti.

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