Il "Romano" dell'Apollo 11

Michael Collins, rimasto solo in orbita intorno alla luna. A 88 anni: “Voglio andare su Marte”

Il "Romano" dell'Apollo 11

Tutti ricordano la frase di Neil Armstrong. O le immagini di Buzz Aldrin fra i crateri. Ma al comando del modulo Columbia, nella missione Apollo 11, c’era Michael Collins che per 21 ore fu “l’uomo più solo di sempre” In the dark side of the moon.

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Mezzo secolo fa, era incaricato di riportare la “nave madre” alla base in caso di fallimento dello sbarco lunare. Nel trionfo dell’estate 1969, si ritrovò semplice astronauta della Nasa fra i due eroi della più grande impresa spaziale di sempre.

Collins era nato a Roma, in via Tevere 16, a due passi da villa Borghese, figlio di un militare in servizio all’ambasciata Usa. Selezionato dalla Nasa, non aveva potuto pilotare l’Apollo 8 a causa di un’ernia al disco. Con la missione Gemini 10 stabilì poi il record di altezza nello spazio (475 miglia sopra la terra) con tanto di “passeggiata”.

Collins è fra i 24 astronauti che hanno volato sulla luna, ma il solo ad aver “camminato” all’esterno della navicella più di una volta: 38 minuti di “attività extraveicolare” compresi negli 11 giorni, 2 ore, 4 minuti e 43 secondi della sua vita trascorsa nello spazio.

Il pilota dell’Apollo 11 è tornato martedì al Launchpad 39A del Kennedy Space Center in Florida per le celebrazioni della Nasa. A 88 anni, Collins ha sorpreso tutti: «Non voglio tornare sulla luna, voglio andare su Marte. JFK ci indicò la strada...».

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