Toccati dalla luce del Signore

Gli esercizi spirituali per i preti. Le loro suppliche vibrano di parrocchia e dei volti che portano dentro.

Toccati dalla luce del Signore

Padre Raniero Cantalamessa ha introdotto nella Lettera ai Romani. Un uomo di Dio.

Ritornerà anche il prossimo anno. Il priore di Fonte Avellana padre Gianni Giacomelli ha fatto solo gustare gli inizi della profondità del Vangelo di Giovanni. Con il metodo dei padri della Chiesa: la bibbia spiega la bibbia.

Anche lui ritornerà il prossimo anno. Don Marco Frisina ha accompagnato non solo nella spiegazione della Divina Commedia, ma nell’esperienza di Dante di fronte alla morte giovane della cara Beatrice. Da qui nasce tutto il suo itinerario ad Deum, dall’esperienza della morte di una sua grande amica che nel poema trasforma in fede.

Pure don Marco ritornerà il prossimo anno. La settimana scorsa don Giuliano Zatti, il nostro vicario generale, alle prese con il pastore, un uomo che deve saper amare Cristo, la Chiesa.

Il minimo comune denominatore di queste esperienze sono gli esercizi spirituali per i sacerdoti. E queste persone citate ne sono le guide in quest’anno pastorale, qui a Villa Immacolata. Fa bene vedere gruppi di sacerdoti che si uniscono per intensificare la loro preghiera in una settimana.

E lasciarsi guidare. Staccare dalla pastorale ordinaria e ritirarsi in disparte, come ha detto Gesù.

Fa bene sentire che anche loro devono accordarsi nella preghiera: trovare ritmi comuni, imparare a pregare insieme, loro che sono tutti leader nella propria comunità! Vederli venire dalle loro realtà e sentire che le loro suppliche vibrano di parrocchia e dei volti che portano dentro. Preti stanchi ma anche contenti di essere dentro il popolo di Dio. Per questo sono le loro preghiere! Gli esercizi dei preti sono molto abitati! Dalla gente di ogni giorno, quella che incontrano sempre. Dalla gente che cammina con loro. Diventa oggetto della loro orazione. Fanno fatica a entrare nel silenzio, come tutti del resto: ma anche lo cercano! Hanno fame della Parola di Dio, ma anche di liturgie ben curate e profonde. Apprezzano i tempi distesi e i silenzi lunghi.

Quando vedo i preti che si trovano per fare l’esperienza degli esercizi spirituali penso alle molteplici difficoltà in cui si sono imbattuti prima di poter aderire a una proposta alta come questa.

Ognuno è preso da mille incombenze: dire di sì, vuol dire aumentare il carico successivo di lavoro. È segno di quanto ci tengono! Penso anche al volto luminoso di Mosè che scende dal monte e irradia luce divina. Perché così sono i volti di chi ha vissuto una settimana qui sul colle. Sono volti toccati dalla luce del Signore!

Certo: un predicatore è preferito rispetto ad altri. Ma ciò che è principale in queste loro storie è il tentativo di lasciar decantare quello che stanno vivendo, per accogliere una Parola che non è loro e non li fa essere soltanto loro! Ma, espropriandoli, li fa essere per gli altri. Dal giorno delle confessioni, tutto riparte con un ritmo nuovo: sono uomini che ricompaiono belli, che ritornano a essere proprietà di Dio! È interessante partecipare a questi percorsi e vedere che anche i preti cambiano, che anche i preti si lasciano amare da Dio. Che anche i preti lo ascoltano, e soprattutto lo pregano: in ginocchio, ore, davanti all’Eucaristia.

C’è qualcosa di grande che regna quando loro si trovano insieme: è il Pastore che li ha chiamati e li ha radunati. Dalla difficoltà di scegliere un momento per le loro anime, alla gioia grande di poter tornare alle loro pecore.

don Federico Giacomin

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