Quanta dignità c’è nella ribellione agricola

Il rifiuto dei pastori sardi di accettare prezzi da fame per il loro latte si affianca alla protesta di tante altre realtà di un’Italia che troppo spesso dimentichiamo. Ma senza la quale non potremmo vivere.

Quanta dignità c’è nella ribellione agricola

«Se sapessero quanta fatica occorre per produrre il cibo, la gente si mangerebbe anche le foglie marce». Non è una frase fatta. Neppure un aforisma di un illustre personaggio del passato. Eppure, queste semplici parole profumano di saggezza. Chi me le ha dette, lo ha fatto standosene in mezzo a un campo. Quella lezione è, in fondo, ciò che rivendicano oggi con il medesimo spirito e fatiche i pastori della Sardegna, che voglio qui onorare.

Della loro ostinata protesta parla ora anche la stampa nazionale. Le loro motivazioni sono oggetto d’indignazione che si estende. Ma l’intero Paese è così: in ogni scampolo di regione trovi giovani e vecchi agricoltori allo stremo delle forze.

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Trovi figure come Davide Russo, 30 anni, siciliano trapiantato per amore qualche anno fa a Baone (Pd), con l’idea del posto fisso in fabbrica, che ha retto poco al cemento, si è comprato alcuni ettari di terra ed è tornato a fare l’agricoltore biologico. Sua è la frase di sopra, una frase profetica.

Lo storico esempio resta questo: un litro di latte di vacca dallo scaffale lo prendiamo a 1,15 centesimi, ma al produttore viene pagato tra i 40 e i 45 centesimi. Quello di pecora, 60 centesimi al massimo.

I pastori sardi ci stanno dicendo e dimostrando con la determinazione tipica di quelle popolazioni, che non è «affatto dignitoso ricevere ciò che il mercato impone». Stanno lottando per la loro dignità e contro lo schiavismo dilagante del commercio globale. Quel mare di latte riverso, scuota le coscienze di tutti noi. Il mercato li sta ammazzando. E noi li “sterminiamo” ogni qualvolta acquistiamo prodotti di una filiera senza etica. Se ci sono degli “eroi” moderni, li vedo in questi contadini, che difendono il loro mondo. Quello stesso di cui noi tutti ci nutriamo!

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