Terra terra... bruciano i boschi. E bruciano i polmoni

Lo smog ci ammazza, lo vediamo e lo sappiamo tutti!
Ma se non bastasse questa notizia da “giornata dei morti”, questo nostro inferno terreno viene alimentato da roghi concertati ad arte che mandano in fumo migliaia di ettari, incenerendo ogni speranza sul nostro futuro.
Ebbene sì, mentre noi guardiamo sconsolati in televisione il fuoco che divora i boschi, è come se vedessimo una nostra radiografia polmonare.

Terra terra... bruciano i boschi. E bruciano i polmoni

Si è sempre pensato che i roghi dolosi siciliani, calabresi o campani siano e fossero legati alla malavita organizzata.
Nulla da eccepire! Ora però che con le stesse modalità e gli stessi roghi brucia una parte del Piemonte, al punto da tener sotto assedio una grande città come Torino, è facile ipotizzare una perversa regia che incendia l’Italia.

Spaventa ciò che l’astronauta italiano Nespoli come “cartolina” ci ha inviato dallo spazio, con l’immagine che mostra quello che quotidianamente milioni di italiani si respirano nel catino Padano (tutti noi), trasformata nell’area più inquinata d’Europa. Questi (noi) hanno una previsione media – cifre mediche – di un anno e mezzo di vita in meno del resto degli italiani sparsi nel territorio. Una cappa grigia di smog, quindi, che ci entra dentro e ci trasforma in vittime sacrificali della modernità?

Lo smog ci ammazza, lo vediamo e lo sappiamo tutti!
Ma se non bastasse questa notizia da “giornata dei morti”, questo nostro inferno terreno viene alimentato da roghi concertati ad arte che mandano in fumo migliaia di ettari, incenerendo ogni speranza sul nostro futuro.
Ebbene sì, mentre noi guardiamo sconsolati in televisione il fuoco che divora i boschi, è come se vedessimo una nostra radiografia polmonare.

Quello che respiriamo ormai è fuori controllo da mesi e anni.
E sta velocemente peggiorando, a inverno non ancora iniziato e con le caldaie per ora spente. Con o senza gli stop alle auto. Con o senza le ridicole domeniche ecologiche, abbiamo il primato di essere sentinelle d’Europa in fatto d’inquinamento dell’aria.
Basta vedere un dettaglio: sempre più spesso, si notano in giro persone che in città circolano con la mascherina davanti alla bocca (servisse?!) con la speranza di ingurgitare meno polveri inquinanti possibile. Scena che attribuivamo ai cittadini di Pechino, dove il sole stenta a splendere, oscurato dallo smog. Ebbene, quel clima, quel modello e quelle condizioni, sono già la nostra quotidianità.
Stiamo diventando così una società “chiusa nelle nostre case” per evitare gli inquinanti. Scena da catastrofe umanitaria. Non è avventato dirlo: basta seguire i telegiornali che ci mostrano come siamo un paese che va in fumo.

A questo punto: o siamo “stupidi", oppure ci sentiamo martiri nel nome della comodità?
La risposta ci è fornita dai dati di vendita delle automobili in Italia. Cifre che fanno gongolare le case automobilistiche: 60 milioni di italiani, con 37 milioni di veicoli in circolazione. Un’auto ogni due abitanti, con solo il 7 per cento di veicoli alimentati con energie alternative, meno inquinanti. Tutto il resto è benzina e gasolio. Quest’ultimo, resta il più gettonato nelle vendite.
Diesel che compriamo, diesel che respiriamo, succubi delle “performance e pubblicità”.

E poco importa se ogni volta che mettiamo mano all’erogatore della pompa di benzina o diesel destinato al serbatoio, è come se ce lo infilassimo in bocca, rassegnati come siamo a respirare inquinanti con la stessa naturalezza con cui beviamo acqua. Non leggiamo ancora i necrologi con su scritto: “Morto per inquinamento”, “Deceduto per le polveri sottili”, ma è la realtà. Un anno e mezzo di vita, intanto, ci è già stato tolto. Il resto è fortuna e “stupidità”. Perché, pur sapendolo, non cambiamo!

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Parole chiave: nespoli (1), co2 (4), inquinamento (41), pm10 (11), smog (9)