Idee

La morte del sacerdote, spiega al Sir il coordinatore del Comitato che prende il nome del parroco assassinato dalla camorra, “è stata il punto di svolta. E quel sangue versato che ha macchiato di rosso la terra di Casal di Principe ha prodotto frutti, che non sono tardati ad arrivare, un poco alla volta. Quella folla, che il 19 marzo di trent’anni fa era in piazza e per le strade e poi al funerale di don Peppe il 21 marzo, è diventata un popolo con una meta: rendere libere queste comunità”

Quando la partecipazione scende sotto una soglia minima che si potrebbe ritenere fisiologica in un Paese in cui il voto non è obbligatorio, è la stessa democrazia a essere insidiata

Il vero assente è sempre lo stesso: l’atto di addestrare, insegnare, consegnare la fede, in una parola la traditio fidei, cenerentola della nostra epoca cristiana. Alla fine ci torneremo per necessità, occorreva già dal dopo-Concilio e abbiamo perso, finora, l’occasione. Allora se bisogna parlare di preghiera ai giovani bisogna parlare di come addestrarli alla preghiera, mostrando loro che non è un atto di devozione stantia ma relazione vivace ed efficace con la bellezza di Dio, con la sua paternità, con la sua potenza. Soprattutto è necessario svelare che la preghiera è un atto di Dio nell’uomo, un’opera del maestro della relazione con Dio che è lo Spirito Santo

Nelle aziende farmaceutiche la percentuale di bambini dei dipendenti supera del 45% la media nazionale. Assistenza sanitaria integrativa, smart working, part-time, flessibilità oraria, congedi e aspettative per maternità più lunghi rispetto al contratto nazionale sono alcuni ingredienti della “ricetta” a sostegno della natalità. Un modello esportabile. Di questo ed altro si è parlato il 13 marzo a Roma in un convegno promosso da Farmindustria

Qual è la cosa più preoccupante del vespaio che si è alzato dopo che il papa avrebbe invitato l’Ucraina ad «alzare bandiera bianca» per mettere fine alla guerra che dura da due anni? Che papa Francesco inizi a parlare come Cirillo patriarca ortodosso della Chiesa russa, come insinua qualcuno su X (fu Twitter)? Che si stia alzando una nuova cortina di ferro ma che questa volta passi per il Vaticano, come riflettono altri questa volta su Facebook? Che in Vaticano ci sia un «problema di nome Francesco», come ha titolato Il Foglio di martedì scorso? Direi nulla di tutto questo. Lungi da noi voler prendere sottogamba la questione.