Idee

L’Alto Commissario Onu per i Rifugiati fa il punto della situazione ed elogia il livello di solidarietà internazionale, che “dovrebbe essere d’esempio per tutte le crisi di rifugiati”. Il timore di rischi per la protezione di alcune persone: “Servono misure contro la violenza di genere, lo sfruttamento e il traffico di donne. Riconosciamo anche che i minori non accompagnati e separati ed i rifugiati Lgbtiq+ hanno esigenze specifiche”

"Pericoli si materializzano nei paesi confinanti, come Polonia e Romania, ma anche in Italia, dove ci sono le prime segnalazioni di annunci esca sui social network" ActionAid al lavoro su informazione e prevenzione e per garantire l’accesso ai servizi sanitari, sociali e sostegno economico

Papa Francesco ne aveva parlato già nel luglio del 2013 ai vescovi del Celam, in Brasile, in occasione della Giornata mondiale della gioventù. Il vescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, divenuto successore di Pietro da appena quattro mesi, aveva centrato il suo intervento sulla missione, quella programmatica (compiere atti missionari) e quella paradigmatica (connotare in senso missionario tutte le azioni di ogni singola Chiesa locale).

«Tutti i miei amici sono lì. Chi è rimasto, ha scelto di restare: sono parte della resistenza, sono lì per il loro Paese. Un mio amico si è unito a un gruppo di 30, 40 civili e hanno fermato un carro armato russo con le loro mani, facendo ostruzione e mettendosi in segno di protesta. Sono storie singole, individuali, ma che hanno in comune la paura di non trovare più casa quando escono dai rifugi, il suono delle sirene ogni minuto, i bombardamenti continui».

«La religione non può essere usata come mezzo per giustificare questa guerra. Tutte le religioni, e noi come cristiani, siamo uniti nel condannare l’aggressione russa, i crimini che vengono commessi contro il popolo dell’Ucraina e la blasfemia che rappresenta l’uso improprio della religione in questo contesto»

Una frenesia “umana”. Mani che suonano un piano per allietare la fuga, mani che confortano, mani che sono pronte a dare una nuovo futuro agli ucraini. L’organizzazione dei punti d’accesso in Polonia L’impegno di tanti volontari, provenienti da tutto il mondo per sostenere chi fugge. Non solo cittadini ucraini, ma anche i tanti stranieri catapultati in una realtà assurda

Bisognerebbe subito “fermare il fuoco di combattimento, scambiare i prigionieri, restituire i corpi dei morti, aprire corridoi umanitari e fornire assistenza, sostenere i rifugiati”, ma siccome ciò non dipende dal caporedattore e Nobel per la pace Dmitry Muratov e dai suoi giornalisti della Novaya Gazeta, il team editoriale suggerisce che quello che tutti possono fare è “condividere con i rifugiati pacifici, i bambini feriti e malati ciò che ti è caro ed è di valore per gli altri”.