Idee

Spegnere il televisore o rifiutarsi di guardare lo notizie online non funziona in un mondo in cui la connessione è condizione costitutiva delle nostre vite collettive. La soluzione, per quanto scontata (e difficile da realizzare), resta una sola: l’educazione. Non all’on e all’off o agli strumenti, ma anzitutto allo sguardo e al cuore. E a tutte le categorie dell’umano che rifiutano la violenza e la disumanità

Luciano Bozzo, professore di relazioni internazionali e studi strategici presso l'Università di Firenze, spiega le mosse compiute e i delicati equilibri che hanno portato al secondo tavolo di negoziato, con il risultato di una tregua per consentire dei corridoi umanitari. Dieci giorni prima dell’attacco all’Ucraina, il docente era fra i pochi a mettere nero su bianco prevedendo la mossa di Putin

Condanna  per gli episodi di discriminazione razziale contro gli africani che fuggono dal conflitto. Il presidente Crestani: "Non pensavamo mai di dover assistere a racconti di persone che non riescono a mettersi in salvo, a salire sui pullman per andare in Polonia, a gruppi di persone aggredite nelle stazioni"

“Quando ho acceso la radio, giovedì scorso, mi si è spezzato il cuore, come è capitato a tutti. Non riuscivo a credere che Putin avesse davvero attaccato la mia gente”. Il vescovo Kenneth Nowakowski è l’eparca della comunità greco-cattolica ucraina del Regno Unito e responsabile della cattedrale della Sacra Famiglia a Londra. “Sono profondamente grato a Papa Francesco per tutto quello che sta facendo per il popolo ucraino. Il suo esempio è stato fonte di ispirazione per noi”, dice l’eparca al Sir, “Vladimir Putin andava fermato prima. Questa guerra è cominciata nel 2014, con l’annessione della Crimea, ma, nello spazio di poco tempo, l’Occidente si è abituato al conflitto ed ha addirittura dimenticato che fosse in corso”.

Non è esercizio facile scrivere di quanto sta accadendo in Ucraina, con la situazione in continua evoluzione e senza ricorrere ai luoghi comuni o alla retorica. C’è un elemento, però, su cui vale la pena rivolgere l’attenzione per le conseguenze possibili che può avere anche sul nostro territorio a medio o lungo termine. 

Le forti posizioni anti-immigrati espresse dal Gruppo di Visegrád (Ungheria, Polonia, Rep. Ceca e Slovacchia) fino a qualche settimana fa verso i profughi afghani, che bussavano alle porte dell’Europa dalla Bielorussia, sembrano di colpo cancellate. La repentina evoluzione dell’invasione russa della vicina Ucraina ha determinato un radicale cambio di passo dei Governi polacco e ungherese. Per non dimenticare la storia, vale la pena ricordare di come poco meno di un anno fa la Corte di Giustizia europea avesse condannato Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca per essersi rifiutate di accettare il meccanismo temporaneo di ricollocazione dei richiedenti asilo creato nel 2015! 

La Quaresima noi Cristiani ce la siamo inventata quando ci siamo impigriti, pensando di poter fare penitenza quaranta giorni all’anno per poterla non fare gli altri trecentoventicinque: nei primi secoli della Chiesa non esisteva (c’era solo il digiuno da giovedì a sabato sera della Settimana Santa), perché i fedeli erano costantemente consapevoli della dimensione quaresimale di ogni giornata, cioè dell’importanza spirituale di confrontarsi ogni giorno con le incertezze della nostra carne e la risposta autentica dello Spirito. Forse il proposito migliore quest’anno sarebbe quello di non fare propositi, se non quello di abitare seriamente la propria ferialità, i propri doveri, il proprio lavoro e le proprie relazioni, e provare a vedere che succede se per un po’ proviamo a farci carico della concretezza delle nostre giornate senza cercare le solite fughe, le compensazioni, le lamentele, i sogni a occhi aperti…