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Prosegue l’iter e il dibattito relativi al provvedimento che mira ad introdurre nell’ordinamento italiano misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Da non credente, il docente di Storia contemporanea all’Università di Cagliari individua rischi, forzature e pericoli di “un testo che porta ad una divisione che non gioverà al Paese”

Da una recente ed ampia ricerca dell’Istituto Toniolo scaturisce il volume “Niente sarà più come prima. Giovani, pandemia e senso della vita”, curato da Paola Bignardi e don Stefano Didonè. “Esiste una relazione tra la fede e gli interrogativi che il Covid ha contribuito a suscitare. La fede, più che mai, appare sfidata dalle domande dell’esistenza”, afferma la studiosa intervistata dal Sir. La Chiesa “si ponga in ascolto, a partire dalla consapevolezza che non sta comprendendo le nuove generazioni… Sarebbe un guadagno per tutti”

Rapporto Giovani 202 dell'Istituto Toniolo. In Italia record europeo di neet e con la pandemia si rischia il peggioramento. Il 26% di chi vive ancora con i genitori lo fa perché "sto ancora studiando". Più in difficoltà chi "combina una protratta condizione di disoccupazione con disagiata situazione economica di partenza"

Mare d’inverno cantava Enrico Ruggeri, evocando spiagge vuote e ventose e gabbiani infreddoliti. “Scuola d’estate” gli fa eco il ministro della pubblica istruzione Bianchi (già che c’era perché non “Banchi?”).

Presidente Gigi De Palo: un’Italia senza figli, che Paese sarà? «Da decenni il nostro Paese è in declino demografico: le nascite sono molto al di sotto dei decessi, con l’innalzamento dell’età media della popolazione, e la vita è sempre più difficile per chi ha più figli a carico. Eppure, sembra che la questione diventi nazionale solo il giorno del lancio dei dati Istat. Ecco perché il Forum delle associazioni familiari ha promosso gli Stati generali della natalità».

Nella ridda del dibattito e delle prese di posizione sul ddl Zan, che il Senato sarà chiamato a discutere, un punto sta affiorando con evidenza innegabile: l’oggetto del contendere non è solo né tanto ciò che nel testo è scritto e prescritto, ma anzitutto quello su cui esso tace. E la consolidata prassi giuridica in tutti i Paesi a regime democratico prevede che ciò che non è espressamente proibito o consentito dalle leggi è lasciato alla esegesi ed applicazione di chi ha ruoli esecutivi, amministrativi e giudiziali. Non che il cittadino o i suoi rappresentanti legali non abbiano anch’essi libertà di interpretazione ed azione laddove il legislatore ha taciuto, ma la loro iniziativa li espone al rischio serio di venire repressi o sanzionati dalle autorità preposte, oppure contraddetti in giudizio civile o penale ed eventualmente condannati

"Chi decide di avere un figlio è capace di futuro e va sostenuto perché ogni figlio è un bene comune e una ricchezza per il Paese. Nei giorni scorsi questo è stato riconosciuto dalle più alte cariche dello Stato, e per la prima volta in maniera non ideologica". Padre Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della famiglia, traccia al Sir un bilancio a caldo dell'evento che lo scorso 14 maggio ha acceso i riflettori sull'inverno demografico che da anni assedia il nostro Paese. Oggi, spiega, il desiderio di fare famiglia "si scontra con il principio di realtà": occorre una "revisione culturale a tutto campo" e le donne non devono più essere costrette a scegliere tra maternità e lavoro

"Si è respirato un clima familiare, umano, dove tutti desideravano non solo portare il loro punto di vista, ma anche condividere la bellezza della loro famiglia, della loro paternità e maternità: proprio il motore che volevamo accendere": a parlare al Sir degli Stati generali della natalità, facendo un bilancio, è Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari

C’è legge e legge. Il ddl “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, noto con il nome del primo firmatario, il Pd Zan, ha vistosamente due obiettivi paralleli: la tutela di persone deboli, fragili ed emarginate e l’affermazione ideologica. Sul primo registro si pongono gli articoli centrali, sul secondo, in tutta evidenza l’articolo 4 e gli articoli 7 e seguenti. A parte l’insistenza sull’ambiguo concetto di “genere”. Deve essere ben chiaro che questo doppio registro, anche se corrisponde ad una radicata linea culturale mainstream, ovvero indicata come pensiero dominante, almeno nei Paesi occidentali di capitalismo maturo, come ogni cosa, in democrazia, deve essere oggetto di una responsabile discussione. E di un bilanciamento