Idee

«La natura arriverà prima della politica, con tempi più rapidi della nostra burocrazia!». Lo afferma Marco De Candido, un uomo vissuto tra le montagne del Cadore, nato tra quelle foreste un tempo definite “il paradiso della Val Visdende”, prima che due anni fa Vaia ne sfregiasse il nome, la dignità e la bellezza. Marco è un montanaro prestato all’industria dell’occhialeria, che però è rimasto boscaiolo nel cuore, dopo aver lavorato per un decennio tra questi boschi. Oggi il suo “nido d’aquila” di tronchi di larice che fu casa per i propri avi, funge da rifugio domenicale e domina la valle: «Qui non abbiamo giardino, perché fino a due anni fa la baita era un tutt’uno con la foresta – spiega Marco - mentre oggi è circondata da un cimitero con le ceppaie al posto delle lapidi».

Adesso è il momento di ritrovare quello spirito unitario che ha consentito al nostro Paese di fronteggiare la prima fase acuta della pandemia.

Da più di dieci anni le associazioni padovane che si occupano di persone senza fissa dimora propongono un’iniziativa per sensibilizzare la comunità cittadina sul tema della povertà estrema e della emarginazione sociale. La notte dei senza dimora è in programma sabato 17 ottobre dalle 15.30 ai Giardini dell’Arena: un’occasione per sensibilizzare. Nel clou della pandemia sono aumentate le richieste di assistenza non solo di chi vive per strada, ma anche da parte di chi si è trovato senza lavoro e senza residenza

È nella fraternità, ci dice Francesco, che ciascuno di noi – persone, gruppi, società, nazioni – può uscire dalla solitudine dell’egoismo che ci isola, per sentirci parte della grande famiglia umana. Stando ben attenti, tuttavia, a non perderci nell’indifferenziazione di un “universalismo autoritario e astratto”, che “mira consapevolmente a un’uniformità unidimensionale e cerca di eliminare tutte le differenze” (n. 100). La fraternità, infatti, si nutre di diversità, perché riconosce la pluralità come ricchezza. Non si tratta, e le pagine dell’enciclica lo sottolineano più volte, di coltivare delle “utopie”, aspirazioni astratte senza tempo e senza luogo. Si tratta piuttosto di dare carne a un progetto che parte proprio dalla consapevolezza della sua apparente inattualità

Nella sua destinazione universale e nel coinvolgimento dichiaratamente esteso alla più vasta platea di ruoli e professioni è un patto certamente esigente quello che ieri papa Francesco ha rilanciato nel suo videomessaggio ai partecipanti al “Global compact on education”. Esigente sì, e tuttavia pienamente in sintonia con gli obiettivi che, da sempre, si prefigge una realtà come la Fism (Federazione italiana scuole materne). Per questo la nostra Federazione non solo accoglie con gratitudine le indicazioni del Santo Padre, ma intende mettersi subito al lavoro con rinnovato impegno , certa - con lui - che ogni cambiamento richiede un percorso educativo e, per quanto ci tocca più da vicino, in modo particolare nel segno del primato dei bambini e nella condivisa convinzione che l'educazione è via efficace per umanizzare il mondo e la storia.

“La presidenza del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), in un messaggio, esprime gratitudine e si impegna ad assumere la voce profetica di Papa Francesco espressa nella enciclica “Fratelli tutti”. Il Celam, “in quanto organismo di comunione ecclesiale, riceve questo documento con gioia e speranza, fiducioso che il suo contenuto illuminerà e allargherà gli orizzonti di azione della Chiesa in America Latina e nei Caraibi”.

Indagine di Caritas Ambrosiana che ha intervistato 379 famiglie dell'arcidiocesi di Milano. Per l'82,6% i servizi post adozione specialistici sono pochi rispetto al bisogno. A chiedere aiuto sono soprattutto i genitori che hanno scelto le adozioni internazionali

Si fa strada, ogni giorno di più, l'ipotesi di tornare alla didattica a distanza per gli studenti delle secondarie di secondo grado, soprattutto per limitare i contagi durante il tragitto da casa a scuola, che spesso avviene su mezzi pubblici affollati. Pellai: “Di tutte le cose da fare, per me questa è l’ultima. Proprio l’ultima delle ultime"

Tra le conseguenze dell’emergenza sanitaria, l’emersione di una nuova fascia di persone in difficoltà che non avevano mai chiesto aiuto, “ma vivevano appese a un filo”. A Bologna, in un convegno promosso da Cefa, istituzioni, grande distribuzione e realtà cittadine si sono confrontate sul tema “Covid e nuove povertà”