Idee

È l’occasione per abbandonare l’autoreferenziale prospettiva del selfie puntando l’obiettivo, con una rotazione di 180 gradi, inquadrando quello che ci sta non alle spalle ma dinanzi. Raccontare l’oggi diventa così fondamentale per costruire il domani, raccogliendo insieme quegli elementi che costituiranno la base fondamentale per la nostra memoria. E nel momento in cui il Covid-19, mietendo tante vittime fra i più anziani ha rischiato di privarci di una parte importante proprio della nostra memoria, questo diventa ancora più importante e significativo

Il messaggio è ispirato dal un versetto del libro dell’Esodo: «Perché tu possa raccontare e fissare nelle memoria». «Il rischio, in questo tempo – sottolinea don Daniele Longato – è delegare la memoria a un cellulare o a un hard disk». Giornata mondiale delle comunicazioni sociali “La vita si fa storia” è il titolo del messaggio di papa Francesco per la 54a edizione. Pubblicato prima della pandemia, invita a “rivestirsi delle storie” per affrontare le sfide della vita

La pandemia ha spazzato via tante false certezze e l’orgoglio che in fondo le giustificava e, allo stesso tempo, ha reso evidente che anche in circostanze terribilmente dolorose si può fare esperienza del bene, ci si può stupire della grandezza e della sacralità di tanti rapporti, di tante amicizie, di tante opere. Abbiamo chiesto a Franco Nembrini, insegnante, saggista e pedagogista italiano, di “leggere” i segni di quanto è stato e di quel che sarà. “Il virus ci ha messo di fronte a tutta la fragilità, povertà, a tutto il bisogno di cui è costituito l’uomo – ha spiegato –. Delle due l’una: o ci si arrabbia per la mala sorte e ci si illude di poterne uscire prima o poi, oppure si riconosce con semplicità di cuore la propria dipendenza da Dio e a lui si chiede la Grazia di ricominciare”

Fare memoria è sinonimo di vita che si fa storia. Lo scrive Papa Francesco nel Messaggio per la 54ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (domenica 24 maggio) quando afferma che “l’uomo sarà chiamato, di generazione in generazione, a raccontare e fissare nella memoria gli episodi più significativi di questa Storia di storie”. È questo uno dei compiti del comunicatore cristiano: vivere illuminandosi e nutrendosi del ricordo della vita di Gesù e dalle tante vite che hanno provato a seguirne i passi. Come quei Figli d’Israele (citati nel passo dell’Esodo che dà il titolo al Messaggio) che vengono liberati dalla schiavitù proprio grazie a un Dio che si ricorda di loro e li rende poi liberi dall’oppressione. Le parole di Francesco sono un richiamo a non dilapidare il patrimonio delle nostre biografie, da intendersi non come sterili resoconti di vite ordinarie, ma come “meraviglie stupende”, capaci rinnovarci e rigenerarci ogni giorno

Nella settimana che si chiude il governo Conte ha superato due scogli importanti. E' riuscito a portare finalmente in Gazzetta ufficiale il “decreto rilancio”, dopo un'estenuante attesa che ha fatto seguito ad un'altrettanto estenuante gestazione del maxi-provvedimento, e ha archiviato l'insidioso passaggio parlamentare sulla sfiducia chiesta dall'opposizione nei confronti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Ora però l'attendono tre sfide cruciali, che peraltro sono inevitabilmente connesse, come quasi tutto, in questa fase.

Nel 1970 l'istituzione delle Regioni a statuto ordinario: la ricorrenza viene a cadere in un momento in cui il dibattito sul loro ruolo è diventato di strettissima attualità. Per cercare di capire le radici storico-politiche dei problemi che sono emersi in questi mesi drammatici per il Paese, può essere utile staccarsi per un istante dalla cronaca quotidiana e ripercorrere il sentiero che ha portato alla loro formazione. Proviamo a farlo con Paolo Pombeni, storico e analista dei sistemi politici che sull'impatto delle Regioni sulla vita politica spiega: "Le Regioni hanno avuto, per così dire, un grande successo. La classe politica ha scoperto che si aprivano nuovi spazi soprattutto per i partiti esclusi dal governo centrale"

Tra i migranti italiani aumenta l'esclusione sociale, la precarietà e l'irregolarità, anche per effetto dei due decreti sicurezza e ora per l'emergenza Covid-19. È quanto emerge dal Rapporto 2020 del Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati, che ha presentato oggi dati e testimonianze via web.

La Fondazione Ismu dedica una sezione del proprio sito al tema con analisi, approfondimenti e riflessioni. In base alle ultime stime, al primo gennaio 2019 gli irregolari sono 562 mila. Ecco cosa succederà con il Decreto Rilancio