La pandemia ha spazzato via tante false certezze e l’orgoglio che in fondo le giustificava e, allo stesso tempo, ha reso evidente che anche in circostanze terribilmente dolorose si può fare esperienza del bene, ci si può stupire della grandezza e della sacralità di tanti rapporti, di tante amicizie, di tante opere. Abbiamo chiesto a Franco Nembrini, insegnante, saggista e pedagogista italiano, di “leggere” i segni di quanto è stato e di quel che sarà. “Il virus ci ha messo di fronte a tutta la fragilità, povertà, a tutto il bisogno di cui è costituito l’uomo – ha spiegato –. Delle due l’una: o ci si arrabbia per la mala sorte e ci si illude di poterne uscire prima o poi, oppure si riconosce con semplicità di cuore la propria dipendenza da Dio e a lui si chiede la Grazia di ricominciare”