Idee

Si è conclusa nella notte tra sabato 8 e domenica 9 febbraio la 70ª edizione della kermesse canora, che ha raggiunto ottimi risultati in termini di share. La manifestazione è stata presentata come il Festival delle donne, ma è stato così? E la musica che ruolo ha avuto? Ne parliamo con  Massimo Bernardini,  giornalista e conduttore di "Tv Talk" su Rai 3

Non si tratta del canto del libero amore, di un amore che si sottrae ad ogni regola o di amori estranei all’orizzonte biblico, ma dell’amore tra l’uomo e la donna. Questo, infatti, torna a palpitare in tutto il suo splendore nel Cantico dove la frattura inflitta alla relazione uomo-donna in Genesi 3 con il peccato (che vede il predominio dell’uomo sulla donna) viene superata attraverso una relazione riconciliata, un eros redento, dove al dominio si sostituisce la reciprocità della comunione, all’accusa il linguaggio della lode, al conflitto l’amore

Qualcuno, nel nome dell’ideologia, ha cercato di trovare una motivazione per quello che avvenne ricordando quello che c’era stato prima. Ma niente e nessuno potrà mai giustificare colui che pur si ritiene vittima nel momento in cui si fa carnefice dei propri simili. Nell’Europa dei nuovi muri dove ritornano a galla razzismi che speravamo sepolti per sempre, il Giorno del ricordo assume un duplice, fondamentale significato

“Dobbiamo iniziare dalle parrocchie e non nascondere tutto il sotto tappeto. Invece facciamo finta di non vedere cosa avviene sulle nostre strade: stiamo distruggendo generazioni di donne, sempre più giovani. Troviamo ragazzine addormentate in terra come stracci, è una vergogna”. Questo l'appello di suor Eugenia Bonetti, la veterana delle suore anti-tratta, missionaria della Consolata, nella VI Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta degli esseri umani che si celebra l'8 febbraio

Il Festival per antonomasia nel corso dei suoi 70 anni ha ospitato molti grandi autori internazionali, con alterne vicissitudini. Tra chi non aveva ben compreso che non si trattava di un concerto, chi ha dettato le sue condizioni, chi si è piegato di malavoglia alle logiche di marketing, sfogliare le pagine della memoria fa riscoprire chicche dimenticate e riflettere sull'eterna domanda: sono solo canzonette?

Londra ha cambiato strada, lasciando l'Unione europea. Il premier Johnson dovrà riappacificare l'opinione pubblica interna, salvaguardare l'economia nazionale, vigilare sul futuro dell'Irlanda del Nord, evitare la secessione della Scozia. L'Ue dovrà invece ripensare le modalità per rispondere agli interessi dei propri cittadini. Ma Europa e Regno Unito saranno chiamati a camminare ancora insieme

È compito della politica – e quindi dei partiti rappresentati in Parlamento – trovare una sintesi che salvaguardi le garanzie costituzionali a tutela della libertà dei cittadini e allo stesso tempo consenta di perseguire i reati con efficacia e tempestività, anche investendo risorse su un settore nevralgico com’è l’amministrazione della giustizia

Sono tali e tante le complessità da far ritenere che gli undici mesi di transizione non basteranno per sottoscrivere entro l'anno nuovi accordi di vicinato con l’area continentale. Anche perché, come in ogni negoziato, le posizioni iniziali sono molto distanti e dalle due parti non si esclude la “hard Brexit”, cioè l’uscita del Regno Unito senza accordi e quindi con il massimo del danno

È necessario vigilare, a cominciare da noi stessi, perché questi moti dell’animo non diventino veleni sociali, offrendo un terreno di coltura per atti e comportamenti lesivi del rispetto che si deve a ogni persona umana, in una stagione in cui il pregiudizio e la ricerca ossessiva del capro espiatorio hanno già causato troppi danni