Idee

l tradizionale “modello veneto” si rispecchia anche nei vecchi casolini oggi alla guida di imperi commerciali. Lavoro a testa bassa, famiglia come sostegno, radici nel territorio. È il denominatore comune di quelli che sono diventati retailer e che in realtà sono ancora l’anello forte fra chi produce e chi acquista. Storie spesso a forte impronta provinciale, ma capaci di alcuni casi di allargarsi anche oltre l’orizzonte veneto.

Nel 2017 sono appena 449mila i nuovi nati, 9mila in meno rispetto all’anno precedente, con una perdita complessiva di popolazione di oltre 90mila unità. La demografia italiana rimane “sdraiata sul fondo”, come un sottomarino che sembra aver perso la spinta per ritornare a emergere – oltre alle scarse nascite, anche l’immigrazione è modesta – restando appoggiato sul fondale: è la significativa immagine che hanno usato nei giorni scorsi gli esperti di “Neodemos”, una rivista online di osservazione e analisi dei fenomeni sociali, economici e politici a partire dai cambiamenti demografici. Parla Alessandro Rosina, docente di Demografia all’Università Cattolica di Milano

Tocca innanzitutto a noi, ai cittadini, rilanciare il progetto europeo, riscoprendo le ragioni del nostro stare insieme: quelle storiche, che sono ragioni di pace, di affermazione dei diritti, di arricchimento culturale, e non solo di benessere economico, e quelle che derivano dalle tante nuove sfide che abbiamo davanti. Tocca a noi credere fino in fondo all’importanza di continuare a camminare insieme per affrontare i nuovi tornanti che la storia ci pone davanti. Senza arretrare, senza rinunciare a fare del nostro continente uno spazio di promozione dei diritti, della libertà, della giustizia sociale. Non solo per noi, ma anche per gli altri continenti, a partire da quelli che si affacciano sul Mediterraneo

Il segretario generale della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) analizza la situazione politica, mette in guardia dai nazionalismi esasperati, invita i cittadini a essere protagonisti della vita democratica. "Come in ogni famiglia anche nell’Ue ci sono tensioni. Ma siamo sulla stessa barca. L'Unione - che è un progetto di pace - offre la possibilità di assumere decisioni condivise per il bene di tutti"

Due visioni del mondo, oppure una sola? Due miraggi diversi che sembrano fondersi e che invece di volta in volta cambiano a seconda della posizione di chi li osserva, della luce, dell’ora del giorno? Ciò che diverge sembra poi essere il percorso attraverso il quale raggiungere questo futuro agognato da tutti. Un futuro uguale eppure così diverso. In mezzo c’è l’Italia. Che è fatta da quelle stesse persone che si ritrovano su barricate opposte e che non riescono a parlarsi. Vicini di casa che si guardano in cagnesco. Forse occorre ripartire proprio da questa condizione: da un Paese in affanno e da una capacità di dialogo che appare perduta e che deve essere ritrovata

Come possiamo accorgerci degli altri, se li teniamo a distanza difendendo il nostro territorio? È giunto il tempo di attivare la consapevolezza di essere abitanti di questo mondo aderenti alla terra, capaci di percepire la vibrazione dei passi degli altri, per camminare insieme nella gioia dell’esistenza e nel dono gratuito di sé? In che modo diventare sentinelle pronte ad ascoltare il gemito del sofferente nel proprio ambiente o di qualunque nazione? Come essere protagonisti attivi e propositivi nella storia di ogni giorno, per portare il proprio contributo agli uomini e alle donne del nostro tempo senza compromessi, senza tradire il Vangelo? In quale occasione abbiamo fatto esperienza del buon samaritano che si è chinato su di noi e che cosa ne abbiamo fatto dell’accaduto?

Disunita strutturalmente come è, l’Italia non esercita al meglio il proprio ruolo. Dunque c’è bisogno di un impegno di tutti gli attori per “contare di più”, anche perché l’Europa rischia, tutta, di essere vaso di coccio in una rinnovata competizione globale. In secondo luogo l’appeal delle istituzioni europee è al minimo storico proprio perché, avendo rimosso la questione dell’identità, finiscono coll’essere percepite semplicemente come avatar, cioè incarnazioni evanescenti, di un pensiero globale neo-liberista, lontano dagli interessi e dal cuore dei popoli

La presenza di soci privati come le Fondazioni permette a Cdp di restare a metà strada e di non essere conteggiata nel perimetro del debito pubblico. In teoria, con questo azionariato la Cassa non dovrebbe andare in difficoltà per inseguire progetti, cari al Governo e protettivi per i lavoratori, in evidente perdita. L’Esecutivo ha però mostrato di voler andare per le spicce chiedendo il ricambio ai vertici della Banca d’Italia che ha una sua autonomia istituzionale. Cdp risponde al Governo e poi alle Fondazioni. Osservare le sue mosse permetterà di intuire per tempo la direzione dei prossimi mesi quando l’Esecutivo si troverà al bivio fra nazionalizzazioni e privatizzazioni

Il grido di dolore di un docente universitario che vede il suo Paese piegato dalla corruzione, dalla povertà, dalla criminalità. “Se le democrazie europee non interverranno per garantire la libertà di scelta politica - spiega Agron Gjekmarkaj - e il funzionamento dello stato di diritto, si creerà di nuovo il 'caso Albania' alle porte dell’Italia e dell’Europa”

Il teatrino della politica italiana offre un triste spettacolo e ignora questioni determinanti per la vita dei cittadini, come la penetrazione mafiosa in Veneto certificata dalla Dia e dalla Commissione parlamentare. Il 21 marzo a Padova la Giornata della memoria e dell’impegno  

La scomparsa, nei giorni scorsi, di Ugo Suman ci lascia tutti più poveri. Nelle sue poesie, nei suoi articoli vibrava una poesia autentica e una grande, antica saggezza. Dal 2009 era tornato a scrivere per la Difesa, Ugo, dopo averla frequentata a lungo in passato per poi diventare firma del Gazzettino e volto noto di Telechiara. 
I funerali mercoledì alle 10.45 nel santuario della Madonna Pellegrina, la sua parrocchia.