Un appello ai cattolici e ai musulmani del nostro Paese: “Vorrei dire loro di superare preconcetti e distanze. Tutti li abbiamo maturati in questi anni dentro di noi. Ma oggi abbiamo un compito importante ed è un compito che le nostre comunità condividono: rendere la società italiana migliore di quella che è”.
Idee
Finché noi cristiani restiamo spettatori della realtà, non contribuiremo mai a tessere evangelicamente la trama o l’ordito della storia. Buttarci nel quotidiano, sporcandoci anche le mani, è un imperativo che chiede conto alla nostra responsabilità, per evitare di giudicare gli altri come il fariseo nel tempio, mistificando spesso il reale, che è la storia di cui facciamo parte.
Se mi ritengo persona umana dinanzi allo sguardo di Josephine, posso ancora dormire nel mio letto, sfamarmi, godermi relazioni di amicizia e pensare alle vacanze? Non scardina ogni carapace di autodifesa? Non mette a nudo chi siamo? Persone che persone osano dirsi tali? Ancora osiamo? Dovremmo lasciarci invadere da quanto rimuoviamo: la vergogna che vorrebbe emergere, se solo glielo consentissimo.
Tutto quello che Facebook sa di te, ma tu probabilmente non sai, ora è nero su bianco. Si trova nelle 454 pagine che il social ha presentato qualche mese fa al congresso Usa.
Fiducia reciproca vuol dire anche aprire le porte di casa e fidarsi l’un l’altro che si ritornerà più arricchiti da esperienze vissute individualmente ma guardando nella stessa direzione.
Non è più questione di numeri, semplicemente non c’è più spazio per la compassione. Tutta questa faccenda dei migranti va rimossa il prima possibile e il modo migliore per farlo è il silenzio. Un silenzio colpevole che nasconde delle convinzioni sempre più radicate nella testa della gente. Sono certezze che ruotano intorno a due, massimo tre concetti, venduti da un caparbio imbonitore che promette un paese finalmente affrancato dalla responsabilità di salvare vite umane e dal peso dell’accoglienza
Quale può essere il contributo della Chiesa italiana attraverso l’azione territoriale delle Diocesi nel sostenere il difficile ma necessario cammino verso la sostenibilità? È questa la domanda di fondo che ha accompagnato i 60 partecipanti in prevalenza direttori degli uffici diocesani di Pastorale sociale provenienti da tutta Italia, al quarto seminario estivo che si è svolto dal 3 al 7 luglio ad Arabba promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.
Non si possono più rimandare azioni concrete per la protezione dell'ambiente. È questa la consapevolezza emersa dalla conferenza internazionale "Saving our common home and the future of life on earth” organizzata nei giorni scorsi dal dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale – il cui prefetto è il card. Peter Turkson – in collaborazione con il Movimento cattolico mondiale per il clima, nel terzo anniversario di pubblicazione dell’enciclica Laudato si’.
La speranza comune di soccorritori e di ascoltatori ha messo in moto una catena di umanità. La morte di uno dei soccorritori, rimasto senza ossigeno mentre portava bombole di ossigeno per i ragazzi, ha reso ancora più forte e determinata quella catena di solidarietà. “Ora che lui è morto, dobbiamo mantenere la sua promessa di riportare a casa quei ragazzi”
Quelle parole e quei gesti che il Papa, i patriarchi e i vescovi si sono sono scambiati attorno a quella tavola rotonda approntata nella navata centrale della basilica: un incontro fisicamente “a porte chiuse”, ma spiritualmente a porte spalancate per accogliere il dolore e per diffondere la speranza
Associazioni, università e istituzioni insieme per uno scopo comune: l'accessibilità dei luoghi e dei servizi. Disability Pride onlus “catalizzatore di energie”, che mette insieme mondi diversi per lo stesso scopo. All'appello risponde anche il cinema
La nuova situazione pone la chiesa di fronte a uno scenario inedito. E chiede un deciso cambio di passo, anche nell'enunciazione dei principi, assieme al coraggio di ripensare il rapporto con i fedeli più su un piano culturale e spirituale che sociale e politico
L'esperienza dei corridoi umanitari mostra all'Europa una possibile strada da seguire, proprio nel momento in cui più forte è la diffidenza. L'analisi di Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas italiana, apre alla speranza e invita a non arrendersi.
La donna consacrata ritrovata tutta se stessa, non si mutila nella sua femminilità e nei suoi desideri ma li lascia risplendere perché con la consacrazione verginale è messa in evidenza l’inscindibile connessione tra la consacrazione battesimale, che inserisce nella trama generativa e fraterna delle relazioni ecclesiali, e la consacrazione verginale, per la quale la donna è costituita segno escatologico della Chiesa sposa e nella condizione verginale si apre al dono della maternità spirituale
In letteratura, la marginalità e la apparente non utilità hanno lasciato pagine memorabili. "La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d'angolo".