Idee

Il governo intende utilizzare tutti i fondi previsti dal Pnrr. Nell’informativa resa in Parlamento – prima al Senato e poi alla Camera – il ministro Raffaele Fitto ha ribadito quanto già affermato dalla premier Meloni in risposta all’ipotesi di rinunciare a una parte dei finanziamenti a fronte delle difficoltà di attuazione del Piano. Difficoltà estremamente concrete al punto che già si è consapevoli dell’impossibilità di completare tutti gli interventi entro il termine finale del 2026.

Il primato della coscienza e la responsabilità dei singoli A 80 anni dal processo ai giovani della Rosa Bianca, i valori e le idee di resistenza non violenta e il coraggio fino al martirio sono ancora oggi patrimonio condiviso.  Quello lanciato dai giovani della Rosa Bianca è un appello immortale. Oggi raccolto da tante coscienze libere. In Iran, in Afghanistan, in Russia

Sono tanti i modi per leggere la Festa della Liberazione e gli avvenimenti connessi al 25 aprile del 1945. Tanti per non sentirne l’importanza, che è poi il peso di un insegnamento e la proiezione sull’oggi. Forse, in un contesto che vede prorompenti le ansie di libertà e i desideri di pace, è la liberazione dalla guerra che emerge come obiettivo. Come lo fu per gli italiani, e non solo, liberati, nel 1945, dal regime nazifascista.

1° maggio, festa dei lavoratori Chi crede di essere performante e competitivo; chi è disoccupato; chi ha l’occasione per riscattarsi. Il lavoro, nelle sue declinazioni, rifiuta debolezze e fallimenti. Affrontarli e accettarli è lo slancio vincente. La precarietà coinvolge l’intera comunità e ci rende fragili, chi più chi meno. Ma sbagli e difficoltà riattivano le persone: sta alla società essere inclusiva

Perché non sia una stanca e ripetitiva celebrazione questo 1° maggio deve diventare l’occasione per mettere il lavoro al centro delle politiche nazionali; non solo per dare attuazione al primo e fondamentale diritto costituzionale, ma ancor più perché il lavoro è condizione per affrancarsi dalla povertà, per il riscatto culturale e per dare dignità a quanti sono in disparte.

«Io ho aspettato di essere veramente molto grande. Hanno tutti molta paura, soprattutto da giovani. I nostri genitori facevano figli a 25 anni o meno, io a quell’età sarei stato disperato, non avrei saputo cosa fare! Si è un po’ più egoisti, almeno io lo sono stato, pensi che avere un bambino sia un peso e gli amici non ti aiutano, ti ricordano che non potrai più svegliarti a mezzogiorno. Forse la gente è un po’ più pigra, vedono il figlio come una perdita di tempo, ma è un peccato perché è un’esperienza che consiglio a tutti».