Accanto a chi ha più bisogno? Si, ma non con i nostri soldi

Indagine Censis-Magis: giusto aiutare i Paesi poveri, ma solo 20 per cento dà un contributo.

Accanto a chi ha più bisogno? Si, ma non con i nostri soldi

Italiani più solidali a parole che nei fatti. Per il 77 per cento infatti è giusto sostenere i popoli poveri del Sud del mondo, ma solo il 20 per cento è disposto a dare un contributo economico o a impegnarsi in prima persona e appena il 15 a modificare il proprio stile di vita.

È quanto emerge dall’indagine Censis presentata in occasione del Simposio organizzato all’Università Gregoriana per celebrare i 30 anni del Movimento e azione dei gesuiti italiani per lo sviluppo (Magis), la fondazione che coordina le attività missionarie e di cooperazione internazionale della provincia euromediterranea della Compagnia di Gesù.

Il 44 per cento degli italiani ritiene giusto aiutare i Paesi poveri perché «è doveroso», il 32 per cento perché «se non li aiutiamo a casa loro cercheranno di venire in Europa», mentre il 19 per cento lo considera sbagliato perché «prima bisogna aiutare gli italiani».

A dimostrare maggiore spirito umanitario sono i giovani: il 47 per cento pensa sia giusto stare accanto ai popoli più poveri, percentuale che scende al 31 tra gli anziani. L’indagine mette anche in evidenza che «per il 76 per cento degli intervistati non c’è nessuna correlazione tra lo stile di vita occidentale e la povertà del Sud del mondo».

A doversi occupare di solidarietà devono essere soprattutto le agenzie delle Nazioni Uniti, come la Fao e l’Unicef. «Dal momento della crisi, non siamo più gli stessi perché la solidarietà non è più quella di prima tanto che il 48 per cento degli italiani dice che è notevolmente diminuita», ha commentato Giulio De Rita, del Censis, sottolineando che «da un lato abbiamo un grande sentimento di solidarietà e giustizia, ma guardandoci intorno non vediamo lo vediamo e quindi ci vergogniamo a esternarlo».

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