Casa bene comune: un dossier di Caritas Italiana sul diritto all'abitare nel contesto europeo

In vista del 31° anniversario della caduta del muro di Berlino, Caritas Italiana pubblica un Dossier con dati e testimonianze sul diritto all’abitare nel contesto europeo

Casa bene comune: un dossier di Caritas Italiana sul diritto all'abitare nel contesto europeo

Sogno un’Europa amica della persona e delle persone. Una terra in cui la dignità di ognuno sia rispettata, in cui la persona sia un valore in sé e non l’oggetto di un calcolo economico o un bene di commercio”. Queste parole di papa Francesco ci ricordano che purtroppo nel nostro continente sono più di cento milioni le persone in difficoltà e messe ai margini alle quali va data attenzione e restituita dignità. In vista del 31° anniversario della caduta del muro di Berlino, in questo anno in cui si celebrano i 70 anni dalla dichiarazione Schumann che ha dato il via al processo di integrazione europea, Caritas Italiana pubblica "Casa, bene comune. Il diritto all'abitare nel contesto europeo". È un Dossier con Dati e Testimonianze (DDT) di analisi legislativa sul diritto alla casa nel continente europeo. Pur nell’ambito di un quadro giuridico di spessore, la casa infatti resta per molti europei una meta difficile da raggiungere e da mantenere. Oltre 23 milioni di famiglie, circa il 10,4% della popolazione totale dell’Unione europea, spendono più del 40% del reddito per mantenere la propria abitazione, quasi 9 milioni di famiglie vivono in alloggi inadeguati. C’è poi chi un tetto non l’ha mai avuto: solo in Europa 700 mila persone sono senza dimora e il fenomeno è aumentato del 70% in dieci anni.

Come ricorda anche il nostro ultimo Rapporto sulla povertà ed esclusione sociale in Italia, nel nostro Paese oltre 1,8 milioni di famiglie sono in condizioni di povertà assoluta e chi vive in affitto ha una situazione più critica: circa 850 mila famiglie povere in locazione, quasi la metà di tutte le famiglie povere, con condizioni più critiche nel Mezzogiorno. I senza dimora sono 51mila e la loro condizione è stata aggravata dall'arrivo della pandemia per COVID-19. Ogni anno inoltre arriva l’assalto del gelo che crea situazioni ad alto rischio per chi non ha una casa o una sistemazione al coperto e riscaldata: dai clochard ai ragazzi sbandati, dagli anziani ai padri separati e magari disoccupati che non hanno più le risorse per pagarsi un’abitazione.

L'edilizia pubblica (4% del patrimonio abitativo nazionale) risponde a una quota minima di popolazione: un quinto del mercato dell'affitto, una delle quote più basse d'Europa. La morosità è passata da percentuali irrisorie dei primi anni Ottanta all’attuale 90% del totale delle ragioni delle sentenze di sfratto emesse. Le domande di edilizia pubblica inevase presso Comuni e IACP ammontano a circa 650.000; 4 milioni di giovani tra i 25 e i 39 anni risiedono ancora nelle famiglie di origine; 4 milioni i lavoratori stranieri che vivono in affitto, l'80% in coabitazione e in condizioni di sovraffollamento.

Nella cornice giuridica europea, il diritto alla casa è di pertinenza esclusiva dei singoli Stati. Per tale motivo, il sistema di politiche abitative pubbliche appare disomogeneo e i livelli di accesso al bene casa non appaiono uniformemente distribuiti. Sono comunque presenti in Europa molte esperienze innovative da cui è possibile trarre utili piste di lavoro per favorire una migliore esigibilità del fondamentale diritto a un degno abitare.

Questo DDT si aggiunge ai 59 già pubblicati da Caritas Italiana, tutti disponibili online sul sito www.caritas.it

Fonte: Caritas

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Fonte: Comunicato stampa