Donne ai tempi del virus e il loro diritto di contare

La paura del futuro e del contagio non hanno mollato la presa, come l’incertezza delle donne lavoratrici con contratti precari, primi a saltare per contrazioni di mercato.

Donne ai tempi del virus e il loro diritto di contare

Le donne sono più vulnerabili/ricattabili sul piano economico che amplifica di più le disuguaglianze tra sessi. Disparità contrattuali e quanto il patogeno assassino porta con sé rischia di far pagare alle donne un prezzo più alto. Altro che smart-working! Potrebbe essere l’agile lasciapassare di un duro contraccolpo, per quei diritti a fatica conquistati. In questi mesi per le donne, smart è diventato hard-working.

Non sempre con l’aiuto di un compagno/marito dedito ma in solitudine hanno lavorato più di prima tra la cura di figli e anziani, lavoro domestico e da remoto: spesso affrontato senza avere “una stanza tutta per sé”. Cito V. Woolf: “Una donna deve avere una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi”...figuriamoci se ci deve lavorare! Le donne, dovrebbero poter scegliere se attuare o meno il lavoro da casa e veder sparire il Gpg (Gender pay gap), la disparità di salario rispetto ai colleghi uomini. Stando ai dati del World Economic Forum, la disparità retributiva verrà colmata tra più di due secoli! Il Global Gender Gap Report 2020, fa sapere che l’Italia è scesa dal 70° al 76° posto mondiale nella classifica dei paesi che attuano la parità salariale.

Oltre a questo problema, ne restano altri da risolvere, per le donne. Infatti, se con l’emergenza attuale SARS-CoV-2 abbiamo sentito tornare in auge parole come: buonsenso, responsabilità civile, sepolti da decenni di superficialità e riferirsi a sentimenti di vicinanza logorati dall’abitudine, schiaffo all’individualismo alleato preferito nelle avversità, non sempre è stato così perché la violenza tra le mura di casa non si è fermata. Le donne in lockdown, con distanziamento sociale ma troppa vicinanza al carnefice più la significativa riduzione di accesso ai servizi, pure attivi: hanno trovato, isolate e impotenti, al momento della spesa, la forza per le telefonate di aiuto al numero verde 1522 aumentate rispetto allo scorso anno del +73%, anche per effetto delle campagne di sensibilizzazione. Il rapporto Onu evidenzia che la quarantena ha causato un inaudito aumento delle violenze sulle donne chiedendo di implementare i servizi on-line. Sono state 32 -i numeri sono vite- le donne uccise da gennaio a giugno 2020 in Italia (Istat).

Nello sforzo di ripartire, i moniti del Papa sono buone notizie, araldi di speranza: “Peggio di questa crisi c’è il solo dramma di sprecarla”. E: “da come trattiamo il corpo della donna capiamo il nostro livello di umanità”. Siamo sulla stessa barca è ora di attuare un cambio di paradigma per una responsabilità collettiva. Inerti e silenti si è complici. Quindi 25 novembre non di archeologica retorica ma memoria attiva per non essere parte del problema ma della soluzione. O siamo uniti o uniti falliamo!

Federica Mantovani

Impegnata sul fronte della sensibilizzazione.
Protagonista della campagna contro la violenza alle Donne: #pernessunmotivo

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