Economia sociale. Manfredonia (Acli): “Sul Pnrr si coinvolga anche il terzo settore”

Inizia oggi, a Roma, la Conferenza dei servizi Acli. Tra i temi trattati l’importanza dell’economia sociale generata dal mondo Acli e l’impatto della pandemia tra gli operatori. Il presidente: “Terzo settore aiuta le istituzioni a rispondere meglio ai cittadini e aiuta i cittadini ad essere più ascoltati e più vicini alle istituzioni”

Economia sociale. Manfredonia (Acli): “Sul Pnrr si coinvolga anche il terzo settore”

“Durante la pandemia lo Stato e i cittadini hanno sperimentato come senza la sussidiarietà del mondo del terzo settore certi diritti non si possono acquisire ma mi sembra che se lo siano già scordati, basta vedere la gestione del Pnrr dove ad oggi manca una convocazione più strutturata del terzo settore”. Così il presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia, a Redattore Sociale parlando delle sfide per il futuro che riguardano il mondo del non profit e anche quello delle Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani che a partire da oggi, 2 dicembre, e fino a domani sono impegnate a Roma nella Conferenza dei servizi Acli presso la Fraterna Domus in via Sacrofanese 25, a Roma. L’evento è organizzato dalle Acli nazionali con Caf Acli, Enaip Nazionale e Patronato Acli e ha come titolo “L’economia sociale che crea valore”. “Abbiamo voluto incontrare tutti i dirigenti delle nostre imprese sociali - spiega Manfredonia -. Stiamo parlando di un mondo variegato che parla di cooperazione sociale, cooperazione edilizia, fondazioni, patronato, srl, etc. Abbiamo fatto un censimento e abbiamo visto la ricchezza di questa che noi riteniamo sia un’economia sociale, che ha un valore sul territorio”. Senza dimenticare, continua Manfredonia, che “al centro ci sono le persone e i servizi a loro rivolti che sia la tutela, l’assistenza o l’inserimento lavorativo. Abbiamo trovato alcuni punti forti che ci uniscono e questo è il nostro impegno: riflettere su chi siamo e soprattutto attraverso quali valori vogliamo agire nel nostro operato. Questa è l’idea di base che ci ha spinto a organizzare questo incontro”. Oltre al censimento delle imprese del sistema Acli, l’Istituto di ricerche educative e formative (Iref) delle Acli presenterà anche una ricerca condotta tra i lavoratori dei servizi Acli durante la pandemia. “Abbiamo cercato di vedere lo stato di salute dei nostri lavoratori - aggiunge Manfredonia -: si sta parlando di una platea di circa 10 mila persone. Nei nostri sportelli di Caf e Patronato ci sono circa 2,5 mila persone e gli sportelli sono rimasti aperti anche nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Tuttavia abbiamo anche implementato il digitale: in pandemia il nostro patronato ha avuto più di 3 milioni di contatti sul proprio sito web quando prima ne avevamo 5-600 mila”. Ma il lavoro degli sportelli non è stato solo quello di seguire le persone nella richiesta delle indennità. “C’è stato un lavoro di orientamento ma abbiamo assorbito anche la rabbia e la speranza delle persone - continua Manfredonia -. Abbiamo fatto un po’ di democrazia. È stato un lavoro politico impegnativo perché ascoltando abbiamo potuto denunciare quelle sbavature che ci sono state: penso a quando abbiamo protestato per tutto il mondo della cura. Le nostre badanti e le colf non avevano avuto un’indennità e non si sapeva se potevano spostarsi per andare in casa degli anziani accuditi, cose che hanno messo in difficoltà molte famiglie”.  Se durante la pandemia il ruolo del terzo settore è stato in alcuni casi fondamentale per tutelare soprattutto le fasce di popolazione più deboli, la speranza è che ci sia modo di essere coinvolti anche nelle attività di ripartenza. “I nostri sono servizi diversi che non devono andare a sostituire lo Stato ma sono sussidiari alla sua attività - spiega Manfredonia -. Crediamo che il mercato non debba essere regolato soltanto dalle imprese profit che creano valore, ma che nel mezzo c’è anche una realtà sociale che crea alleanze nei territori e che anima le comunità. Noi vogliamo stare in questo spazio dell’economia”. E oggi, aggiunge Manfredonia, “con la legge sul terzo settore gli strumenti ci sono, con la coprogrammazione e la coprogettazione. Per questo, il coinvolgimento del terzo settore sarebbe auspicabile perché aiuta le istituzioni a rispondere meglio ai cittadini e aiuta i cittadini ad essere più ascoltati e più vicini alle istituzioni”.  Gli ambiti dove questa collaborazione può funzionare non mancano, dai presidi sanitari, “con strutture più piccole e accoglienti dove la comunità possa trovare risposte di tipo sociale e sanitario e dove l’accesso alla salute è molto più pratico”, spiega Manfredonia, ai Centri per l’impiego (Cpi). “Riteniamo che i Centri per l’impiego ad oggi abbiano svolto un ruolo importante ma molto burocratico nella ricerca del lavoro - continua il presidente delle Acli -. Su questo ambito il mondo del terzo settore potrebbe innanzitutto ampliare tantissimo gli sportelli in giro per l’Italia e accompagnare le persone non tanto a trovare lavoro, ma andare ad intercettare chi ha bisogno, perché a volte sei tu che le devi andarli a cercare. Questo il terzo settore lo può fare. Pensiamo per esempio al mondo dei Neet: si tratta di più di 2 milioni di ragazzi che non studiano, non lavorano e non hanno interessi. Andare a cercarli e dare loro un’opportunità è una delle possibili azioni”.  Nonostante i patronati siano diffusi sul territorio e intercettino già una buona fetta di potenziali beneficiari del Reddito di cittadinanza, ad oggi non sono mai stati coinvolti in questi termini, anche in collegamento con i Centri per l’impiego, spiega Manfredonia. “Non utilizzare queste reti già esistenti è una sorta di miopia - aggiunge -. Non ci è stato mai chiesto, ma noi l’abbiamo proposto dall’avvio del Reddito di cittadinanza (Rdc). A livello nazionale il Rdc è un po’ piovuto dall’alto e si è pensato di risolvere tutto con i navigator che abbandonati a loro stessi non hanno avuto quell’efficacia declamata”. Per Manfredonia, il governo “sta facendo bene su molte cose, ma sta passando l’idea che per risolvere i problemi della povertà e delle disuguaglianze basta dare un po’ di soldi - spiega -. Non è così. Bisogna costruire delle reti sociali che sappiamo accogliere, includere e promuovere le persone. E oggi non vediamo grandi convocazioni su questo tema”. Sulla legge di bilancio, invece, oltre alle proposte sul Reddito di cittadinanza avanzate dall’Alleanza contro la povertà di cui le Acli sono tra i primi promotori, c’è il tema fiscale a preoccupare Manfredonia. “La riduzione delle aliquote è un obbrobrio - sottolinea il presidente delle Acli -. Il tema non è ridurre le aliquote, ma semmai aumentarle. Sono stupito che tutti i partiti abbiano sottoscritto una cosa del genere: ha senso far risparmiare 270 euro a chi ha più di 75 mila euro e non intervenire su chi ha sotto i 26 mila? Trovo questa deriva oltre che contro la Costituzione, anche contro ogni logica. Oggi hai la possibilità di costruire un fisco sartoriale intorno alle persone e chi ha più deve dare di più. Pagare le tasse è una cosa che ci aiuta a creare delle comunità meno fragili soprattutto in una fase post pandemica”.  Infine, un commento sulle imminenti elezioni del Presidente della Repubblica. “Ho avuto la fortuna di poter incontrare il presidente Mattarella - spiega Manfredonia - e l’augurio è che ci sia una persona della sua stessa caratura etica e spessore morale e che soprattutto abbia la capacità di essere sopra le parti, ma dentro la Costituzione”. Da Manfredonia, un appello al mondo della politica:“Più che di totonomi si ragioni del metodo, che non può che essere il più partecipativo possibile, perché il nome non deve venire fuori da una fazione. Il Capo dello Stato deve essere rappresentativo di tutto l’arco costituzionale”.Gianni Augello

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)