Educare alla parità. I giovani devono apprendere il rispetto tra i generi a tutti i livelli, anche nel mondo digitale

Riformare le modalità espressive delle giovani generazioni vuol dire offrire opportunità concrete e fattive al processo che porta all'uguaglianza.

Educare alla parità. I giovani devono apprendere il rispetto tra i generi a tutti i livelli, anche nel mondo digitale

Oggi più che mai la scuola e la società intera non possono perdere di vista gli imprescindibili insegnamenti, legati ai principi di cittadinanza espressi nella nostra Carta costituzionale.

Anche quest’anno la Giornata internazionale delle donne, celebrata l’8 marzo, si propone di stimolare più approfondite riflessioni e di sollecitare maggiore cura in margine al principio di uguaglianza, parità e rispetto di genere.

Il comma 16 della Legge 107 del 2015, meglio conosciuta come “Legge della Buona Scuola”, stabilisce che il Piano triennale dell’offerta formativa assicuri realmente pari opportunità tra le studentesse e gli studenti, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche trattate nel piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere (articolo 5 del decreto legge 93 del 14 agosto 2103, convertito nella Legge 119 del 2013).

Per supportare il lavoro degli educatori, il ministero dell’Istruzione ha inoltre emanato delle Linee guida che si soffermano sulle diverse sfaccettature della questione, fornendo ai docenti e ai discenti degli spunti di riflessione.
Così, oltre a illustrare, con quali modalità educare alla parità e al rispetto e alla valorizzazione delle differenze, il documento si sofferma anche sulle discriminazioni che vengono operate attraverso l’espressione linguistica.
Agli insegnanti viene raccomandato di verificare nella pratica didattica “l’adeguatezza del linguaggio usato nei libri di testo di tutte le discipline non solo per quanto riguarda la presenza di eventuali stereotipi del maschile e del femminile, ma anche per quanto concerne l’uso del genere grammaticale, che costituisce uno strumento fondamentale per la rappresentazione della donna nel linguaggio”.

La discriminazione, dunque, sta anche (e soprattutto) nelle parole. Riformare le modalità espressive delle giovani generazioni vuol dire offrire opportunità concrete e fattive al processo che porta all’uguaglianza.

L’azione educativa deve preoccuparsi inoltre di prevenire la violenza di genere. Nelle aule sarà importante, quindi, sottolineare la forte campagna di delegittimazione e denuncia nei confronti della violenza sulle donne, attuata dallo Stato italiano mediante la promulgazione di nuove leggi in cui essa viene riconosciuta e punita. Soprattutto è importante che i giovani imparino a riconoscere e a contrastare la cultura dell’omertà.

La violenza, di fatto, è la punta di un iceberg. Il documento sottolinea che il termine femminicidio definisce  “l’esito più estremo” di un atteggiamento diffuso di sopraffazione e prepotenza manifestato nei confronti delle donne. A lungo, poi, le donne sono state “giudicate” anche quando subivano soprusi. Ormai è raro che si dichiari pubblicamente che una donna è stata oggetto di violenza perché “se l’è cercata”, ma permangono scorie di quell’atteggiamento colpevolista. La consapevolezza che il diritto alla libertà della donna non sia da considerarsi una colpa, è ancora recente e va consolidata ed estesa a tutte le fasce della popolazione.

I giovani devono apprendere il rispetto tra i generi a tutti i livelli, anche nelle relazioni virtuali e quindi nel mondo digitale, dove è piuttosto diffusa la pratica dell’hate speech, che spesso si scatena con accenti sessisti e, quindi, chiede misure preventive particolari.

Il lavoro e le esperienze di molte scuole sul tema delle pari opportunità sono state pubblicate nella piattaforma www.noisiamopari.it, realizzata con il patrocinio del ministero dell’Istruzione, “che raccoglie strumenti informativi, di scambio e di supporto. Esperti, associazioni ed enti specializzati sulla lotta alle discriminazioni hanno collaborato alla realizzazione del sito web, nato per riunire materiale didattico, progetti e iniziative realizzate nelle scuole di ogni ordine e grado”.

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Fonte: Sir