Il territorio, croce e delizia. Il nostro territorio oltre a essere ricco di paesaggi e di bellezze riesce a essere fonte di benessere

Rileviamo nel dramma della tragedia la continua impreparazione con cui abitiamo un territorio fragile e delicato come quello italiano.

Il territorio, croce e delizia. Il nostro territorio oltre a essere ricco di paesaggi e di bellezze riesce a essere fonte di benessere

La saggezza popolare e contadina antica sapeva per esperienza quotidiana che il terreno era croce e delizia per questo andava rispettato. Mentre assistiamo al nuovo disastro naturale, che questa volta ha colpito la Romagna con una precipitazione di piogge mai conosciuta, rileviamo nel dramma della tragedia la continua impreparazione con cui abitiamo un territorio fragile e delicato come quello italiano.
Eppure il nostro è un territorio ricco che ci permette di godere di un patrimonio alimentare – ad esempio – unico e florido. Come recita il recente Rapporto Censis “Il valore economico e sociale dell’industria alimentare italiana” la produzione economica di quel settore tocca i 179 miliardi di euro l’anno. Evidenziano i ricercatori nel rapporto che l’alimentare non è soltanto una dimensione che porta guadagno agli italiani, al suo interno si riscontra anche un valore culturale e identitario. C’è una dimensione “reputazionale” che ci fa riconoscere nel mondo dove l’agroalimentare diventa vettore trainante del made in Italy all’estero. C’è poi una dimensione di stile di vita all’interno del quale si evidenzia l’attenzione a curare una dieta mediterranea, gli italiani che abitualmente – nel 68,8% dei casi – e di tanto in tanto – nel 23,9% dei casi dichiarano: “mangio abitualmente di tutto con attenzione senza eccessi ma senza vincoli rigidi o regole specifiche”.
Il nostro territorio oltre a essere ricco di paesaggi e di bellezze naturali riesce a essere una grande fonte di benessere. Purtroppo sembra essersi interrotta la nostra capacità di averne cura, mentre tendiamo ad assorbirne le risorse in modo sempre più sconsiderato.
Come spiegava Bruno Latour in un’intervista rilasciata tempo fa alla rivista La Civiltà Cattolica, intitolata “La Terra grida” (pubblicata il 7 maggio 2022): “La Terra non è vivente nel senso new age o nel senso semplicistico di un singolo organismo, ma è costruita, prodotta, inventata, tessuta dai viventi… quando guardo il cielo sopra di me, la sua atmosfera, la sua composizione, la distribuzione del gas, tutto questo è il risultato dell’azione dei viventi”. Di quest’azione siamo responsabili nel bene e nel male. Il territorio è croce e delizia e per questo dovremmo continuare a coltivarlo e curarlo invece di depredarlo e prosciugarlo.

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Fonte: Sir