Il volontariato, “un bene che va protetto”. L’Italia saluta la Capitale europea 2020

Con la giornata di oggi, Padova chiude l’esperienza da Capitale e traccia un bilancio di un anno inedito e difficile a causa della pandemia. Il plauso dell’Europa all’esperienza italiana. Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea per la democrazia e la demografia: “Ammiro il vostro impegno, ha colpito ognuno di noi”

Il volontariato, “un bene che va protetto”. L’Italia saluta la Capitale europea 2020

“Saremo capitale per sempre: questo è l’impegno che dobbiamo assumerci. Siamo stati capitale del 2020 ma nessuno ci toglierà questo titolo fino a quando noi continueremo a mettere al primo posto la coesione, l’attenzione a chi è più in difficoltà, l’impegno del sostegno al volontariato e a tutto il terzo settore”. Con queste parole, Emanuele Alecci, presidente del Csv di Padova e Rovigo saluta l’esperienza di Padova Capitale europea del volontariato 2020 durante la cerimonia conclusiva dell’esperienza tenutasi oggi online che ha visto la partecipazione di tutti gli attori coinvolti durante l’anno. “In questo anno abbiamo capito che il volontariato è un bene preziosissimo - ha sottolineato Alecci -. Un bene che però dobbiamo proteggere e dobbiamo sostenere. Quello che dobbiamo costruire è qualcosa di nuovo, dove chi ha a cuore gli altri deve avere un ruolo perché si tratta di persone che vedono le cose in maniera nuova. Non so se siamo riusciti a far vedere le cose in maniera nuova durante questo anno incredibile, ma forse un piccolo contributo l’abbiamo dato e ho avuto l’impressione che questo modo di vedere le cose in maniera nuova abbia contaminato tantissime persone e tanti giovani che prima magari avevano solo sentito parlare di volontariato e si sono messi a disposizione”. Per il sindaco di Padova, Sergio Giordani, il volontariato rappresenta “un grande e importante motore di sviluppo - ha affermato -. Abbiamo toccato con mano che il volontariato può aiutarci a disegnare la comunità del futuro, ad immaginare città più solidali, relazioni sociali costruite sulla collaborazione e sul dialogo partendo dal basso dei nostri quartieri”. Secondo Giordani, anche la pandemia “ci ha ricordato la necessità di tornare ad essere una comunità unita. E se il vaccino è il rimedio contro una malattia del nostro corpo, il volontariato è il rimedio contro un’altra malattia della nostra società, non meno grave, che si chiama egoismo. Possiamo dire, forti dell’esperienza di quest’anno, che il volontariato è cresciuto da una semplice e preziosa testimonianza è diventato un portatore di pratiche e progetti rilevanti per il futuro del nostro paese”. A ricordare la forte e attiva presenza del volontariato nella città di Padova è stata l’assessora al volontariato Cristina Piva. “Solo nella città ci sono più di 3.500 associazioni - ha detto durante il suo intervento -, alcune delle quali hanno una lunga tradizione di attività solidali”. Durante l’anno da capitale, ha aggiunto Piva, “c’è stato un desiderio di analisi e decodificazione per comprendere dove stiamo andando. Mi riferisco al lavoro dei sette tavoli a cui hanno partecipato esponenti della cultura, dell’economia, dell’università, del mondo solidale e della società civile.
Tutto questo patrimonio ha bisogno di essere valorizzato, consolidato e coordinato per poter reggere le sfide del futuro.
Il mondo della solidarietà e del terzo settore vive e opera in un territorio ed il suo muoversi e attivarsi non è avulso dalla società civile. Società e volontariato si nutrono della stessa linfa. Il volontariato cresce e si sviluppa, però, se ha affianco un’amministrazione che sa ascoltare e cooperare e progettare insieme”. Piva ha poi ricordato i progetti attivati da Csv, comune e diocesi di Padova a sostegno dei più fragili durante il primo lockdown, il progetto “Per Padova noi ci siamo” e la sua riformulazione nei mesi successivi. “Ora dobbiamo proseguire insieme con l’obiettivo di trasformare la città in una comunità coesa - ha aggiunto Piva -. La sfida è far diventare strutturali questi cambiamenti”.  Il plauso alla Capitale europea del volontariato 2020 arriva anche dall’Europa. “Ammiro il vostro impegno nel volontariato, specialmente durante questa pandemia globale, che ha colpito ognuno di noi - ha affermato Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea per la democrazia e la demografia in un videomessaggio -. Dal primo giorno di Padova come Capitale Europea del Volontariato 2020, tutti i volontari hanno perseverato nelle circostanze più difficili. Avete creato il progetto “Per Padova noi ci siamo" e mobilitato 1.700 volontari per fornire ogni tipo di supporto, dalle mascherine ai beni di prima necessità ai computer a chi ne ha bisogno. Poi nel novembre 2020 di fronte ad una seconda ondata della pandemia, avete iniziato "Per Padova noi ci siamo di nuovo" e riattivato il progetto in modalità nuove. Chiaramente, non basta una pandemia globale per fermare i volontari di Padova. Lo sforzo, il tempo e l'amore che tanti di voi mettono nell’impegno per le persone intorno a voi è evidente”. Plauso che riguarda anche il lavoro dei Tavoli. “Sono impressionata dal modo in cui avete istituito sette gruppi di lavoro collegandoli ai temi prioritari dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile - ha aggiunto Šuica -. Credo che i volontari di Padova capiscano che il volontariato è davvero un'attività preziosa. Vengono in mente valori come l'uguaglianza e la giustizia sociale, così come la solidarietà. A tutti voi coinvolti nel progetto, i miei complimenti per tutte le vostre attività e il successo di Padova come Capitale Europea del Volontariato per l'anno 2020. Continuate con il buon lavoro. Abbiamo bisogno di volontari come voi, ora più che mai”. Un anno, il 2020, che proprio per la pandemia ha visto il volontariato non solo al centro delle celebrazioni, ma di tanti progetti a sostegno della comunità, ha aggiunto Gilberto Muraro, presidente Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. “È stato un anno che ricorderemo tutti, anche sotto il profilo del volontariato stesso, perché era partito come anno di cerimonie e di gioia e si è invece trasformato subito in una chiamata al fronte che ha visto una prova eccezionale del volontariato - ha spiegato Muraro -. Le risorse finanziarie della fondazione non sono mancate ma a nulla sarebbero servite se non ci fosse stata l’unione con le risorse umane rappresentate appunto dal volontariato e dalle istituzioni. Non sono state solo manifestazioni generose ed efficaci, ma anche manifestazioni di efficienza”. Per Muraro, oggi si apre un capitolo nuovo per la storia del paese, con il piano di rilancio europeo. “Le provvidenze pubbliche sono aumentate - ha spiegato Muraro - ma ci sarà sempre bisogno di trovare azioni integrative per rendere l’azione complessiva delle istituzioni e della comunità più efficace”. Infine i saluti di Gabriella Civico, direttrice del Centro europeo del volontariato. “L’importanza del volontariato come espressione di cittadinanza attiva rimane fondamentale per mettere in atto i valori europei e realizzare l’uguaglianza e l’inclusione per tutti - ha detto Civico -. Laddove esiste un forte partenariato intersettoriale, in particolare tra le autorità locali e le organizzazioni di volontariato, vi è una maggiore resilienza alle avversità e chiaramente una maggiore capacità di rispondere in modo tempestivo e flessibile alle nuove esigenze, pur continuando a soddisfare quelle esistenti”. Civico, infine, ha ricordato che la cerimonia di chiusura di Padova Capitale europea del volontariato non è la fine di un percorso, “piuttosto una pietra miliare prima della prossima fase dello sviluppo del volontariato in Europa”, ha aggiunto. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)