Io sono Francesco. Una galleria di ritratti per riaffermare che c’è vita anche nella malattia

Protagonisti dei foto ritratti sono i dipendenti della struttura ospedaliera, professionisti in diversi settori, che provengono da più di 30 nazioni.

Io sono Francesco. Una galleria di ritratti per riaffermare che c’è vita anche nella malattia

Una carrellata di primi piani è ospitata da mercoledì scorso, 7 luglio, nel Cafè Lounge Elisabeth del Franziskus Spital di Vienna. Quelli che si possono ammirare negli spazi comuni delle due sedi di Landstraße e Margareten sono dei veri e propri ritratti fotografici opera dell’artista viennese Aleksandra Fawloff che, attraverso gli scatti che compongono la mostra “Io sono Francesco”, punta a creare una nuova forma di incontro.

Protagonisti dei foto ritratti sono i dipendenti della struttura ospedaliera, professionisti in diversi settori, che provengono da più di 30 nazioni. Ritratti, quelli di Fawloff, che se da un lato rendono visibile la diversità, dall’altro lanciano un messaggio di fiducia, capace di travalicare la diversità stessa.

Si sa, in un ospedale la paura si alimenta paradossalmente di qualsiasi cosa, anche dall’odore del disinfettante che viene usato per garantire igiene e sicurezza. Per dissipare la paura che annebbia la vista è immobilizza il corpo basta anche solo uno sguardo rassicurante, capace di smorzare ansie e timori.

Nei volti ritratti dalla fotografa viennese – ripresi anche nella pagina Fb del Franziskus Spital – si possono leggere competenza, serietà e professionalità, così come anche umorismo, intelligenza e gioia di vivere. Perché c’è vita anche nella malattia. Anche in quella cronica. Ed è proprio osservando quelli ritratti che chi si trova ad essere bisognoso di cure può guardare all’altro, che indossa un camice o una divisa ospedaliera, come ad una persona realmente vicina alla propria fragilità.

Il Franziskus Spital di Vienna è una struttura ospedaliera senza scopo di lucro nata nel 2017 dalla fusione dell’ospedale Elisabethinen con quello delle Hartmannschwestern, le suore francescane della carità. Le due comunità religiose hanno deciso di unire le loro forze e le loro competenze nel nome di San Francesco, il santo al quale entrambi gli ordini si rifanno, per soddisfare al meglio le aspettative e i bisogni dei pazienti. I due centri ospedalieri da cui è nato il Franziskus Spital sono due realtà assai conosciute e apprezzate in Austria. Il Breast Healt Center di Margareten è stato certificato a livello internazionale e l’unità di cure palliative della sede Landstraße è considerata la più grande di tutta l’Austria. È inoltre un ospedale legato all’università di medicina di Vienna e dell’Università di scienze applicate Campus Vienna.

Professionalità e attenzione alla persona sono i due cardini su cui si basa la cura nel Franziska Spital. “Come ospedale basato su principi cristiani – chiarisce la responsabile del lavoro sui valori del Franziskus Spital, Birgit Dorfmair – gli elementi umani della guarigione, come la cura, la comprensione e la fiducia sono per noi particolarmente importanti. San Francesco ha sempre avuto un legamento stretto con la creazione e si vedeva in comunione con le persone, gli animali e tutta la natura”. “Tutti noi – aggiunge – indipendentemente dall’origine, dalla religione, dalla professione, sani o malati, siamo creature di un Dio che ci ama”. Da qui nasce il principio guida dell’ospedale: incontrare la vita con cura e attenzione.

Un concetto che ritroviamo nelle parole di papa Francesco, che domenica scorsa ha recitato l’Angelus dal Policlinico Gemelli, dove si trova ricoverato da alcuni giorni: “Tutti noi abbiamo bisogno dell’unzione dell’ascolto, della vicinanza, della cura e della tenerezza”. Un’unzione, questa, che parte da uno sguardo e si proietta in una carezza, in una stretta di mano, capaci di annullare le distanze, cancellare le diversità e abbracciare le fragilità. Di chi soffre, così come di chi cura.

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Fonte: Sir