L’Europa di Papa Francesco. Un'Europa sotto assedio e la “strada della fraternità”

Un messaggio del Papa giunge oggi a Bruxelles dove inizia l’Assemblea Comece, alla quale avrebbe dovuto partecipare, in presenza, il card. Pietro Parolin. Da Bergoglio un forte incoraggiamento ai vescovi europei e alle istituzioni Ue. Sogni che hanno il respiro della progettualità e guardano a un orizzonte futuro

L’Europa di Papa Francesco. Un'Europa sotto assedio e la “strada della fraternità”

Sogna il Papa. Ancora una volta. Come in tante altre occasioni, quando ha sognato la pace mondiale, la giustizia sociale, la cura per le persone più deboli, un futuro per i giovani, il dialogo tra le fedi, una Chiesa in uscita, la fraternità universale… Bergoglio torna a sognare l’Europa, “amica della persona e delle persone”; che sia “una famiglia e una comunità” “solidale”, fraterna”, “generosa”; aperta con lo stile del “farsi prossimo”; un’Europa “sanamente laica, in cui Dio e Cesare siano distinti ma non contrapposti”, “una terra aperta alla trascendenza”.
Francesco ha indirizzato una lettera al card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, in occasione del 40° anniversario della Commissione degli Episcopati dell’Unione europea (Comece), del 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l’Unione europea e del 50° anniversario della presenza della Santa Sede come Osservatore permanente al Consiglio d’Europa.

Nella lettera non manca il riferimento alla Dichiarazione Schuman, con la quale, 70 anni fa, prendeva avvio il processo di integrazione economica e politica dopo gli immani disastri del secondo conflitto mondiale.

La lettera giunge dunque oggi a Bruxelles, dove inizia l’Assemblea Comece, alla quale avrebbe dovuto appunto partecipare il card. Parolin, cui il Papa assegna il compito di portare un forte incoraggiamento ai vescovi europei e alle istituzioni europee. Nel suo messaggio ricorda il ruolo dell’Europa oggi, che “diventa ancor più rilevante nel contesto di pandemia che stiamo attraversando. Il progetto europeo sorge, infatti, come volontà di porre fine alle divisioni del passato. Nasce dalla consapevolezza che insieme e uniti si è più forti”. In questo tempo, insiste il pontefice, “in cui sempre più prevale l’idea di fare da sé, la pandemia costituisce come uno spartiacque che costringe ad operare una scelta: o si procede sulla via intrapresa nell’ultimo decennio, animata dalla tentazione all’autonomia, andando incontro a crescenti incomprensioni, contrapposizioni e conflitti; oppure si riscopre quella ‘strada della fraternità’, che ha indubbiamente ispirato e animato i Padri fondatori dell’Europa moderna, a partire proprio da Robert Schuman”.

I sogni del Papa non corrispondono a utopie, o a vaghe chimere, illusioni, miraggi.

Hanno invece una evidente nota concreta, un orizzonte comportamentale e progettuale. I sogni di Bergoglio sull’Europa giungono in un momento in cui il Vecchio continente è ancora una volta sotto assedio, attraversato da un virus che diffonde malattia e miete vittime; un continente segnato da nuovi, precauzionali e doverosi confinanti. L’emergenza sanitaria porta con sé una recessione economica che già pesa su imprese e famiglie, prospettando a sua volta una crisi sociale della quale è difficile immaginare contorni e reali contraccolpi sulla vita della gente. Ma l’Europa è sotto assedio anche su altri versanti: nelle piazze prendono corpo le proteste dei negazionisti, che sono la versione aggiornata e spesso violenta dei populisti; tutt’attorno si evidenziano crisi regionali o nazionali, come in Ucraina, Bielorussia, Siria, Libia, Turchia (con Erdogan che attacca politicamente e in maniera sconsiderata una Francia già piegata dal Covid). Neppure cessano altre sfide – perché il Covid non le ha certo cancellate – come la povertà di una parte della popolazione europea, l’immigrazione da Africa e Medio Oriente, il cambiamento climatico con i suoi effetti…
Su questa Europa un’altra volta messa a dura prova dalla storia, giungono le esortazioni del Papa che, se accolte e rese a loro volta “storia”, aiuterebbero ad affrontare i problemi attuali con coraggio, determinazione, unità e spirito solidale.

“Europa, ritrova te stessa! Ritrova dunque i tuoi ideali che hanno radici profonde. Sii te stessa! Non avere paura – afferma Bergoglio – della tua storia millenaria che è una finestra sul futuro più che sul passato…”.

“Quale Europa sogniamo dunque per il futuro? In che cosa consiste il suo contributo originale? Nel mondo attuale, non si tratta di recuperare un’egemonia politica o una ‘centralità geografica’, né si tratta di elaborare innovative soluzioni ai problemi economici e sociali. L’originalità europea sta anzitutto nella sua concezione dell’uomo e della realtà; nella sua capacità di intraprendenza e nella sua solidarietà operosa”. Parole che saranno discusse nell’Assemblea Comece e che il card. Parolin porterà all’attenzione delle istituzioni Ue. E che potranno camminare con le gambe delle donne e degli uomini d’Europa.

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Fonte: Sir