L’estetica fallace del web. Puntare tutto sul corpo significa sottoporre a erosione l'interiorità dell'individuo e la sua ricchezza emotiva

La tendenza a “oggettivare” l'altro e sé stessi conduce all'aumento dello stress, dell'ansia sociale e della vergogna.

L’estetica fallace del web. Puntare tutto sul corpo significa sottoporre a erosione l'interiorità dell'individuo e la sua ricchezza emotiva

Si torna a parlare di socialmedia e di canoni estetici. Qualche settimana fa in Norvegia, attraverso un disegno di legge, il Ministero per l’infanzia e la famiglia ha dato una significativa sterzata all’abuso dei filtri per ritoccare le immagini corporee in voga sui social e sulle app. Sarà infatti vietato pubblicare foto che abbiano subito “ritocco” senza dichiararlo. La misura nasce dalla presa di coscienza che, soprattutto negli ultimi anni, la diffusione di modelli estetici irrealistici e virtualmente perfetti hanno costituito una forte pressione sull’intera società. I giovani, soprattutto, sono bombardati da “icone” che ne minano fortemente la sicurezza, la coscienza e determinano pericolose cadute di autostima.

Sarebbe semplicistico ridurre questo fenomeno a una sorta di tendenza legata allo spirito dei tempi. In realtà, dietro queste operazioni mediatiche si esplicano politiche di marketing e spirali di potere. Le norme della nostra esistenza corporea, il modo di stare al mondo e relazionarci con gli altri sono subordinate alla nostra quotidiana esperienza somatica. Attraverso il plagio mediatico si orientano le abitudini corporee degli individui, le routine di benessere, i canoni di bellezza e anche (ovviamente) le scelte commerciali.

Già negli anni ’50 la filosofa e scrittrice Simone de Beauvoir parlava di “somaestetica”, riferendosi in maniera particolare al genere femminile.

La questione, oggi, riguarda soprattutto gli adolescenti, più deboli e insicuri e quindi maggiormente plasmabili. Il processo che la società attuale vive è la cosiddetta “oggettivazione” del corpo che diventa mera carne, definita (esaltato o mortificato) dallo sguardo altrui. Il corpo nel panorama attuale risulta “sezionato”, “deumanizzato” e non appartiene più intimamente all’individuo, si offre come preda dei giudizi altrui. Il prezzo da pagare è alto: la sovraesposizione dei propri sentimenti e della propria identità.

Lo psichiatra francese Serge Tisseron, che si occupa di educazione digitale, ha evidenziato nei suoi studi che oggi conosciamo l’altro soprattutto attraverso il filtro delle nostre proiezioni, indotte da un certo tipo di mercato. Il risultato è una deformazione dell’immagine rispetto alla realtà. Il risultato finale non può essere che un senso profondo di spaesamento e frustrazione nella relazione con i pari. Questo continuo stato di alterazione, che soprattutto i giovani subiscono inconsapevolmente mentre tentano di decodificare la realtà, è poi aggravato dalla velocità con cui il web si muove e dialoga. Il pensiero umano ha bisogno di tempo per riflettere e approfondire i messaggi che riceve.

La tendenza a “oggettivare” l’altro e sé stessi conduce all’aumento dello stress, dell’ansia sociale e della vergogna. Oggi si parla diffusamente di body shaming e di toxic beauty. Puntare tutto sul corpo significa anche sottoporre a progressiva erosione l’interiorità dell’individuo e la sua ricchezza emotiva. Puntiamo a essere belli come manichini, ma chi vorrebbe davvero vivere come un fantoccio?

L’impennata della social-estetica, comunque, ha trovato terreno fertile in una società che lascia i propri figli, dopo il periodo dell’accudimento e delle tenerezze della prima infanzia, allo sbando senza punti di riferimento stabili e percorsi di orientamento nel periodo critico dell’adolescenza. In un mondo confuso e apparentemente superficiale “esistere” non è più una certezza, occorre dimostrarlo prima di tutto agli altri e poi anche a se stessi. Si “esiste” anche attraverso una foto ben filtrata e sulla base di un numero minimo di like.

C’è grande confusione, poi, su cosa sia davvero il “benessere” della persona. La salute si confonde con la magrezza, il ritocco estetico, lo sport privato della sua natura agonistica e vissuto quasi esclusivamente come costruzione di un corpo prestante. L’estetica passa attraverso lo scimmiottamento inconsapevole di qualcosa o qualcuno.

C’è molto da fare per rimettere in equilibrio le cose.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir