La lettera di don Emanuele Degan: "La gioia del Battesimo ci debba far recuperare questa invisibilità e imprevedibilità di Dio"

Carissimo Direttore, sono le 21.30 di un martedì feriale e stranamente mi trovo in chiesa. Le porte sono spalancate e di tanto in tanto qualche gruppo a passeggio entra e fa una sosta per la preghiera. Gusto la bellezza e la pace di questo spazio sacro, seduto in un angolo per confidarle qualche pensiero, prima di Compieta...

La lettera di don Emanuele Degan: "La gioia del Battesimo ci debba far recuperare questa invisibilità e imprevedibilità di Dio"

È strana e inusuale la situazione che ci tocca vivere. Nella programmazione ordinaria della parrocchia di sera c'è di tutto, fuorché questo deserto silenzioso, gravido di attesa. Tra una chiacchierata al bar del NOI e tutta una serie di incontri formativi ed organizzativi con i vari gruppi, di solito alla sera non c'è tempo per il Signore del tempo. Così le giornate passano in fretta, il tempo sfugge senza che quasi te ne accorga. Dopo tutto, si dice, la parrocchia è bella e vivace, piena di iniziative e incontri di vario genere per tutte le età. Perché fermare la corsa?

Eppure in questo periodo di "quarantena" sociale, provvidenzialmente tutto si è fermato, anche se non potrà durare a lungo.

Le scuole (ovviamente anche parrocchiali, per la parità...) sono chiuse, ma non le segreterie che ti inondano la cassetta postale di e-mail, note, decreti ministeriali, circolari e altro. Sono sospesi gli indispensabili incontri dei gruppi di iniziazione cristiana, di preparazione ai sacramenti, Acr e Giovanissimi, catechisti ed educatori, genitori ... ma qualcuno, in astinenza, propone di tenerli via skype: vedremo se la proposta avrà un seguito. "Saltano" i Centri di Ascolto degli Adulti e le Lectio per ragazzi, da preparare e poi celebrare, con tutta la difficoltà di reperire famiglie disponibili ad ospitare e gestire la proposta. Pure i nostri baldi giovani, solitamente spensierati e pronti a fare le ore piccole per certe iniziative, hanno rinviato tutto e sembrano prendere le distanze, dopo che i media hanno iniziato a bombadarli ricordando che il famigerato Covid 19 può colpire anche loro, oltre agli anziani.

Tutti siamo diventati tempestivamente prudenti e riflessivi, allineandoci al clima generale.

Sono giorni diversi: rinviati convegni, conferenze, ritiri, congreghe, aggiornamenti sull'HACCP, sulla prevenzione, sulla sicurezza negli ambienti parrocchiali, sulle leggi dei vaccini o sulla privacy nelle Scuole dell'Infanzia, con tutte le potenziali, terribili delegazioni di no vax, no tax, no vat e comitati vari che chiedono un incontro urgente con il legale rappresentante. Nessuna segnalazione di perdite nei rubinetti, bagni da riparare o porte e sedie da aggiustare nel Centro parrocchiale (incrociamo le dita); niente tinteggiatori che danno una ripassatina alle aule da ringraziare o caldaie in blocco da riattivare "perché non sappiamo dove mettere le mani"; i fornitori di dolciumi e snack del bar NOI non passeranno più per un po', mentre le offerte mirabolanti di nuovi contratti da call center remoti si diradano drasticamente; sospese le chiamate da dentro e fuori parrocchia per prenotare il campo di calcetto o la sala parrocchiale per la festa di compleanno, come pure le "pizzate" improvvisate dai vari gruppi dove il parroco non dovrebbe mai mancare. Il campanello Parrocchia Ss. Felice e Fortunato viale Chiesa 35; 30010 Campolongo Maggiore (VE) della canonica squilla di meno, sia per operatori pastorali che si sono dimenticati le chiavi del Centro Parrocchiale a casa, sia per quel che riguarda i poveri di passaggio, intimoriti dal possibile contagio di casa nostra. Resistono imperterriti negli squilli, solo i fedeli che si sono dimenticati di ordinare la Messa di suffragio per l'anniversario dei propri cari o l'hanno ordinata ancora a settembre dello scorso anno, ma essendo attualmente sospese le celebrazioni pubbliche, vogliono sapere quando la partita viene recuperata ...

Quasi tutto si è fermato e si può prendere fiato.

La paura paralizza molte persone e, grazie a Dio, mi ritrovo con più tempo per stare in una chiesa vuota di popolo, a porte aperte, solo con Lui. Senza fretta, senza perplessità per quello che hai appena fatto, né apprensione per l'appuntamento pastorale successivo. Mi ri-tuffo nella Parola di Dio e sento che mi parla ancora con quella freschezza e ricchezza spirituale che mi ha sempre dischiuso con generosità nei momenti migliori del cammino di fede. Di tanto in tanto scorrono davanti agli occhi i volti della tua gente, i volti che compongono quel variegato mosaico che è la Comunità, soprattutto di chi si è affidato alle tue preghiere e sta attraversando un momento difficile, dei ragazzi dell'iniziazione cristiana, dei diversamente abili, dei loro educatori, dei catechisti e degli accompagnatori dei genitori, delle corali, dei volontari Caritas, del Bar, della cucina, delle pulizie, delle feste... tutti fratelli e sorelle che si sacrificano e lavorano sodo per la Comunità. Mi ritrovo persino a pregare per loro (non sempre l'ho fatto), affidandoli al Signore: "Sono Tuo dono Signore. Io oggi devo stare fermo!".

Onestamente, Direttore, confesso che questa Quaresima non è male. Anzi, potrebbe suggerire delle buone prassi anche per il futuro, almeno a noi preti, lasciando che il Vignaiolo tagli qualche tralcio secco della sua vigna. Il Vescovo nel messaggio alla diocesi scrive: "L’inizio della Quaresima può essere solenne ugualmente anche se non secondo le consuetudini, ma secondo lo Spirito, nell’interiorità di ciascuno. Il Signore ci chiama a convergere su di Lui e a rinnovare la nostra fraternità con la sua comunità non a partire da una grande assemblea, ma nel nostro segreto". Forse arriveremo alla fine dei 40 giorni stremati dal "digiuno" imposto, ma più affamati di autenticità ecclesiale, più veri in quello che facciamo, più tonificati nella resistenza al maligno e leggeri nel seguire il passo agile e slanciato del Risorto. Sebbene il Corona virus faccia paura e apra scenari inquietanti.

Chiusi, per forza di cose, centro parrocchiale, patronato e Scuola dell'Infanzia, abbiamo avuto più tempo per aprire la chiesa, sostarvi in silenzio e rinfrancare cuore e mente, riempirli del profumo della preghiera, tornare all'essenziale della vita del Popolo di Dio, riflettere e ... scrivere, dopo venticinque anni, alla Difesa del Popolo, che mi aiuta a sentirmi parte della chiesa diocesana. Mi sento lontano da chi diceva che non c'è niente di nuovo sotto il sole e in sintonia con l'autore del Salmo: "Sul mare passava la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque; e le tue orme rimasero invisibili". Credo che la gioia del Battesimo ci debba far recuperare questa invisibilità e imprevedibilità di Dio. Il Risorto non smette di stupirci e rilanciare la sfida del Regno. E una quaresima così, senti che è più genuina, come le cose buone dal sapore antico. Grazie per il servizio che fa alla Chiesa.

Cordiali saluti a lei e a tutti i colleghi.

don Emanuele

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