La lunga marcia di chi scappa. Al confine, tra lacrime e abbracci, chi si giura solo “arrivederci”

Gli uomini rimangono per difendere le città. In uno scenario paradossale. Kiev come Sarajevo (sotto assedio per 1.425 giorni dall’aprile 1992 al febbraio 1996). E come Groznyj, capace di resistere all’Armata Rossa.

La lunga marcia di chi scappa. Al confine, tra lacrime e abbracci, chi si giura solo “arrivederci”
«Si bombarda ovunque. Ma non si può rimanere in silenzio» esordisce al telefono Claudia Bettiol, collaboratrice di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa.Osservatorio umanitario«È sotto attacco la capitale dell’Ucraina, l’invasione russa continua su larga scala e si fatica a stimare il numero di morti, feriti, sfollati e profughi – continua al telefono – La mobilitazione nazionale decretata dal presidente Volodymyr Zelensky chiama alla resistenza tutti gli uomini fra i 18 e i 60 anni. Chi fugge disattiva la...