La pluralità religiosa è una risorsa

Non esiste vero ecumenismo senza conversione del cuore. E questo vale anche di fronte a sfide come il processo migratorio che ci interpella pure in tema di fede.

La pluralità religiosa è una risorsa

Conversione: uno dei grandi temi del tempo quaresimale. Il cammino verso la Pasqua invita a rinnovare le nostre vite, accogliendo la misericordia del Signore che le trasforma. Tale dinamica non interessa solo le esistenze individuali, ma anche i nostri modi di abitare la storia e il tessuto delle relazioni comunitarie ed ecclesiali. Lo sapevano bene i Padri del Concilio Vaticano II: nel n. 6 di Unitatis Redintegratio essi sottolineavano che la stessa comunità ecclesiale «è chiamata da Cristo a questa continua riforma di cui, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisogno». Infatti, se «ogni rinnovamento della Chiesa consiste essenzialmente in una fedeltà più grande alla sua vocazione», abbiamo qui la vera «ragione del movimento verso l’unità».

E, d’altra parte, al n. 7 essi ricordavano che «non esiste vero ecumenismo senza conversione interiore». Dal decreto sull’ecumenismo emerge, dunque, la sottolineatura di un nesso strettissimo tra rinnovamento ecclesiale e dialogo ecumenico: non possiamo separare conversione del cuore, riforma nella comunità cristiana e servizio alla famiglia umana per un cammino di pace.

Proprio su tale collegamento mediteranno i cinque testi che proponiamo in questa Quaresima 2018, per riflettere sulla novità cui siamo chiamati. Trarremo spunti tra l’altro dalla ricerca che stiamo conducendo con la Fondazione Lanza (Centro studi in etica) sulla dimensione dialogica dell’etica. Se, infatti, “Dove va la morale?” è la domanda che intesse da alcuni anni il percorso sviluppato con la Facoltà teologica del Triveneto, quest’anno l’interrogativo è stato declinato proprio su “L’etica nello spazio ecumenico”, offrendo spunti preziosi. E indicazioni verranno pure da quell’orizzonte più ampio cui aprono i seminari che la stessa Fondazione dedica ai problemi etici posti dalla pluralità religiosa (per info: morandinis@yahoo.it): come far sì che tale realtà, spesso percepita solo come problema, sia colta invece come sfida e risorsa?

Tale interrogativo costringe però anche a misurarsi con quel grande segno dei tempi che è il processo migratorio, per leggerlo nella sua complessità.

All’attenzione preoccupata per una seria gestione del fenomeno andrà affiancato lo sguardo fiducioso, attento alle opportunità che si aprono: di incontro, di conoscenza e di scoperta di culture diverse.

Così anche il confronto con la pluralità religiosa può diventare elemento di crescita, se colto come interpellazione positiva ad approfondire la stessa realtà di fede.

Certo, sono sfide nuove, ma sempre più saranno determinanti per vivere questo tempo. Farvi fronte in modo fecondo e creativo – e non solo reattivo – è dimensione qualificante della “conversione ecumenica” cui siamo chiamati: vi torneremo nelle prossime settimane, articolandone diverse dimensioni nel tempo e nei giorni.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)