La riflessione. Coronavirus per coppie di parole. E perché serve un diario di bordo

La riflessione di Rinalda Montani

La riflessione. Coronavirus per coppie di parole. E perché serve un diario di bordo

In questi tempi così “speciali” per le nostre comunità guarderei al bicchiere mezzo pieno e direi “di necessità virtù”.
Cosa sapere? Cosa fare? Cosa pensare? Come agire?
Andrei per coppie di parole.

Prima coppia: il limite e la sfida.
Sì, perchè come scrive Giuseppe Pontiggia in Nati due volte (Mondadori, 2000), «in un'epoca dove si esalta la sfida fine a se stessa come superamento del limite, (si) impone la sfida più importante che è la consapevolezza e l'accettazione del limite».

Seconda coppia: la paura e il coraggio.
Quello che non si conosce fa sempre paura, l'insorgere di questa emozione è un campanello d'allarme che ti dice "stai attento". In ultima analisi è utile ricordare un pensiero di Martin Luther King: «Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio si alzò ad aprire e vide che non c'era nessuno».

Terza coppia: il gesto e la parola.
Il rischio del contagio mette a dura prova la prossemica e il nostro modo, tutto italiano, di salutare. Recuperiamo, allora, il valore profondo della parola: più parole vere e meno parolacce!

Quarta coppia: il tocco e la scrittura.
Sì, in questi tempi forzatamente dilatati, oltre al tocco sugli schermi per i contatti con il mondo, riprendiamo insieme ai nostri figli il piacere della scrittura manuale. Scriviamo un diario di bordo perché, come sostiene Luigina Mortari, «alla radice dell'atto dello scrivere c'è proprio la volontà di trattenere le cose».

Quinta coppia: il tempo e l'attesa.
Pure la nostra pazienza è messa alla prova. Nelle situazioni di normalità spesso ci accorgiamo, ad esempio, di non essere più capaci di fare la “fila” (supermercato, stazione, poste …), ora siamo costretti a vivere tempi dilatati ai quali non siamo più abituati. Ci chiediamo "quando finirà? Ce la faremo?". Tempo al tempo. Insieme possiamo farcela!

In fin dei conti, tutti, direttamente o indirettamente, stiamo facendo un viaggio iniziato inaspettatamente, ma che come ogni viaggio avrà un inizio e una fine. L'auspicio è di arrivare alla meta, provati ma un poco migliorati, perché “tutto andrà bene”!

Rinalda Montani

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